Ho l'impressione che con questa storia del mockumentary, vista come simulazione di prodotto amatoriale con gli stessi protagonisti del film che imbracciano cineprese o qualunque altro mezzo multimediale adatto a catturare immagini, sia diventata ormai un comodo paravento per produrre opere a bassissimo costo investendo pochissimo anche per confezionarle preferendo puntare sul marketing virulento.
In questo modo una cosetta di importanza praticamente nulla come la fotografia è lasciata a livello pressochè amatoriale proprio per dare un aspetto più realistico a quello che si vede. Anche gli effetti speciali sono relegati in un angolino mentre si preferisce investire sul comparto sonoro come grimaldello per mettere a nudo le paure di chi guarda.
Credo che questo Chernobyl diaries-La mutazione ( complimenti per lo spoiler inserito direttamente nel titolo dall'intelligentone italiano di turno) sia perfettamente esemplificativo del discorso che ho appena fatto.
Un film che sfrutta tutti, ma proprio tutti i clichet del genere, rubacchiando idee a destra e manca( tipo gli scenari silvestri di The Blair witch project e gli umanoidi di The descent) cercando di impaurire chi guarda il film semplicemente con il sonoro, qualche sequenza a effetto e soprattutto lasciando solo intuire che cosa stia succedendo.
Farlo vedere sarebbe costato troppo.
Eppure vista la piega che prendono gli eventi a far vedere più in dettaglio qualcuna delle creature mutate che infestano tutta la seconda parte del film non credo sarebbe stato così deleterio. Anzi.
Invece il carneade Brad Parker dirige nell'anonimato più totale comportandosi più o meno come l'arbitro di calcio che in zona Cesarini fischia il fallo di confusione a favore della difesa nell'area di rigore ridotta ormai a tonnara.
Non vuole noie, si limita a fare il suo compitino affastellando le immagini fintamente girate dai giovani e buttandola in caciara in una seconda parte dominata dal buio, da qualche fascio di luce che come tracciante fende alcune delle inquadrature giusto per far immaginare perlomeno uno sfondo, ma soprattutto dalle urla disumane di questi poverini, amanti del turismo estremo no Alpitour, che si ritrovano a essere attaccati da orsi, cani e chissà da che cosa altro.
Chi si salverà? Sempre se si salverà qualcuno. E' questa l'unica curiosità del film, la domanda che ti poni fin dal primo momento in cui si forma il gruppetto di ragazzotti aspiranti candidati all'obitorio.
Eppure un film come questo poteva avere le carte in regola per mettere a nudo molte paure: in fondo parla della più grande tragedia nucleare del nostro tempo ( dopo le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki dell'agosto del 1945), di un qualcosa che molti di noi ricorderanno , di una paura che è ritornata fuori prepotentemente con la tragedia del terremoto giapponese.
Efficaci anche gli scenari "postatomici" trovati in Serbia: casermoni disabitati, vestigia di un qualcosa che non c'è più.
Eppure il film non riesce a sfruttare questi punti a suo favore. Colpa di uno script ( a opera tra gli altri del mastermind di Paranormal activity Oren Peli) piatto e con poche idee ma in compenso ben confuse e da una volontà di non andare oltre il solco delle coordinate prestabilite di un genere che ultimamente si è rivelato una gallina dalle uova d'oro per i produttori.
Costi limitatissimi, il solito pugno di giovani facce nuove alla disperata ricerca di visibilità, gli incassi che consentono sempre ( e sottolineo sempre) di coprire i costi di produzione mettendosi anche in tasca un discreto gruzzoletto.
E visto che per questi signori il cinema non è arte ma solo imprenditoria , perchè non dovrebbero continuare a farli?
A questo punto a ridatece Hostel o Turistas. Stessa carne da macello votata al massacro ma almeno si vede qualcosa.
( VOTO : 4,5 / 10 )
A questi punti, meglio che non sia uscito dalle mie parti.
