I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.
domenica 26 febbraio 2012
Gli amanti del Circolo Polare ( 1998 )
L'amore non è un sentimento palindromico.
E' un qualcosa di geometria variabile, il più delle volte asimmetrico che però unisce cuori e corpi senza apparente motivo.
Al contrario di Otto e Ana, nomi perfettamente bifronti che possono essere letti indifferentemente da sinistra a destra o nel senso inverso.
E come anche il cognome del regista.
Otto pensa che il suo amore per Ana sia una di quelle cose larger than life pur essendo partito tutto dalle ali di un aeroplanino di carta e che siano indossolubilmente legati tra di loro da una chimica misteriosa, uno sguardo, un gesto. Il destino, per dirla in una parola sola.
Ana è alla ricerca della coincidenza casuale che le faccia credere finalmente che il suo amore per Otto sia veramente scritto nel libro del Fato.
Il solito scontro tra casualità e destino , insomma , ma Medem flettendo l'unità di tempo in un continuo andirivieni tra infanzia ,adolescenza ed età adulta racconta la storia di due famiglie ristrette che casualmente (o forse no) si uniscono e che così danno il via alla crescita comune di Otto e Ana, fratelli per convenzione ma amanti per volontà.
Medem si specchia ( forse pure troppo) in una forma cinematografica perfettamente controllata e levigata in cui i salti temporali richiedono un minimo d'attenzione in più da parte dello spettatore, ma non si nega l'emozione e il melodramma che scandiscono questo amour fou vissuto ai quattro angoli del globo, fino al giorno senza fine della Lapponia,nel Circolo Polare.
Un giorno senza notte, una sedia in riva a un lago ad attendere, la corsa affannosa verso il furgone postale.
L'amore , come la bellezza, sta nell'occhio di chi guarda.
Ana finalmente ha trovato la coincidenza che cercava, Otto dal canto suo il destino ha sempre cercato di forzarlo con la sua incrollabile volontà.
Ma tutto ciò non basta.
Il film di Medem pur non trattando temi inediti trascina inesorabilmente lo spettatore dentro alla sua spirale di avvenimenti mediati dal caso e dal destino in un crescendo di emozione che culmina con la lunga costruzione della scena finale che si ricollega all'inzio del film.
Che anche il film sia un palindromo che possa essere guardato in entrambi i sensi?
Tra il Memento di Nolan( la scansione temporale flessa a proprio piacimento) e i Palindromes di Solondz (le varie facce di Aviva equivalgono alle varie stagioni della vita di Otto e Ana), Gli amanti del Circolo Polare racchiude in sè echi di Truffaut e di Kieslowski .
Forse un po' troppe coincidenze nella seconda parte ma perchè rovinarsi il gusto con la ricerca ostinata della verosimiglianza?
( VOTO : 7,5 / 10 )
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