Django è uno schiavo nero che viene liberato da uno strano dentista tedesco che in realtà di professione fa il cacciatore di taglie, il dottor Schultz. E' stato liberato perchè pare che conosca di persona dei criminali a cui il bounty killer sta dando la caccia . I due formano una strana società in cui Django aiuta Schultz e il tedesco aiuta l'ex schiavo, ora uomo libero, nella ricerca della moglie Broomhilda, che ora è una schiava al servizio di un truce latifondista, Calvin Candie, di stanza in un posto chiamato Candyland.
Cercano di passare per schiavisti in cerca di neri per combattimenti ma presto viene scoperto il loro reale intento.
E Calvin, il padrone di casa, non la prende benissimo.
E' un anno che sento parlare che Tarantino con
Django Unchained si diverte a rifare lo spaghetti western 40 anni dopo.
Magari prima di vedere il film ci ho creduto anche ma dopo mi sono accorto che era una gran cazzata:
Django Unchained non è uno spaghetti western, al massimo nella durata ( avete mai visto uno spaghetti western di quasi tre ore ?) omaggia la dilatazione dei tempi classica dei western di Leone, ma poi stop!, non c'è nessuna vicinanza stilistica tra il modo di fare western ( e di fare cinema ) di Tarantino e di Leone.
Qualcuno potrà obiettare che Leone faceva spaghetti western...ebbene anche questa secondo me è una gran cazzata ( scusate se oggi sto usando termini francesi per rinforzare i miei concetti ) perchè il grande Sergio faceva solo magnifico cinema ed era stato capace di dare un 'impronta europea al genere americano per antonomasia. Da qui il saccheggio di tanti imitatori.
Del resto nello spaghetti western, mi spiace per gli amanti del genere, di grandi film se e contano veramente pochi.
Veniamo ora all'omaggio al nostrano Django: beh se Tarantino voleva omaggiare Franco Nero poteva farlo decisamente meglio: è imbarazzante la sequenza in cui davanti al bancone del bar in casa Candie dopo un combattimento tra mandinghi, Nero chiede a Foxx come si chiami e lui gli risponde Django.
Qualcosa di veramente sfacciato, di rara grossolanità.
Tutto qui l'omaggio al genere di riferimento a parte poi l'uso di certe canzoni nella colonna sonora, qualcosa nella fotografia e la grafica dei titoli di testa e di coda che fanno moooolto spaghetti western.
Se non fosse stato per questo omaggio a Franco Nero e al suo Django ( ma perchè non far comparire assieme ai due protagonisti la mitica bara ?) il personaggio di Foxx avrebbe potuto chiamarsi anche Cornelius o Clarence , classici nomi da schiavo negro, e Spike Lee si sarebbe ancor di più incacchiato come un'ape a sentire i dialoghi nel film.
E qui vorrei dire una cosa al vecchio Spike che io amo tanto: ma secondo te nell'America schiavista del XIX secolo come li chiamavano i negri? Dottore, professore? Li chiamavano in maniera dispregiativa e quindi la tua polemica sul linguaggio usato in questo film mi appare pretestuosa per non dire ridicola.
A meno che con Quentin poi te la stai ridendo alla grossa perchè questa polemica è tutta invenzione ad uso e consumo dei giornalisti di cinema giusto per dare altra pubblicità al film.
Ma ho perso il filo del discorso: dicevamo che
DJANGO UNCHAINED NON E' UNO SPAGHETTI WESTERN. Ecco l'ho scritto pure in maiuscolo per farmi capire meglio.
E adesso scrivo un'altra cosa grossa però in minuscolo: per me non è neanche così western. Perchè è solo una questione di ambientazione, non c'è nessun mito della frontiera e nessun Sogno Americano da perseguire. E non lasciatevi fuorviare da qualche sequenza nella parte iniziale ( quella fino all'uccisione del personaggio interpretato da un redivivo Don Johnson) in cui ci viene mostrata la maestosità del paesaggio e i grandi spazi del vecchio classico western americano.
Tarantino prosegue nella sua idea di cinema trasversale in cui ficca veramente di tutto : qui forse è un po' più ingabbiato del solito in una narrazione abbastanza lineare per i suoi standard narrativi ma mi sembra che in questo ultimo film vengano amplificati i suoi difetti:
Django Unchained è veramente troppo lungo per la vicenda che racconta , la solita raffica di citazioni che se ti va bene ne cogli la metà e i consueti dialoghi sul filo del paradosso che servono per costruire certosinamente il climax per l'attesa esplosione di violenza che duri quei due -tre secondi e che ti fa dimenticare i cinque minuti precedenti passati a parlare di quisquilie.
La vendetta di Django dura più o meno un quarto d'ora e quindi se questo è un film di vendetta allora arriva con due ore e mezza di ritardo.
Il nuovo film di Tarantino non farà cambiare idea ai suoi detrattori , nè ai suoi fan irriducibili.
Un fan non propriamente irriducibile come il sottoscritto è portato a riflettere perchè più andiamo avanti e più penso che il prode Quentin continui a prenderci per i fondelli con la sua idea di fare cinema d'autore usando solo ingredienti di bassa qualità.
Perdonatemi il paragone ma il regista americano è come uno chef che ha la pretesa di fare nouvelle cousine usando solo ingredienti da junk food. Idea ardita che ha dato i suoi buoni frutti nel passato ma non può essere riproposta all'infinito.
Django Unchained è un campo minato cosparso di specchietti per le allodole: ci viene propinato per western e invece è un blaxploitation sotto mentite spoglie che ci parla di odioso schiavismo, ci dicono che il protagonista e Jamie Foxx e la sua sete di vendetta e invece quando è in scena Christoph Waltz al povero Jamie se lo mette nel taschino con tutto il cappello e il cavallo che ha sotto al culo, Di Caprio viene spacciato per il cattivissimo del film e invece è una femminuccia di fronte al personaggio del vecchio Stephen ( un gigantesco Samuel L. Jackson ) , uno schiavo consigliori che si dimostra molto più perfido del suo padrone.
Vogliamo poi parlare della violenza che Tarantino non dimentica mai di esibire? Anche qui siamo dalle parti dello splatter con schizzi di sangue finto che vanno da tutte le parti, anche sulla lente della telecamera.
E ritorniamo alla domanda di base:
Django Unchained è un bel film?
La risposta è ni: piacevole ma non mi ha appassionato come altri di Tarantino, godibile per singoli capitoli ma veramente triturante sulla lunga distanza, citazionista e derivativo fino allo sfinimento ( ma è una specialità della casa) e con un pugno di grandi attori usati magnificamente.
Ecco, vedere un Christoph Waltz così bravo o un Samuel L. Jackson che quando è in scena attira tutta l'attenzione dello spettatore impedisce di distruggere sistematicamente questo film come faranno molti.
Ma per me non è il capolavoro che molti stanno spacciando.
E' un film in cui il presunto protagonista è il personaggio in realtà meno interessante di tutto il cast.
E questo se non è il peccato originale poco ci manca.
E se lo avesse chiamato Doctor Schultz Unchained?
( VOTO : 6 / 10 )