RispondiEliminaSarei sicuramente andata a vederlo, nonostante la consapevolezza di stare pagando per una ca*ata.
credo che non sia fatto nè meglio nè peggio di quello che ci si aspetta dal genere...però a conti fatti sono soldi sprecati...addirittura è uscito dalle mie parti ( terzo mondo della distribuzione cinematografica) e non è uscito dalle tue parti...eppure mi sembra che sia secondo al box office, seppur per mancanza di concorrenti...
RispondiEliminaL'ho visto proprio ieri sera.
RispondiEliminaConcordo in pieno, anche se mi aspettavo sicuramente peggio! ;)
sinceramente anche io ero preparato a molto peggio..alla fine è un prodottino che va più sul mediocre che sul medio...
RispondiEliminaBe', no, dài, Hostel e Turistas no! ;)
RispondiEliminaComunque, a me i mockumentary piacciono molto, mi fanno una paura assurda - chiaro però che devono avere una certa sostanza e di fronte a cose immonde come Apollo 18 mi annoio pure io. A me la trilogia di PA è piaciuta parecchio, quindi con questo Chernobyl Diaries ero piuttosto curioso, poi eh la trama pare veramente ridicola con quelle cose di teen idioti che proprio non sopporto, quindi me lo guarderò non appena esce un rip decente :)
eh eh il riferimento a Hostel e Turistas era solo perchè almeno lì la mattanza è visibile a occhio nudo, qui no. Io direi che è nella media per quanto io non sia un grosso estimatore del genere..e andai a vedere pure The Blair witch project al cinema che però ha un'ultima scena che è rimasta impressa a fuoco nella mia memoria...Chernobyl Diaries non credo che farà la storia del genere ma se sei estimatore troverai pane per i tuoi denti....
RispondiEliminaMa The Blair Witch Project è un capolavorone, è il mio horror preferito e penso la cosa più paurosa che abbia mai visto. :D
Eliminaper me capolavorone non è ma assai sollazzevole e quell'ultima scena ce l'ho ancora piantata davanti agli occhi...:)
Eliminagià solo a sentire la parola mockumentary a me ormai vengono i brividi.
RispondiEliminae non de paura :)
ah ah ah !!!! anche a me ha scassato abbastanza ma poi ti imbatti in Lake Mungo e pensi che alla fine ci si può cavare qualcosa di veramente buono...
RispondiEliminasi sentiva già a distanza, un certo olezzo provenire da questo film... ma la cosa che ora più mi preoccupa è il fatto che Oren Peli sia dietro anche al nuovo film di Rob Zombie.
RispondiEliminaspero che Rob Zombie gli faccia un'offerta che non può rifiutare...
RispondiEliminaOren Peli credo sia il cineasta (parolona) più miracolato degli ultimi tempi. Ormai basta sentire il suo nome per farmi venire l'orticaria.
RispondiEliminaLocation interessante, occasione come sospettavo sprecata. Passo oltre.
Turistas l'ho rivisto l'altra sera e come horror estivo non è neanche male, ma Hostel no, che schifo!
Eh eh vedo che Hostel ha diversi fans...Oren Peli credo che sia diventato il nuovo re Mida dopo la botta di cul...ehm l'investitura di Spielberg. Fino a quando inanellerà insuccessi...
RispondiEliminasi è un film modesto che non aggiunge nulla al cinema horror come lo intendo io Oren Peli ha prodotto un film discreto, quello uscito mesi fa che non mi è dispiaciuto anche se ho storto il naso, ora non ricordo il titolo, il resto sono reality horror che odio a priori e che hanno fatto cominciare la crisi del cienma di genere, resto sempre in attesa di qualcuno che metta fine a questo scempio
RispondiEliminaforse stai parlando di Insidious che comunque qualche buona freccia al suo arco ce l'aveva più che altro perchè aveva un'aria alla Poltergeist...visto il costo minimo e il risultato che portano comunque praticamente sempre a casa per un po' ce li dovremo sorbire...un po' come i reality televisivi...
