I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

mercoledì 6 gennaio 2016

Top of the flops. I peggiori horror del 2015. Per me.

Dopo la classifica del meglio horror del 2015 non poteva certo mancare il rovescio della medaglia perché per tanti buoni titoli arrivati sui nostri schermi , ce ne sono altrettanti, se non più che fanno rimpiangere o quasi l'affiliazione al genere.
Complessivamente l'anno però è stato molto soddisfacente , sono uscite delle vere e proprie perle che faranno parlare di loro anche nei prossimi in termini di carica innovativa e linguaggio cinematografico.
Solite istruzioni per l'uso: classifica assolutamente personale che non ha alcuna pretesa di essere oggettiva e inevitabilmente c'è qualche titolo del 2014...
Passiamo alla monnezza...o quasi.

10 ) FROM THE DARK

Dispiace che il regista di Stitches sia stato poi costretto a lavotare con un budget miserrimo e con un copione che puzzava di stantìo a prima vista.
Dopo un quarto d'ora di film è già tutto sul piatto: il morsicato che certamente si trasformerà, la brughiera irlandese buia e minacciosa, una fattoria che sembra piazzata nel centro esatto del nulla, due idioti che non vedono altra soluzione che dividersi per cercare aiuto.Il problema del film non è tanto nella sua realizzazione che pure è apprezzabile, McMahon sa come piazzare la macchina da presa, sa creare la giusta tensione, sa dosare le sequenze più spaventose piazzandole nei punti strategici del film.
Il problema è che tutto questo è stato già visto migliaia e migliaia di volte, potrei mettermi a citare decine di film che hanno preso le mosse da questo spunto  e che lo hanno sviluppato praticamente alla stessa maniera, ma sinceramente mi viene noia solo a scrivere i vari titoli.
E poi abbiamo il buio, buio a strafottere.
Certo per un film con questo titolo non mi sarei dovuto aspettare altro ma qui è veramente troppo , devi strizzare gli occhi in molte occasioni per cercare di capire qualcosa di quello che sta succedendo.
A dir la verità di sorprese non ce ne sono poi tante, tutto è abbastanza prevedibile e scontato e questo è veramente un peccato per un regista vecchio stampo come McMahon ( uno di quegli uomini di Stitches sembra tornare indietro , alle sue origini, ma in maniera infruttuosa, deteriore.
cinema capaci di fare un po' tutto dalla scrittura, alla regia, al montaggio e agli effetti speciali visivi e sonori ) che dopo

9) THE LAZARUS EFFECT

Jason Blum con la sua politica del minimo budget e del massimo profitto ha messo in circolazione robetta buona e meno buona. Questo film fa parte del reparto ciambelle uscite senza buco.
Peccato perché la prima parte era intrigante.Il film poi invece precipita in una seconda parte che spesso esonda nel ridicolo involontario, scivola nello stereotipo  e nella caciara dell'effettaccio facile , non c'è più approccio scientifico che tenga e anche quel barlume di intelligenza che si riscontrava in dialoghi non sempre banali, viene spento definitivamente , immolato all'altare dello spavento preconfezionato ad esclusivo uso e consumo del teenager brufoloso che affolla le sale cinematografiche americane.
Meno male che l'agonia dura meno di 80 minuti.

8) THE GREEN INFERNO

Eli Roth mi sta simpatico, davvero e trovo meritoria la sua attività di produttore per possibili new sensations del firmamento horror. Ma quando si posiziona dietro la macchina da presa cominciano i problemi. Soprattutto quando si vuol far passare un messaggio politico.
Ecco la politica in The Green Inferno.
Parliamone.
Il film pone sullo stesso piano la mostruosità dello sfruttamento della foresta amazzonica e della distruzione delle popolazioni che lì vivono da millenni, a quella degli autoctoni che non si fanno scrupolo a mangiare propri simili, a essere dediti alla pratica del cannibalismo.
Anzi. forse quello che uccidono per denaro per rubare chilometri quadrati di verde al pianeta sono peggiori.
Ora va bene tutto, il messaggio che si legge tra le righe posso anche parzialmente approvarlo ma sembra veramente tutto scritto con i piedi, talmente grossolano da esondare nel ridicolo involontario tutto talmente esibito da risultare sovraccarico e fastidioso.

