Non pensate al titolo come metafora di un rapporto d'amore un po' troppo
affollato.E francamente vedendo il film non si pensa tanto a un
triangolo quanto a qualcosa di circolare, più precisamente cerchi
concentrici.
E come se Christopher Smith (annotate questo nome) buttasse un sasso in
uno stagno e con la cinepresa cominciasse a filmare tutti i cerchi che
si formano intorno al punto in cui si è inabissato.
Triangle parte da un paradosso temporale ripercorrendo parzialmente le orme del cult spagnolo di Nacho Vigalondo Los cronocrimenes
ma è solo l'inizio di un annichilente processo di acquisizione
progressiva da parte di Jess, la protagonista, della consapevolezza di
trovarsi al centro di un loop diabolico da cui sembra impossibile
uscire.
Smith frammenta la storia e la mostra da molteplici punti di vista che
si intersecano spesso tra loro, aggiungendo sempre qualche particolare
in più , tasselli fondamentali che catturano irrimediabilmente lo
spettatore in un vortice di emozioni sempre più forti.
Impossibile raccontare qualcosa del film senza incorrere in spiacevoli
spoilers: l'unica cosa che posso dire è che le intepretazioni varieranno
ma per quanto mi riguarda Triangle è un apologo desolato sull'ineluttabilità del senso di colpa.
La messa in scena è semplicemente perfetta, i corridoi della nave su cui
i naufraghi riescono a rifugiarsi ( loro non lo sanno che sono appena
entrati in un incubo) risuonano dei lugubri echi dell'Overlook Hotel (
citato espressamente ad esempio quando alcuni dei personaggi entrano
nella stanza 237) , la tensione è subito palpabile ed aumenta col
passare dei minuti.
La gigantesca nave guidata da un invisibile nocchiero diventa la
proiezione di una deriva emozionale in cui Jess cerca con tutte le forze
di ribellarsi a ciò che sembra scritto per lei.
Eppure a ogni svolta , a ogni scarto in cui sembra progredire per un
incanto malefico si ritrova sempre più indietro rispetto a dove è
partita.
Jess si ritrova catturata in un meccanismo diabolico che lei cerca di
far inceppare con tutte le sue forze, compiendo anche atti totalmente
estranei al suo modo d'essere.
Un semplice istinto di conservazione diventa una selvaggia lotta per la vita in cui tutti hanno qualcosa da perdere.
E si continua a tornare indietro.
Triangle è un horror raffinatissimo sia dal punto di vista
formale che sostanziale, ha una protagonista estremamente versatile,
Melissa George, che riesce a colorare efficacemente stati d'animo così
estremi e ha una progressione orrorifica inarrestabile che incolla lo
spettatore alla poltrona.
Un piccolo gioiello da vedere assolutamente.
Inedito in Italia.
Ed ora di corsa a recuperare Black Death, il film di Smith successivo a questo.
( VOTO : 8 + / 10 )
Invece sono venuto subito...
RispondiEliminaDirei che siamo d'accordo praticamente al centesimo!
Anzi, ti dirò di più, ho scritto questa rece una settimana dopo la visione senza il mio famoso foglietto...
E ora che ti leggo mi sono ricordato di aver appuntato 2 volte la parola Shining, ancor prima della stanza 237 (me ne sono accorto anche io). Peccato, mi sarebbe piaciuto parlarne.
Stasera torno al mio paesello e voglio vedere quali altre cose mi ero appuntato poi non scritte.
Senso di colpa motore dell'intero film, direi ci siamo proprio...
Anche il voto.
Ottimo anche Black Death, non mi ricordo ma almeno un 7 lo diedi.
A presto!
infatti ho trovato una totale coincidenza nei nostri pareri su questo bellissimo film! Black Death mi è piaciuto abbastanza, ne ho anche parlato e anche Severance è molto gustoso...
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