RispondiEliminaDico la mia: a me "Chernobyl Diaries" ha convinto parecchio, ben oltre le mie aspettative, ne sono rimasto davvero piacevolmente sorpreso. Anzi, forse è stata una delle rare occasioni in cui il trailer è veramente misero e ben poco degno di nota o dotato di chissà quale attrattiva, quasi da farti desistere dalla visione...ma poi sapete come vanno queste cose, arriva mamma 3, ti offre il film gratis e tu ti fiondi in sala per spararti comunque la dose di anestetico più efficace che possa esistere su questa Terra: un nuovo maledettissimo film, il top no?
RispondiEliminaBene, innanzitutto non abbiamo a che fare propriamente con un mockumentary, lo stile con telecamera a mano piuttosto mossa è quello lì, in realtà però la regia che segue gli eventi è oggettiva ed "esterna", solo in alcuni passaggi ci sono dei veri e propri inserti in soggettiva "pov". E secondo me la miscela funziona egregiamente, proprio perché hai quel gusto sottile ed implicitamente inquietante del "found footage", vedi la scena in cui il gruppo che era andato in cerca dello spinterogeno fa ritorno al veicolo (in cui era rimasto jesse mccartney alias lenoardo di caprio dopo il trucco di "j. edgar") e trova soltanto il cellulare con il video di ciò che è accaduto poco prima.
Insomma parliamo di meccanismi certo, artifici? Può essere si, però non c'è niente da fare, a parer mio sono tremendamente efficaci nel filone del genere horror ed anzi, hanno praticamente creato un vero e proprio nuovo stile cinematografico, ormai slegato anche dalla funzionalità diretta con lo svolgersi degli eventi. E' una cifra, un occhio, ed è quasi sempre utile allo scopo: generare tensione nello spettatore, che però è (non dimentichiamolo mai) uno spettatore ormai stra-preparato su tutto, difficile da stupire e soprattutto da spaventare. Parlo a titolo personale, onestamente l'horror di stampo tradizionale non riusciva da tempo a generare in me una qualsiasi forma di strizza, o comunque di immersione ansiogena nella pellicola, beh da "Cloverfield" in poi le cose sono cambiate, cazzo se lo sono. Certo con alti e bassi, opere più o meno riuscite, ma come si fa a non ammettere che un "Paranormal Activity" o un "Rec" (ed altri) siano realmente riusciti nella difficile impresa di imprigionare il terrore, renderlo vivo più che mai, diretto e quasi seducente per gli occhi avidi di noi malati osservatori? Sarebbe ingeneroso, come ovviamente sarebbe esagerato affermare che questo "Chernobyl Diaries" abbia raggiunto quelle vette di partecipazione ed empatia con la pellicola, non sto dicendo questo e ci tengo a chiarirlo.
Però ragà questi film, o "prodotti" se vogliamo utilizzare un termine più imprenditoriale come giustamente mr Bradipo sottolineava, vendono perché piacciono, soddisfano, rispondono nel senso più pieno possibile al concetto di "cinema di genere": lo spettatore ingordo chiede e pretende di ricevere determinati ingredienti, precise coordinate, né più né meno... il produttore/regista/autore glieli offre in salsa più o meno prelibata, stop. I film in soggettiva funzionano e funzioneranno ancora in futuro, ne sono certo.
RispondiEliminaE sul mockumentary in senso stretto non dimentichiamo che la sperimentazione è molto più ampia di quel che si possa pensare, ricordo l'ottimo "Death of a President" di qualche anno fa, ottimo falso documentario che ipotizzava l'assassinio del presidente George W. Bush. Ma possiamo anche riferirci direttamente ad antesignani del calibro di "Cannibal Holocaust" di Ruggero Deodato, mica pizza e fichi.