7) POLTERGEIST 

E' il remake di uno dei miei horror preferiti.Ed essendo pedestre, nonostante il budget non è passato indenne sotto le mie forche caudine.
La domanda a cui mi preme rispondere prima di tutto è questa: era necessario il remake di un film bello come Poltergeist di Tobe Hooper che dopo più di 30 anni è ancora vivo, moderno e scalcia con noi?
La risposta è no.
ASSOLUTAMENTE NO.
La seconda domanda che guardando questo film uno si deve porre penso che sia questa:
se non si fosse trattato di un remake inutile e posticcio, quindi se non ci fosse stato l'ingombro dell'originale, avrebbe funzionato come film?
Ecco, temo che anche a questa domanda sono costretto a rispondere con un bel no.
Poltergeist di Kenan anche facendo finta che non esista l'originale è un film che non funziona.
Assomiglia a troppa paccottiglia horror che passa sugli schermi cinematografici in questi ultimi tempi, non ha quel guizzo visivo nonostante effetti speciali costosi ( il budget è consistente, 62 milioni di dollari), ha una scrittura piatta popolata di battute che starebbero meglio in bocca a un cowboy piuttosto che a un onesto padre di famiglia.Altra cosa che ho trovato insopportabile è quella timidezza che caratterizza alcune sequenze che potrebbero far incorrere in film in spiacevoli divieti che ne abbasserebbero drasticamente gli incassi.,
Sotto questo profilo l'origjnale è molto più spinto.

6) INSIDIOUS 3 - L'INIZIO

Per quanto mi riguarda una saga che non ha più nulla da dire. Forse già non aveva più nulla da dire a partire dal primo film. In realtà Insidious 3 - L'inizio rispetto agli altri due film della serie è un po' quello che è Annabelle per The Conjuring.
Una rimasticatura, fatta male, della stessa storia, con gli stessi ingredienti a cui manca però l'armonia, il sale della vita , manca l'anima per far diventare il tutto un bel film.
Non che i primi due esponenti della serie fossero due capolavori però a loro modo erano film onesti che portavano avanti un loro stile in maniera genuina.Insidious 3 : L'inizio è la saga dello spavento indotto meccanicamente, del colpo di scena telefonato e dello smanettamento sul volume degli effetti per provocare un po' di thrilling dall'altra parte dello schermo.
Tutti trucchi ampiamente visti, rivisti e stravisti che nelle mani di un regista al suo esordio gli fanno fare la figura del pivello che prova a imitare quello che fanno i grandi.
E quando la medium prende letteralmente a capocciate uno spettro, cosa mai vista in tanti anni di onesta militanza nel genere, allora abbiamo raggiunto il fondo e forse siamo andati anche un po' più in basso....

5) HEADLESS

A differenza degli altri questo è un titolo parecchio di nicchia ma di cui molto si è parlato nell'underground horror, molto spesso in termini più che lusinghieri, anche entusiastici.
Termini che non ho condiviso per nulla.Diciamolo subito, Headless è un film per pochi, pochissimi, per tutti quei fan dell'ultra gore , dell'ultra splatter e di tutti quei film in cui si cerca di alzare a livelli siderali l'asticella del filmabile.
Ecco in Headless la cinepresa non si sottrae di fronte a nulla.
La novità di Headless , se di novità si tratta, è il risalire alle radici della psicopatologia che ha portato il protagonista a diventare cotanta macchina di morte e un necrofilo della peggiore specie.
La storia narrata nel film è piuttosto elementare, episodica e spesso si ha la sensazione che , come in un film porno, le parti in cui non c'è lo splatter, la necrofilia o il gore, siano meri riempitivi di nessuna importanza che hanno solo il compito di traghettare lo spettatore da una sequenza shockante all'altra.
E per uno spettatore poco smaliziato oppure poco abituato a certe brutalità assortite , l'effetto è assicurato.Headless che fa dell'eccesso il suo verbo, ai miei occhi appare come una pacchianata gratuita interessante solo per il tentativo di indagare sulla genesi del disagio che porta a diventare dei killer seriali sanguinari e perversi ( ed è interessante come vengono confezionate queste sequenze sempre in un limbo tra l'onirico e il grottesco) in cui la dose di perversione sessuale è piuttosto cospicua ma anche questa a tratti esonda nella caricatura.

