I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

venerdì 17 febbraio 2012

Nauta ( 2010 )


Nauta è quello scoglio su cui si va a suicidare il cinema no budget italiano che si vuole ammantare di velleità autoriali.
Storie di derive umane e sentimentali all'inseguimento di un mitico fenomeno chiamato shen, una specie di raggio verde che si vede all'orizzonte e che pare abbia proprietà taumaturgiche. 
Ma non è un raggio e non è nemmeno verde.
E' una brillanza ma non è lo shining di Kubrick e del dull boy Nicholson.
Sinceramente non l'ho neanche capito tanto che cosa è questo shen a meno che non sia la visione lisergica di un eremita che si droga in vena mediante soluzioni diluite meno del 7 %.
E farsi droga in cubetti per via parenterale è garanzia di visioni a tempo determinato appena prima di abbattersi come un pioppo sul bagnasciuga.
Nauta è un brutto film ed è da considerarsi ancora meno riuscito viste le ambizioni che non nasconde. E poi ha quella patina insopportabile new age che fa venir voglia di smettere di vederlo.
C'è la solita tiratina alla giacchetta per l'Italia delle raccomandazioni e dei sottosegretari maneggioni e soprattutto c'è una improbabile serie di personaggi stereotipati che tolgono ulteriore aria a un film già dal fiato cortissimo.
C'è il marinaio bel tenebroso, novello capitan Findus, che si sfonda di birre ed evacua perle di saggezza manco avesse fatto un'overdose di Euchessina, c'è il ricercatore sfigato che ha tanti film immaginari che gli girano per la testa, c'è lo sciupafemmine impenitente,classico bronzo di Riace che ha lasciato a casa il cervello e c'è pure la femmina da essere sciupata a comando con discrezione facendolo sapere solamente a tutti quelli che sono sulla barca su cui stanno navigando.

Probabilmente se Luca "The Voice" Ward fa più il doppiatore che l'attore un motivo ci sarà e con Nauta conferma che la voce è la sua dote migliore,soprattutto se prestata ad altre facce.
Nauta è un gruppo di estranei che fa conoscenza in un interno barca. Ma francamente , delle loro sciocchezze e delle loro frustrazioni se ne hanno piene le tasche subito.
Deve essere assunto a piccole dosi, perchè davanti agli occhi sbagliati potrebbe avere gli stessi effetti collaterali di una pinta di Guttalax
E meno male che ha vinto un premio per lo sviluppo della sceneggiatura. 

( VOTO : 3 / 10 ) 

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