Sul discorso del non visto in "Chernobyl Diaries" debbo però dissentire con lei mr Bradipo, in quanto ho apprezzato proprio il gioco di azione fuori campo, utilissimo allo scopo according to me. La generazione della confusione e del panico grazie al semplice meccanismo dell'ignoto, dell'essere esclusi da ciò che sta accendo poco più in là nella notte, nel buio. Meccanismo basico direi, meglio del gore o dello splatter becero che il più delle volte non suscita nulla se non qualche risata. E lo dico da grande estimatore di un "Hostel" eh, film che secondo me è stato una vera cannonata del genere, potente e scioccante come nulla prima di lui, nuovo e già solo per questo degno di nota.
Bah, secondo me ne vedremo ancora delle belle colleghi, ci sarà da divertirsi con questo genere di film, ed io onestamente non vedo l'ora di banchettarvi sguaiatamente. E poi da noi non esce una beneamata mazza, teniamolo pure in conto, ci sono alcuni pov ancora inediti che son bombe all'uranio impoverito, micidiali. Vedi un "look", "atrocious" etc.
Aia, mi è uscito il papiro, è che il tema mi ha stimolato ecco...abbiate pazienza.
Monsieur Defezionario è sempre con grande piacere che ospito le sue osservazioni sempre argute. Capita alle volte di non essere d'accordo su certe cose ma questo è pacifico: Chernobyl diaries non è un mockumentary in senso stretto ma diciamo che l'ho chiamato così per comodità. La mia impressione, da buon bradipo ragioniere, è che questo stile, più trovato che ricercato, sia una grande paraculaggine di chi produce film perchè lasciando allo stato brado le maestranze attoriali, la fotografia e praticamente abolendo gli effetti speciali investendo forse qualcosina solo sul sonoro, questi signori produttori hanno trovato la gallina dalle uova d'oro. Perchè i costi sono praticamente azzerati e gli incassi permettono lauti guadagni. Sul successo di questi film mi permetto un attimo di dissentire perchè è alquanto relativo.Se da una parte abbiamo Blair witch project e Paranormal activity che fanno oggettivamente soldi a palate, una cosa come Chernobyl Diaries ha incassato negli USA "solo" 18 milioni di dollari, quindi ha toccato una fascia di pubblico molto limitata pur essendo stato distribuito abbastanza capillarmente, a fronte di un costo di 1 milione di dollari.Però il dato che fa riflettere è che ha incassato 18 volte quello che è stato speso( escludendo i proventi esteri).Neanche The Avengers( numero 3 degli incassi di ogni epoca) può vantare un simile guadagno.Se non erro siamo fermi a circa 7 volte i soldi spesi. E allora perchè devo stanziare 25 milioni per far fare a Raimi Drag me to hell visto che con poche centinaia di migliaia di dollari posso produrre questi filmetti in serie? E' un po' lo stesso discorso che sta succedendo per il 3 D. Avatar e i pochi altri film girati direttamente in 3 D sono costati un botto di soldi. E allora perchè non girare tutto in 2 D e poi gonfiare in 3 D in post produzione? Costo massimo da aggiungere 3-4 milioni. E gli Studios adesso fanno questo: girano in 2 D e poi aggiungono il 3 D posticcio. Ed è lo stesso motivo per cui secondo me continueranno a proliferare questi film che utilizzano il found footage rimasticato.Permettono sempre un lauto guadagno anche se non richiamano moltissimo pubblico.
EliminaSulla questione del non visto: ho avuto la netta impressione che mi stessero prendendo in giro:e' vero l'orrore fuori campo è sempre molto efficace, forse amplifica anche la percezione. In Chernobyl Diaries ho avuto la sensazione che la caciara fosse creata ad arte per non far capire la pochezza di ciò che si stava vedendo. E rientriamo sempre nel discorso economico: si spende di meno....
Ecco ora il papiro l'ho fatto io...non me ne vogliate....
