(CONTIENE QUALCHE PICCOLO SPOILER)
Più vedevo questo film e più pensavo che ormai Ang Lee di orientale ha poco o nulla. Soprattutto in una storia come questa che poteva partire come un film bollywoodiano e poi trasformarsi in una sorta di Cast Away girato su una scialuppa di salvataggio.
Vita di Pi è Hollywood a 24 carati nell'impianto visivo ( un 3 D misterioso perchè il film lo prioiettano in 2 D visto che tutte le sale attrezzate sono destinate ai nani di Peter Jackson), con una spruzzata più che generosa di new age e una storia di sofferenza e riscatto che piace tanto sulla West Coast.
Ang Lee si dimostra molto "fubbo" nel miscelare al meglio questi ingredienti e dare in pasto al pubblico un prodotto accattivante e rassicurante al tempo stesso.
Dopo una prima parte in cui sfilano talmente tanti animali in primo piano ( si parte da uno zoo e si passa in rassegna molta della fauna) in cui si può iniziare tranquillamente giocare ad accostare un conoscente a ogni essere vivente inquadrato ( sia mammifero che piumato ) il film procede in modo tutto sommato convenzionale con un racconto in flashback della vita di Pi dalla sua infanzia. Una parte introduttiva con conoscenza anticipata della tigre che serve solo come antipasto alla tempesta perfetta che porterà Pi sulla scialuppa assieme al felino di cui sopra, una zebra , una iena e un orango.
E qui c'è un'altra furberia : se uno pensasse di trovarsi di fronte a una lotta tra il buono Pi e la cattivissima tigre sbaglia . Perchè c'è la iena di mezzo che fa fuori la zebra e l'orango e poi viene a sua volta uccisa dalla tigre che così agli occhi dello spettatore non assume più connotazione totalmente negativa.
Da qui in poi la convivenza tra Pi e questa tigre in CGI che è forse la parte migliore del film. Lotta per la sopravvivenza ma anche quel minimo di complicità da parte di Pi che si trova a catturare animali per nutrire la tigre ed evitarne la morte, lui fervente seguace di molte religioni e del credo vegetariano a tavola.
Il viaggio è la nascita di un rapporto monolaterale perchè se per Pi la tigre diventa una sorta di amico un po' speciale per la tigre rappresenta poco più che uno spuntino.
Insomma la storia della rana e dello scorpione raccontata da Orson Welles. Richard Parker non potrà mai essere amico di Pi. Due nature troppo diverse.
Infine il dubbio che il film instilla nello spettatore proprio nel finale: storia vera o inventata da una fantasia lanciata al galoppo da oltre 200 giorni di naufragio?
Difficile valutare un film come questo: ha tutto il necessario per essere urticante eppure ha qualcosa che non permette di condannarlo in toto perchè in fondo questa storia di un'amicizia un po' particolare in qualche maniera fa breccia nel cuore dello spettatore.
Tante altre cose no : a partire dalla new age usata come specchietto per le allodole, passando per la tigre in CGI la cui fluidità di movimento a volte è eccezionale, altre volte mostra tutta la sua "virtualità", per arrivare a un cameo oltre le soglie del ridicolo dello "chef" Depardieu.
Ho visto che Vita di Pi è stato definito il nuovo Avatar dai pubblicitari: questa è la testimonianza provata che questi costosissimi creativi, quando studiano gli slogan per lanciare un prodotto , bevono ad alti livelli.
Per accostare questo film ad Avatar ci vogliono pinte di grappa.
Anche perchè il sottotesto di Pi, inatteso, arriva da buon ultimo ed è più profondo del previsto: si riflette sulla potenza anche allegorica che può avere un racconto e sulle tante sfumature che da vita reale lo trasformano in mito da tramandare negli anni.
Il problema fondamentale del film di Ang Lee è che tolta l'impalcatura visiva ( in certi momenti anche un po' pacchiana) del film rimane ben poco se non fosse per una parte finale che sorprende più per quello che dice che per quello che fa vedere.
Consoliamoci: Vita di Pi aveva tutte le credenziali per essere un tonfo clamoroso e invece Ang Lee dimostra ancora una volta la sua bravura cerchiobottista con un film che contiene momenti di assoluta epicità ( la lotta per la sopravvivenza contro gli elementi naturali ) e altri di un kitsch talmente ingenuo da far sorridere ( il momento delle visioni mistiche o i pesci volanti).
Un film hollywoodiano che cerca di travestirsi da qualcosa d'altro e che sferra il suo colpo di coda quando meno te lo aspetti.
C'è di che accontentarsi.
( VOTO 6 + / 10 )