Dopo una fallimentare trasferta americana( Spread aka Toy Boy)
Mackenzie torna alla sua amata terra d'Albione per ritrovare mano
felice ed ispirazione nel dirigere ,nel segno della fantascieza
distopica, Perfect Sense.
Il nuovo film del regista scozzese è un doloroso apologo sulla perdita
della percezione sensoriale che coicide con la perdità dell'identità.
L'uomo è perchè ha l'olfatto, perchè sente, perchè vede. Accanto alla perdita progressiva della propria identità Perfect Sense narra l'amore incipiente tra due persone sgualcite dalle esperienze precedenti.
Sono Susan, epidemiologa che sta studiando questo strano morbo che fa
perdere all'inizio solo l'olfatto e che si sta affacciando sempre più
numeroso negli ospedali, e Michael , chef, che i suoi sensi è abituato a
usarli in senso meccanico , solo per lavoro.
Perfect Sense ha un'intelaiatura visiva inquietante per come
privilegia alcuni scorci malmostosi di Glasgow e per come sceglie i toni
metallici desaturando ogni colore(e in questo MacKenzie ritorna alle
atmosfere grigiastre di Young Adam) grazie alla fotografia di GIlles Nuttgens e sceglie di ovattare anche la progressione dell'apocalisse.
La storia del morbo che sta avanzando procede parallelamente a quella di Susan e Michael.
Se l'uomo che perde la percezione sensoriale è un uomo che perde se
stesso, Susan e Michael si stanno ritrovando insieme, imparano ad amarsi
nonostante quello che sta accadendo loro intorno e si ritroveranno
ancor di più quando la perdita definitiva dell'ultimo senso, la vista,
li condannerà all'oscurità completa.
Se in Blindness di Meirelles la perdita della vista era lo spunto
per un apologo fantapolitico, qui la cecità è solo l'ultimo gradino di
un escalation incessante che però funge da cotrappunto al ritrovamento
definitivo dei due amanti per i quali in un mondo calato nella tenebra
basta solo sentire il respiro l'uno dell'altra o toccare le lacrime che
scivolano sulle guance del/della proprio/a partner..
L'apocalisse raccontata in Perfect Sense procede subdola, è come
raffreddata, ovattata per l'assenza di suoni con il torbido che viene
fuori da dentro in accessi incontrollati di rabbia distruttiva.
Glasgow è uno sfondo freddo e inospitale, perfetto per accrescere il clima ansiogeno che si respira fin dalla prima sequenza.
Mentre si assapora Perfect Sense, mentre si nota un ritrovato
Ewan McGregor e si viene trapassati letteralmente dallo sguardo e dalla
fisicità di Eva Green, ritorna alla mente il verbo della fantascienza
apocalittica del grandissimo Kyioshi Kurosawa e cioè Kyua (The Cure )e forse ancora di più Kairo ( Pulse ) in cui la catastrofe arriva misteriosamente , senza alcuna ragione.
Proprio come succede in questo film. Non sappiamo da dove viene questa strana sindrome, sappiamo solo dove porta.
"It's dark now,
but they feel each other's breath,
and they know all they need to know, they kiss
and they feel each other's tears on their cheeks.
And if there had been anybody left to see them,
they would look like normal lovers caressing each other's faces,
bodies close together, eyes closed,
oblivious to the world around them.
Because that is how life goes on.
Like that.
(E'scuro ora,
ma loro sentono l'uno il respiro dell'altra,
e sanno tutto quello che c'è da sapere, si baciano,
e sentono ognuno le lacrime sulle guance dell'altra.
E se c'è ancora qualcuno che può vederli,
sarebbero come dei normali innamorati che accarezzano l'uno il viso dell'altra,
i corpi si avvicinano,gli occhi sono chiusi,
immemori del mondo che li circonda.
Perchè è così che la vita va avanti,
e mi piace).
( VOTO : 8 / 10 )
L'impronta da Sundance si nota e anche se nel complesso il film non mi ha entusiasmato granchè, l'idea di un'apocalisse che si concretizza attraverso la progressiva perdita dei sensi però è geniale. E alla fine ne emergono le cose più importanti e che tutti noi, tendiamo spesso a sottovalutare: i sentimenti nobili, l'emozione per le cose più semplici, per la vita stessa...
RispondiEliminaLa sequenza dell'attacco bulimico che precede la perdita del gusto è allucinante!