Beh però quel moltiplicatore lì non è niente male eh, e tenendo conto che film come "Paranormal Activity" 2 e 3 hanno incassato come e più del primo direi che il successo di questo genere di cinema c'è tutto e forse anche di più. Si vero, son d'accordo sulla valutazione non proprio entusiasmante circa i connotati squisitamente industriali dell'operazione mockumentary o pseudo-tale, questo però a parer mio non scalfisce il fatto che tale tecnica costituisca un forte richiamo per il pubblico. Il quale poi si sa, non è mai stato oceanico nemmeno in passato, anzi l'horror attraversava una fase non proprio esaltante prima della cura "hostel" o di quella "Cloverfield" (che ho adorato), o ancora di quella "Rec" e di tutta la nuova scena spagnola dei Plaza, Aja etc.
RispondiElimina"Drag me to hell" a me è piaciuto non poco, ironia e horror ben miscelati in stile quasi retrò se vogliamo. Credo che finché ci saranno autori validi e capaci ci sarà sempre spazio per produzioni tradizionali nel genere in oggetto, ma ora la scena è rubata dagli Oren Peli e dalle nuove idee figlie dell'odierna ondata tecnologica, ci può stare.
Sul 3D è meglio stendere un velo, sono assolutamente contrario a questo strumento anche quando lo si spaccia per ingrediente necessario ed appagante, puntualmente mi mangio le mani per la scelta (anche se a volte i cinema non te ne danno proprio, distribuendo solo la versione 3D di un titolo) e mi ritrovo davanti all'ennesima eclissi con qualche lieve giochetto giusto nei titoli di testa. Comunque per fortuna nell'horror in soggettiva finora 3D non se ne vede, avanti così e incrociamo le dita.
ho letto che per l'ultimo Spiderman la gente ha scelto in massa il 2 D ( circa il 90 %) e questo perchè comincia ad accorgersi della presa di fondelli che c'è dietro. Anche a me Drag me to hell è piaciuto ma è costato 25 milioni di dollari, cioè 25 volte il costo di Chernobyl diaries, io amo l'horror ma questo mockqualcosa mi ha un po' stancato, la vedo come una mossa per fare film praticamente "denudati" anche della componente artistica a basso, bassissimo costo con la scusa del found footage...
RispondiEliminaUhm, capisco. E' che io la trovo semplicemente una forma altra per la messa in scena, una cifra stilistica di nuova codificazione, un vettore per una rappresentazione immersiva delle immagini in movimento, un qualcosa che sta semplicemente accanto al resto senza dover essere paragonato a tutti i costi alla forma di regia oggettiva. E' proprio una diversa prospettiva insomma, non ci vedo l'operazione commerciale prima e soltanto dopo il film e il suo linguaggio, bensì quest'ultimo innanzitutto come modalità di espressione degli autori. Poi magari le due cose sono conciliabili a seconda del prodotto e degli obiettivi e allora perché non procedere, è una ragione di più per dialogare ancora una volta senza filtro alcuno con lo spettatore.
RispondiEliminaMa comunque, come detto sopra, sono davvero tanti gli utilizzi cui si presta la forma mockumentary o found footage o pov o cinema in soggettiva che dir si voglia, da un lato se ci pensa siamo tutti li sempre in attesa di qualcosa di nuovo, di idee originali. Per allargare un attimo il campo mi vengono in mente anche robe poco riuscite come "Buried" o altri esperimenti similari di questi ultimi anni, è fuor di dubbio che tali produzioni abbiano portato agli occhi dello spettatore del materiale originale, ingegnoso, quantomeno solleticante. Nel momento in cui una nuova frontiera viene fuori è difficile ignorarla secondo me, bisogna stare al gioco e saperci dialogare.