4) OUIJA

Altro giro sull'ottovolante di Jason Blum e altro buco nell'acqua, peggiore del precedente.E che cosa si può cavare da una ditta di giocattoli che commercializza un suo prodotto,la Hasbro che pubblicizza la sua tavoletta Ouija, da Michael Bay che fa il produttore ( e che guarda casa deve la sua fortuna cinematografica a una saga di film imperniata su giocattoli) e da Jason Blum che con la sua Blum House fa un tot di film al kilo mettendo sul piatto per ogni film solo cinque milioni di dollari?
La cosa che esce è Ouija, diretto dal carneade degli effetti speciali Stiles White , qui al suo esordio alla regia e che il film se lo è anche cosceneggiato.
Un (falso) horror che spaventa meno di un telegiornale di Italia Uno e che non è degno neanche di essere trasmesso in terza serata nel palinsesto estivo della peggior tv via cavo americana
Quindi uno slasher sotto mentite spoglie ( mascherato da film di fantasmi) in cui il meccanismo narrativo cigola ad ogni twist di sceneggiatura con più buchi logici che una forma di groviera svizzero e questo è testimoniato anche dalla confessione che ha fatto la protagonista costretta assieme agli altri attori del cast a rigirare praticamente metà film dopo l'ufficiale fine delle riprese per tappare qualche falla che nel frattempo si era aperta a una revisione del materiale...

3) THE GALLOWS

Ancora Jason Blum e ancora monnezza in formato panoramico. Ma anche no perché qui siamo di fronte all'ennesimo found footage realizzato con i piedi.
Che dire dell'ennesimo found footage mandato al macero nella calura estiva come fosse il peggiore dei fondi di magazzino?
Direi che per una volta hanno avuto ragione, anzi non dovevano neanche farlo arrivare in sala, essendo l'ennesimo filmetto girato con la telecamera imbracciata in malo modo da un malato di delirium tremens e che oltre al mal di testa non ha nulla da regalare all'ignaro spettatore.
Ora io a uno come Jason Blum ci voglio anche bene ma ormai per trovare buoni film nelle sue
produzioni li dobbiamo cercare col lanternino e quindi comincio un po' a stufarmi di questa ricerca.
Dal suo punto di vista lui fa un lavoro splendido: con soli 100 mila dollari di budget incassa la bellezza di 22 milioni solo negli USA e vuoi che non continui a produrre tale monnezza?
Anche io lo farei al posto suo.
Alla vergogna non c'è mai fine e questi si presentano con un film che è la fotocopia di millemila altri film, costruito con la stessa tecnica e lo stesso menefreghismo nel cercare di costruire un minimo di suspense degna di questo nome o una-sequenza-una che ti faccia almeno sollevare un minimo la palpebra o risvegliarti dal torpore che inevitabilmente ti ha attanagliato nella prima metà del film in cui succede veramente poco.
Per non dire nulla.

2) THE HUMAN CENTIPEDE III ( FINAL SEQUENCE)


Ho apprezzato parecchio i primi due film della serie e aspettavo questo con una certa trepidazione. che si è trasformata in un diludendo cosmico.The Human Centipede III ( Final Sequence) esattamente come faceva il secondo film col primo, sceglie di non essere un sequel ma di raccontare tutta un'altra storia impantanandosi , ma di brutto , nella acque malmostose della metacinematografia , è di una noia mortale per come non sappia dove andare a parare e che il famoso millepiedi umano è solo uno specchietto per le allodole che nel film ha un ruolo risicatissimo.
In più c'è l'aggravante della recitazione: fatta la tara alla segretaria di Bill Boss che viene dal porno e quindi in un certo qual modo può essere anche giustificata, fatta anche la tara al cameo di Eric Roberts che quasi scompare in un abito di qualche taglia più grande( ma trovare qualcosa che gli stesse un po' meglio era così difficile?)  si sopporta poco il  personaggio untissimo di Dwight recitato da un Laurence R . Harvey ( il protagonista del secondo capitolo , film che gli ha dato notorietà e gli ha fatto iniziare la sua carriera di attore) caricaturale con quel baffetto hitleriano e l'occhio perennemente pallato e non si sopporta affatto un Dieter Laser , nella parte di Bill Boss, che sembra incapace di recitare una battuta senza urlare e senza gesticolare come un ossesso.
The Human Centipede ( Final Sequence) non si riesce a salvare neanche con l'apparizione del millepiedi umano che compare troppo poco e troppo tardi.
Per quanto mi riguarda è da evitare come la peste bubbonica.

