I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

sabato 12 luglio 2014

I guardiani del destino ( 2011 )

In una Manhattan grigia e funestata da strani presagi oltre che da strani uomini cappelluti, David Norris è un membro del Congresso, nonché brillante studente universitario.
Quando conosce una bella danzatrice, Elise , se ne invaghisce ma scopre che i suddetti personaggi cappelluti sembra che stiano tramando contro il loro amore.
Perché?
Philip K. Dick ormai fa concorrenza a Shakespeare per come viene saccheggiato senza pietà dagli sceneggiatori di Hollywood.
Qui è la volta del suo racconto breve , Squadra Riparazioni (The Adjustement Team), che da apologo sull'ineluttabilità del destino e sull'Uomo misera marionetta manovrata dai fili di un Gran Burattinaio, dopo una bella curetta Ludovico diventa una di quelle love stories hollywoodiane in cui quello che conta è far uscire contenta la gente dal cinema.
Non importa come, anche piazzando un finale praticamente senza spiegazioni dopo averci propinato per un centinaio di minuti che contro il Destino non si può fare nulla, che tu indossi il cappello o meno.
I guardiani del destino ( ma poteva essere intitolato anche Aprite Quella Porta)  di George Nolfi è comunque un film che incita a vederlo fino alla fine, sempre che si ignori qualche grossa incongruenza . 
E poi è reso visivamente in modo molto suggestivo il senso del passaggio da un mondo, da un ambiente all'altro semplicemente passando attraverso una porta. 
Anche l'inizio è parecchio efficace: fino a che non è spiegata nel dettaglio l'identità di questi sedicenti guardiani cappelluti la tensione regge e il senso d'alienazione del protagonista, David Norris, che si sente come l'ultimo sopravvissuto sulla faccia della terra, ha una sua pregnanza.

Il problema è che David Norris dopo questo iniziale attimo di sbandamento si mette sistematicamente all'opera per cercare di buggerare questi guardiani del destino un po' distratti.
Tutto questo in nome dell'amore.
I guardiani del destino si riduce ben presto a un giocattolone tecnologico mascherato da fantascienza vintage, citazionista e derivativo che fa rimpiangere quello che poteva essere nelle mani di uno sceneggiatore più capace a sfumare meglio i personaggi: sono tutti monolitici , pieni delle loro certezze ( compreso il protagonista) mentre i guardiani sembrano una masnada indifferenziata in cui si distingue un guardiano "buono" che è la molla che fa scaturire la ribellione al disegno preordinato.
Purtroppo le invenzioni visive e una Manhattan ingrigita non bastano da sole per fare un buon film : in questo caso possono giustificare la visione (come anche una bellissima Emily Blunt con quel suo strabismo di Venere appena accennato che la rende ancora più sexy).
Però d'ora in avanti durante le partite terrò sempre aperta la porta dello stanzino dietro la televisione.
E ci darò spesso anche un'occhiata.
Dovesse succedere che mi ritrovo in una poltronissima della Monte Mario....

( VOTO : 6 / 10 ) 

The Adjustment Bureau (2011) on IMDb

11 commenti:

  1. Io sono un fan sfegatato di Dick, se non ho letto tutto di lui poco mi manca, ma questo film non mi ha mai ispirato più di tanto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. parte decentemente ma poi si sgonfia strada facendo nell'ambito della solita love story hollywoodiana...

      Elimina
  2. concordo
    il film parte bene, incuriosendo molto; finale loffio, alla W. Disney, e politically correct al 100% (il Custode buono è di colore...)
    ben diverso il racconto di Ph. K. D. (39 pagine, ripubblicato nel 2013 da Read Books Ltd.)
    erano gli anni più cupi della guerra fredda (ADJUSTMENT BUREAU è del 1954), quando la sopravvivenza dell'umanità dipendeva da qualche bottone rosso
    "voi umani siete un disastro" dice il misterioso Old Man all'impiegatuccio Eddie Fletcher "adesso aggiustiamo tutto noi..."
    e il libero arbitrio viene spazzato via con uno schiocco di dita

    RispondiElimina
    Risposte
    1. tutto giusto, parte come un buon film di sci fi e diventa il classico polpettone disneyano politically correct...

      Elimina
  3. Guardabile ma non sorprendente, secondo me...

    RispondiElimina
  4. Ne conservo un ricordo sbiadito ma avevo trovato Anthony Mackie molto interessante.

    RispondiElimina
  5. ..se non fossero stati cosi maldestri 'sti guardiani... ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. veramente sbadati...manco i cani gli affideresti...

      Elimina
  6. Concordo: buone premesse, film sopravvalutato.

    RispondiElimina