Blind è un thriller che non ha nessuna pretesa di voler riscrivere le regole del genere.
E' semplicemente la testimonianza che il cinema sudcoreano quando si tratta di narrare le gesta di serial killers può insegnare molto a tutti, americani compresi.
Una ragazza scomparsa, vittima di un pirata della strada, la polizia come al solito brancola nel buio come si suol dire però stavolta ci sono due testimoni: peccato che uno di questi è Soo-ah, una ragazza non vedente (ma ha l'acutezza degli altri sensi simile a quella di Spider Man e una capacità deduttiva non inferiore a quella di Sherlock Holmes) e l'altro è una specie di disadattato con capigliatura punk, Gi-seob che racconta una versione diametralmente opposta a quella della ragazza.
C'è spazio per i traumi pregressi della ragazza, cresciuta in orfanotrofio, ex studentessa all'Accademia di Polizia e causa involontaria della morte di suo fratello e per l'evoluzione in positivo degli altri personaggi principali del film: Gi-seob, che alleandosi con Soo-ah cercherà di salvarsi dall'efferatezza del serial killer responsabile della scomparsa di diverse ragazze e il poliziotto incaricato del caso che da una posizione inizialmente scettica riguardo alla ragazza poi con il suo ausilio cerca di rimettere assieme tutte le tessere del puzzle.
Blind non è un whodunit: scopriamo subito l'identità del killer, seguiamo i suoi movimenti, conosce la testimone mentre lei riconoscerebbe solo la sua voce.
E il lato thrilling del film aumenta perchè accanto alla solita, cronica incapacità della polizia ( un classico nel cinema coreano di genere) assistiamo a un gioco perverso tra il carnefice e quella che potrebbe diventare la sua prossima vittima, la testimone.
Sotto certi aspetti è una pellicola abbastanza convenzionale, lo spunto non è inedito(partiamo dagli anni 60,con Occhi nella notte con Audrey Hepburn e dagli inizi degli anni '70 con Terrore cieco interpretato da Mia Farrow) ma il film funziona per una serie di invenzioni visive(la continua ricerca di trovare una visuale partendo dall'handicap di Soo-ah) e sequenze ad alta tensione emotiva tra cui quella bellissima dell'inseguimento a piedi tra il killer e Soo-ah ambientato nella stazione della metropolitana con lei videoguidata da Gi-seob che le indica la strada da prendere basandosi su quello che vede dalla telecamera del telefonino della ragazza.
Anche il finale all'orfanotrofio è degno di menzione nonostante l'acre aroma del deja vu.
Blind non è un film ad alto tasso di originalità ma si inserisce senza sfigurare nel solco di thriller come I saw the devil, The Chaser , No Mercy e Our Town solo per citare i riferimenti più immediati.
Non ha pretese autoriali ma garantisce due ore di intrattenimento di buon livello con una confezione professionale che accompagna una storia ben congegnata.
Uscito ad agosto del 2011 in un buon numero di copie in Corea del Sud, si è mantenuto nelle prime posizioni del box office per alcune settimane riscuotendo un discreto successo di pubblico.
( VOTO : 7 / 10 )
Ah, ma questo era un post da operazione Lazzaro!
RispondiEliminaAlzati e cammina!
Emidio, ma son le stesse cose, identiche.
Thriller convenzionale, un paio di sequenze notevolissime, addirittura l'appunto sulla polizia fantozziana tipico di questo cinema.
Siamo lì, anche col voto :)
Dopo Interstellar e non mi ricordo quale altro film in cui eravamo completamente in disaccordo ci ritroviamo