1) AREA 51

Per fortuna sui nostri schermi non è arrivato ma si sa che i nostri distributori sono sempre attratti dalla m...come le mosche.
Formato : found footage.
Regista : Oren Peli
Produzione : Blum Productions.
Ecco, credo di avere già detto tutto.
Quando un miracolato ( da Spielberg) come Oren Peli che ancora sfrutta il successo dell'infame saga di Paranormal Activity incontra un produttore senza scrupoli come Jason Blum che per principio investe nei film che produce al massimo 5 milioni di dollari, beh allora l'infamata cinematografica è dietro l'angolo.
E si chiama Area 51.
Mi rifiuto di credere che questa cosa, chiamarlo film è un po' troppo, sia costata cinque milioni, se così fosse bisognerebbe allertare l'FBI per sapere nelle tasche di chi sono andati a finire questi milioncini.Area 51 è un found footage nel senso deteriore del termine che per quasi un'ora mena continuamente il cane per l'aia annoiando perniciosamente e cercando di confezionare il più elegantemente possibile il vuoto pneumatico che lo caratterizza , per l'ultima mezz'ora si comporta come un Chernobyl Diaries qualunque. quindi confusione a manetta, buio e immagini sfocate che dovrebbero incutere timore ma in realtà si rivelano presto per quello che sono: una grandiosa presa per il culo dell'ignaro spettatore.
A livello cinematografico non c'è nulla di cui parlare, è un film che dura 90 minuti scarsi ma sembra che duri il doppio, si guarda in continuazione l'orologio giusto per vedere quando finirà l'agonia.
E comunque vada , finirà sempre troppo tardi.
Per me è il peggiore dell'anno...senza rivali.


E per oggi mi fermo qui...ci sentiamo presto per le classifiche dei film un po' più seri....

sabato 2 gennaio 2016

Top of the tops. La mia horror list del 2015

Lo so che è un po' che sono assente ma , in attesa di tempi migliori , non potevo certo esimervi dal compilare una di quelle pallosissime classifiche di fine anno che trovate ovunque in questo periodo.
Quest'anno un po' in tono minore perché se è vero che normalmente queste liste sono incomplete per definizione , beh , questa è più incompleta del solito.
Parlerò di film visti nel 2015 quindi è inevitabile che dentro ci finisca anche roba del 2014 che qui da noi arriva con solito eone di ritardo.
Bando alle ciance e cominciamo.

10) WHEN ANIMALS DREAM
Un piccolo film danese che coniuga un'ambientazione nordica da urlo , l'horror e il genere del coming of age. In ogni caso un piccolo gioiellino a cui fare molta attenzione.
Probabilmente l'horror non è neanche il genere a cui guarda Amby, perché in realtà When Animals Dream ( titolo che occhieggia a Philip K Dick) è da considerare più che altro un romanzo di formazione.
O meglio di deformazione , la giovane Marie sta andando incontro a modificazioni del suo corpo indipendenti dalla sua volontà e scopre che , suo malgrado, c'è qualcosa di misterioso che la lega alla malattia della madre.


9) MUSARANAS

L'orrore stavolta vien dalla Spagna franchista ed è racchiuso in quattro mura domestiche.Musarañas  ( toporagno ) è il film d'esordio di due giovani registi, Juanfer Andres ed Esteban Roel, anche cosceneggiatori, ed è stato prodotto da Alex de la Iglesia con la sua neonata casa di produzione deputata alla scoperta di nuovi talenti, la Pokeepsie Films.Se Juanfer Andres ed Esteban Roel sono la mente, Macarena Gomez è un braccio perfetto, già il solo vederla con quegli spilloni che in mano sua possono diventare un'arma mortale ( un'arma molto hitchcockiana a dire il vero), fa correre neri brividi lungo la schiena.
E la seconda parte del film  è un lungo gioco al massacro che coinvolge in primis il rapporto tra le due sorelle, enigmatico fin dall'inizio.


