I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

giovedì 23 febbraio 2012

Big Bang , Juvenile A ( 2006 )


La rilettura del genere del dramma carcerario secondo Takashi Miike.
Il carcere visto come sfondo teatrale della relazione difficile da spiegare che lega a filo doppio le esistenze di Jun ,appena arrivato in prigione per aver risposto in maniera fin troppo violenta alle avances di un cliente , e quella di Shiro, violento esponente yakuza (almeno a giudicare dai vistosi tatuaggi che occupano tutta la sua schiena), che arrivato in prigione a suon di botte scala subito tutti i gradini della gerarchia carceraria ( almeno tra i detenuti).
L'avvenimento chiave attorno al quale ruota tutto il film è la misteriosa morte di Shiro di cui viene incolpato Jun trovato praticamente con le braccia al collo del trapassato.
E se lui appare l'omicida meno probabile per il sentimento amoroso che  lo lega indissolubilmente a Shiro, si scopre ben presto che ci sono tanti altri che avrebbero voluto la morte del ragazzo, compreso il direttore del carcere.
Ma naturalmente con Takashi Miike la sorpresa è sempre dietro l'angolo.
Big Bang Juvenile A è un film caratterizzato da un raffinatissimo montaggio,sincopato, che alterna tagli velocissimi all'uso forse pure ostentato del piano sequenza che spezza decisamente il ritmo del film, come una pausa di riflessione che ricorre più volte durante l'opera.
Miike si comporta come un chirurgo con il suo bisturi che scompagina sequenze e le riorganizza in modo differente facendo vedere tutto da differenti punti di vista.
Film assolutamente non facile da metabolizzare ma per questo ancor più stimolante caratterizzato da un particolare uso della tavolozza cromatica che sommato allo straniato modo di illuminare la scena conferisce al tutto un aspetto decisamente teatrale.

Big Bang Juvenile A è dramma sospeso nel tempo e nello spazio in cui gli esterni ( il razzo, la piramide) possono essere considerati la rappresentazione metafisica di tutto quello che si agita nella mente dei suoi protagonisti, forse sono semplicemente una proiezione della loro mente, mentre altri personaggi col passare dei minuti e con l'avvicendarsi delle prospettive assumono carattere sempre più delirante( la figura del direttore del carcere e il fantasma della moglie che appare come una solenne presa in giro degli spettri del J-horror).
Big Bang Juvenile A è forse uno degli esempi più fulgidi dell'innata capacità di Takashi Miike di travalicare il concetto di genere cinematografico, a volte regalando al pubblico le sorprese più bizzarre a volte, come in questo caso, scrivendo le pagine migliori del suo concetto di fare film.
Un cinema personale, poliedrico, rigoroso nella sua assoluta libertà stilistica.

( VOTO : 7,5 / 10 ) 

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