Chiaro, se verranno fuori solo cagate immonde d'ora in avanti, la gente prenderà a poco a poco altre strade e di conseguenza il mercato si adeguerà. Se però, come anche nel caso di questo "Chernobyl diaries", verranno distribuiti film sulla sufficienza andante degni perlomeno di una visione soddisfacente al cinema, capaci di far trascorrere piacevolmente la serata e staccare un po' la spina, beh allora credo che ne vedremo ancora delle belle. Dico questo perché in realtà, come già discusso sopra, "Chernobyl diaries" non è un vero mockumentary né un esempio di cinema in soggettiva, laddove invece questa cifra stilistica viene sfruttata a pieno e con maggiore cura artistica (vedi il già citato "Death of a president"), i risultati vanno ben oltre e riescono ancora a stupire, magari anche lei mr bradipo. Ci scommette? ;) Comunque ora si andrà molto nella direzione del fritto misto, ovvero un utilizzo parziale della soggettiva anche se slegato da qualsivoglia motivazione funzionale al racconto, un gioco del regista per porre l'accento su alcuni passaggi del film ed ottenere un maggiore impatto emotivo sullo spettatore (vedi il prossimo "Rec 3" di Plaza).
non è che vedo solo l'operazione commerciale mi sfugge solo il senso artistico di film prodotti in serie con la stessa tecnica e quando trovo qualcosa di veramente creativo (vedi Lake Mungo per esempio) costruito proprio come mockumentary non esito ad esternare tutta la mia ammirazione. Secondo me questi prodotti in serie hanno solo l'ambizione di colpire basso un certo tipo di pubblico e non hanno reali ambizioni di creare un nuovo linguaggio. Si adeguano a modelli precedenti livellando il tutto verso il basso, anzi l'adeguamento a codifica stilistica già esistente è ottima scusa per non curare più di tanto l'aspetto tecnico. Per questo mi è piaciuto molto Rec mentre ho detestato abbastanza il suo seguito:è assolutamente pleonastico e da Rec 3 non so proprio che cosa aspettarmi.Se arriverà qualche novità e il film mi catturerà sarò ben felice di cospargermi il capo di cenere...
EliminaSa cosa? E' che quando mi trovo davanti a decine e decine di horror realmente scadenti, impresentabili e totalmente manchevoli nell'unico compito teoricamente loro assegnato (fare paura o comunque generare un minimo di tensione ed ansia nello spettatore), mi viene naturale alzare la valutazione per un film come questo. "Chernobyl Diaries" non è un film perfettamente riuscito, questo vale anche per me e l'ho chiarito più volte, semplicemente fra ambientazione riuscita e telecamera a mano qualche brivido me l'ha restituito, facendo leva su di un meccanismo che è indubbiamente più funzionale di altri ed utile allo scopo. Ovvio poi che l'operazione la porti a casa se non ti aspetti nulla in quanto a coerenze narrative, profondità dei personaggi, credibilità della sceneggiatura e via dicendo. Sono appunto film da vedere a cervello zero, la forma in questi casi ricopre i contenuti e la cura di altre componenti tecniche (vedi fotografia etc).
EliminaUn po' come per "Crank", un action odiato da molti ma idolatrato da tantissimi altri: se lo analizziamo dal punto di vista tecnico, dei contenuti, della storia, degli interpreti etc...può essere messo da parte come iper-porcherìa figlia di un cinema spazzatura. In realtà trattasi di una piccola perla che mi lasciò estasiato e divertito, una pillola di follia assolutamente nuova, un tonico per tutto il genere "mazzate" che ha creato a sua volta nuovi sotto-filoni (anche se il seguito era poca cosa)
Un vero mockumentary scadente è "ESP, fenomeni paranormali", quello si che non è riuscito a darmi nemmeno un briciolo di brividi o tensione, pessimo.
In ogni caso, tornando al vile danaro, non è escluso che anche nel cinema POV possano venir fuori prodotti ad alto budget, penso proprio al grande "Cloverfield" (25 milioni di dollari spesi, stessa cifra del film di Raimi quindi) e al respiro da kolossal che aveva. Se con gli stessi soldi quel film fosse stato realizzato in modo tradizionale ne sarebbe venuto fuori un'opera dimenticabile accanto a tante altre, ma siccome il dato artistico e il guizzo degli autori sovrastava tutto il resto, alla fine il risultato è stato stupefacente. Mai nessuno al cinema mi aveva fatto provare quelle emozioni, erano totalmente ed integralmente NUOVE e questo vale oro, anche chi l'ha detestato (e non so come si possa) non può non riconoscere la novità e la piccola rivoluzione che si porta dietro.