8) GOODNIGHT MOMMY

Austria , credo che basti solo la parola.Goodnight Mommy è l'esordio nel lungometraggio di fiction di
Veronika Franz ( moglie di Ulrich Seidl e sceneggiatrice di alcuni suoi film) e di Severin Fiala.Quello che salta all'occhio è anche il debito estetico che il film paga a uno dei film di Almodovar più criticati degli ultimi anni, La pelle che abito, a sua volta ispirato ai melodrammi fiammeggianti di Sirk, alle storie d'amore asfissiante alla Fassbinder, ma soprattutto a quella maschera immota, dagli occhi sempre mobili e dall'aspetto inquietante che era il punto focale di un magnifico film di Georges Franju, Occhi senza volto , che riesce ancora a sorprendere e terrorizzare a più di cinquanta anni di distanza.E' un film dalla superficie patinata, dai contrasti accesi ( i colori neutri dell'interno casa che sembrano la cartina di tornasole attraverso cui guardare la vegetazione lussureggiante che c'è intorno casa , ingentilita dai caldi colori dell'estate) , dal cromatismo studiato nei minimi termini ( vedere per credere l'abbinamento dei vestiti dei gemelli) che poi nel finale lascia vedere allo spettatore quell'abisso che aveva solamente intravisto tra le righe, tra le pieghe di una narrazione avara di dialoghi ma ricca lo stesso di sfumature.

7) WE ARE STILL HERE

Un tuffo nel vintage horror di quelli che ti scaldano il cuore.Ambientato nel 1979 , We Are Still Here mette subito in chiaro il suo gioco: casa infestata , fantasmi, difficile elaborazione del lutto,una comunità chiusa che dietro l'apparente simpatia mostra segni di ostilità senza preoccuparsi di nasconderli,  un'ambientazione innevata, immacolata che aspetta solo di essere colorata col rosso del sangue.We Are Still Here dimostra ancora una volta che si possa fare del bel cinema di genere pur lavorando su un canovaccio consunto.
Merito di una regia che scandisce i tempi come un metronomo, merito di una recitazione più che all'altezza, cosa non scontata per il genere.

6) DEAD SNOW 2 : RED VS DEAD

Una bomba assoluta che va ben oltre il primo film della serie: raramente ho visto un helzapoppin horror così divertente, autoironico e trascinante.In questo sequel è tutto amplificato, l'esperienza multisensoriale (
il piacere per occhi, orecchie e stomaco , per chi ce l'ha foderato di cemento armato) è rafforzata in un film in cui il budget è nettamente superiore al primo ma è solo un decimo rispetto al film girato in quel di Hollywood ( siamo sui cinque milioni di euro più o meno, ridicolo per gli standard americani ma più che adeguato per quelli europei e stratosferico per il cinema norvegese).
Le citazioni raimiane si sprecano ( e il gioco divertente sta proprio nell'individuarle) in una pellicola che è girata soprattutto in esterni e si permette numerose sequenze di massa con zombie e senza l'aiuto della computer grafica: sono zombie veri, in carne putrida e ossa decomposte e si menano come ossessi con qualsiasi oggetto a loro disposizione.


5 ) WHAT WE DO IN THE SHADOWS

Ancora una volta i neozelandesi dimostrano di stare mediamente male e lo fanno di un film che si prende allegramente gioco di tutti i topoi dei film di vampiri e dei mockumentaries.What We Do in the Shadows è una fucina continua di trovate comiche che ogni volta sorprende per il suo situarsi continuamente tra i clichè horror ( tutta l'iconografia vampiresca è presente e c'è anche copioso sangue che zampilla da carotidi e giugulari) e la comicità che arriva al demenziale puro.
.Effetti speciali volutamente artigianali con sporadiche apparizioni della computer grafica danno al film un look vintage assai accattivante e che si adatta perfettamente all'età degli occupanti della casa.
L'utilizzo della tecnica del mockumentary non è sinonimo di economia realizzativa oppure di un aspetto della pellicola impreciso e trasandato, in realtà la confezione è scintillante, non da mockumentary, diciamo che la presenza dei documentaristi permette ai protagonisti di ammiccare alla macchina da presa per avere un contatto più diretto col pubblico.
E' un espediente narrativo usato brillantemente.


