La Bosnia, terra (straziata) di contraddizioni politiche ma anche e
soprattutto religiose, è lo sfondo di una storia d'amore tra due persone
come tante.
Luna, hostess, e Amar , controllore di volo, hanno le
aspirazioni comuni a tante coppie come quella di mettere al mondo un
figlio. Non riescono ad averlo e decidono per l'inseminazione
artificiale tanto è il bisogno di completare la famiglia.
Qualcosa
non va per il verso giusto, Amar è sospeso dal lavoro perchè correggeva
il caffè col brandy durante il servizio e si ritrova, introdotto da un
suo vecchio compagno d'armi, a insegnare a usare il computer ai bambini
della comunità islamica dei Wahabiti, strettamente osservanti.
Lui
musulmano ammorbidito in usi e costumi trova la sua via spirituale in
riva a un lago, in una comunità apparentemente pacifica, leggendo e
studiando le pagine del Corano.
Quanto più Amar diventa osservante , tanto più Luna è portata ad allontanarsi da lui.
Anzi da musulmana non osservante vive come un incubo il contatto con la comunità dei Wahabiti dove lavora il suo uomo
.
Se
da questa parte del mare Adriatico siamo abituati all'equivalenza Islam
= terrorismo, questo film può provocare una parziale marcia indietro. I
Wahabiti di questo film pur essendo strettamente osservanti non
sembrano interessati alla violenza ma allo studio del Corano anche se
suona inquietante la frase di uno dei membri femminili di questa
comunità (maschi e femmine sono rigidamente divisi) in cui afferma che
le donne musulmane devono fare più figli delle altre per via del
genocidio che ha colpito sempre i musulmani.
Ma questi discorsi
interessano poco a Luna. Lei sente solo che la sua storia d'amore sta
scivolando via sulle ali dell'ortodossia religiosa.
Il suo rapporto
con Amar ora non è più paritario (ed è questo che le mette veramente
paura per il futuro) e anche avere un figlio da lui diventa ragione di
riflessione profonda.
I personaggi femminili sono assolutamente dominanti in questo secondo film di Jasmila Zbanic, dopo il toccante Il segreto di Esma, dando al film un'impronta femminista militante. Forse un po' troppo.
Il
film vive del cambiamento strada facendo della prospettiva di Luna che
da donna innamorata perdutamente(al punto che fa dei video col
telefonino riprendendo Amar quando dorme e guardandoli quando si sente
sola in trasferta di lavoro) arriva con dolore a staccarsi dal suo uomo
allorchè sente che in mezzo a loro si è innalzato un muro.E questo muro
è rappresentato dall'ortodossia islamica.
Lo sguardo della Zbanic è
fortemente critico verso gli uomini della confessione wahabita che
segregano le donne e che praticano senza problemi la poligamia.
A questo punto la paura prende il sopravvento e il figlio che un giorno Luna porterà in grembo non dovrà essere di Amar.
Il sentiero è la storia dell'amore di una vita che viene annientato dall'incomprensione.
Luna e Amar dopo la "conversione" dell'altro non sono più disposti a cercare di capire il punto di vista dell'altro.
Ognuno ha imboccato il proprio sentiero.
E purtroppo per loro sono divergenti.
( VOTO : 6,5 / 10 )
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