RispondiEliminaDunque se tanto mi da tanto, lei ha bisogno di grandi blockbuster ad alto budget in soggettiva, aspetterò un'eventuale uscita futura per poterne amabilmente discorrere su queste pagine.
Sul dato che lei mi offre per quanto riguarda il discorso 3D non posso che urlare a gran voce un "FINALMENTE", e che cazzo ci hanno messo anni per capire quello che mi era chiaro dopo un solo fottutissimo film in 3 dimensioni, maledizione a loro (intendo produttori ruffiani e spettatori allocchi). Spero che ora cominci una nuova era, che si lavori per avere magari in un futuro lontano un VERO 3D senza eclissi, occhialoni orrendi, zero profondità e zero censure. Voglio gli ologrammi di "Total recall", voglio che mostri e sangue schizzino fuori dallo schermo, che mi facciano pisciare sotto, questo voglio dal 3D. Non sta roba in stile gadget che trovi nel sacchetto di patatine, quale scempio.
E niente altro papiro, ei fu papiro.
Cloverfield è ottimo dal punto di vista del linguaggio cinematografico ( e comunque ha una confezione molto più curata di uno di questi ultimi finti mockqualcosa) mentre secondo me inciampava pericolosamente dal punto di vista della credibilità: a parte questa telecamera che aveva una batteria che sembrava durasse all'infinito ma i protagonisti infilavano una serie di minchiate una dietro l'altra facendoli apparire come i soliti cerebrolesi da horroretto estivo.Ecco perchè non considero Cloverfield così imprescidibile ma gli riconosco la novità.Magari il 3 D fosse come dice lei Monsieur Defezionario, io sarei lì in prima fila a godermi lo spettacolo,ma purtroppo è qualcosa di talmente posticcio che ha perso credibilità e appeal presso il pubblico. A queste condizioni è meglio che il 3 D ritorni al nulla da cui proviene dopo decenni di dimenticatoio...è sempre un piacere parlare con lei. Alla prossima!
EliminaDr Bradipo, ma in un horror fanta-apocalittico come quello, una sorta di incubo o videogame ansiogeno e fuori dal mondo, sa cosa mi importa della durata della batteria o dell'avventatezza dei giovini protagonisti? :D Nulla dottore! Ma ben vengano, ma si...se il risultato è il distacco totale, la follia di un giocattolo assurdo che mi fa fare un giro sulle montagne russe, chi se ne frega dei dettagli! Per quelli c'è tanto posto in ben altre forme di cinema, la lascio a Malick la cura dei dettagli...
RispondiEliminaComunque vabè, io sono uno assolutamente malato per un certo cinema, di un'ingenuità totale a volte, roba che mi faccio andar bene anche tutte le recenti boiate di Steven Seagal obeso. Capisce con chi ha a che fare? Con uno tanto fesso con il cinema da macelleria quanto esigente e meticoloso con quello "alto" o preteso tale.
Avremo modo di confrontarci ancora, è un piacere anche per me, un saluto bello ;)
Monsieur Defezionario anche io sono totalmente onnivoro e sapesse come mi piacciono i film trash che più trash non si può.Però mi piace anche Malick, sarà che il cinema mi piace un po' tutto e adoro parlare con persone che siano contagiate come me da questo amore totale.E francamente non mi importa se ha gusti diversi dai miei. Mi basta sapere che ha passione per il cinema...io sono un malato terminale di cinema!
RispondiEliminaE per questo lei è un benemerito, lo rammenti sempre. Toh, c'ho un doloraccio al dente appena operato e come unica risorsa per non pensarci ho il cinema, quindi mi sparo "The contract" su Rai movie e tanti saluti. Vado a cibarmene, alla prossima ;)
RispondiEliminaè un benemerito anche lei e spero che il dolore al dente le sia passato..Saluti!
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