4) SPRING 

Amore e horror su uno sfondo incontaminato di Puglia. E per una volta noi italiani non siamo visti solo come pizza e mandolino.L'interrogativo che sta alla base del film è sempre il solito: si può fare veramente tutto per amore?
Una questione non da film horror ma più da melodramma ed effettivamente nell'ultima parte del film, quella in cui l'orrore dovrebbe venire finalmente fuori secondo tutti gli stilemi del genere, Benson e Moorhead abbandonano la via maestra per raccontare altro.Spring è comunque un film importante, un horror che vuole parlare di sentimenti senza per questo essere sciocco e stucchevole , anzi con quella intrigante ambizione di raccontare una di quelle storie larger than life che qui a bottega piacciono tanto.
E' bella la storia d'amore tra Evan e Louise, è raccontata in modo splendido ed incorniciata ottimamente su uno sfondo da favola.

3) IT FOLLOWS

Uno dei titoli più sorprendenti dell'anno in quanto a stile e contenuti.
David Robert Mitchell guarda esteticamente indietro agli anni '80, regala cospicui riferimenti allo slasher degli anni che furono, rifiuta in toto l'estetica preconfezionata dell'horror moderno, plasticoso e troppo ricco di computer grafica per essere realmente terrorizzante.
Anzi , dirò di più : in alcune sequenze ( vedi quelle della piscina o quella della fuga dalla battigia) si ha l'impressione che il nostro non voglia calcare la mano fino in fondo.Vuole suggerire orrore, non vuole mostrarlo ma anche nella suggestione è come se ponesse un freno.

2) A GIRL WALKS HOME ALONE AT NIGHT 

Può esistere una simulazione di film di vampiri iraniano realizzato interamente negli USA?
Esiste, esiste.
A Girl Walks Home Alone at Night è un film che è riduttivo definire horror.
Girato in un bianco e nero molto contrastato, parecchio stiloso, stracolmo di citazioni intelligenti e mai pedanti , è una storia d'amore in cui il vampirismo è parte fondamentale ma viene raccontato cercando di sottolineare la sua aura romantica e decadente più che la carica orrorifica , di tensione e di
paura.Amy Lily Amipour è regista cinefila e si vede, come si vede dalle sue foto che si specchia nella protagonista, Sheila Vand, bella ma di una bellezza intensa e sfuggente, ragazza emancipata , molto hipster che però non rinuncia al suo chador quando nella notte si aggira per le vie deserte della città alla ricerca di prede.E poi vedere un vampiro donna con lo chador e che usa lo skateboard è qualcosa di veramente mai visto.

1) THE FINAL GIRLS

Per me l'horror dell'anno in termini di linguaggio cinematografico e stile.Andando ad esaminare i credits del film non si può non rimanere sorpresi: e chi si aspetta un gioiello di metacinema di siffatta bellezza dalle menti di due sceneggiatori praticamente esordienti ( Fortin e Joshua Miller ma costui è stato attore con un discreto curriculum) e da un regista, Todd Strauss-Schulson, molto attivo in tv, con molti corti nella sua carriera e pochissimo cinema?
The Final Girls prende spunto, linfa vitale da questo per mettere in campo tutta la sua genialità.
Cita palesemente uno degli slasher più famosi della storia del cinema, ogni riferimento in questo film a Venerdì 13 è puramente voluto, lo disseziona vorticosamente ma non come farebbe l'allegro chirurgo in un gioco da tavolo, ma proprio come un anatomo patologo attento a studiare il suo reperto, a rispettarlo profondamente  non rovinando nulla e consegna al pubblico un piccolo The Final Girls un film vincente sotto tutti i punti di vista è la sua ironia, o meglio la sua autoironia.
capolavoro di cinema nel cinema.Altra cosa che rende
Siamo nel metacinema puro ma non ci prendiamo affatto sul serio si ride e non ci sono spiegoni trituranti.
E usciamo di scene sulle note di Bette Davis Eyes.
Chiusura perfetta.


Chiusura perfetta anche per questa classifica.
A presto, folks!!!