I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.
venerdì 27 aprile 2012
Bandage ( 2010 )
Giappone inizio anni '90.
Asako, studentessa di scuola superiore, va a vedere il concerto di una delle sue indie-rock bands preferite, i LANDS. Per caso lei e una sua amica ottengono il pass per il backstage e si ritrovano in men che non si dica in un party con la band dopo il concerto.
Lei è affascinata soprattutto da Natsu, il cantante.Viene cacciata dal party da Ukari,la manager del gruppo ma Natsu la insegue e le chiede di uscire assieme il giorno dopo.
Del tutto casualmente Asako anche grazie a un indisposizione di Ukari diventa co-manager del gruppo e intreccia un rapporto contraddittorio con Natsu. E'attratta da lui e lui lo stesso da lei ma è consapevole che la sua relazione con Natsu danneggerebbe il gruppo che è a un passo dall'arrivare al tanto agognato successo.
Il numero 1 nelle classifiche di dischi arriva ma arrivano anche i problemi.
Bandage è un film fresco e apparentemente leggero che però mette in scena alcuni degli aspetti meno belli del music business accompagnato da una visione della vita molto più adulta di quanto il tono del film lasci presupporre.
Accanto alla figura di Asako ( deliziosa Kii Kitano) che nonostante la giovane età ragiona da donna matura e antepone il successo della band alla propria felicità, emergono la figura di Natsu( Jin Akanishi), prototipo del divo rock bello e impossibile da gettare in pasto a orde di famelici fans e quella di Ukiya (Kengo Kora), che sembra la faccia oscura di Natsu: chitarrista geniale ma ombroso, al servizio solo della propria musica ma senza smanie da primadonna, con tutta l'aura di maledettismo che circonda qualsiasi rockstar che si rispetti.
Esemplare la scena in cui seduce Asako in riva al mare, la bacia dopo averle chiesto:
"Che colore ha la solitudine, l'hai mai provata?" - e poi si ritrae subito affermando che ora lei l'ha finalmente provata. Devo ammettere inoltre il mio debole per il personaggio di Arumi (Yuki Shibamoto), tastierista lunatica con incantevoli femori da fenicottero rosa , una sorta di valchiria con gli occhi a mandorla da cui sono stato letteralmente rapito.
Sono molteplici i punti di forza di Bandage: è un film che lavora sui clichet di tanto cinema sulla musica ma ha dalla sua dei personaggi molto ben delineati, a tutto tondo.
E parla di un mondo,quello del music business, dal di dentro quindi ben conoscendo quello di cui si sta parlando. Infatti Takeshi Kobayashi qui alla sua prima prova da regista (superata brillantemente)è più che altro un musicista, arrangiatore e produttore.
Ecco perchè il quadro che delinea è molto vicino alla realtà.
Il film poi tratteggia in modo elegante e poco ovvio la relazione sentimentale tra Asako e Natsu: una sorta di rapporto di dipendenza reciproco in cui uno trae forza dall'altra e viceversa.
Lui alla fine è poco più di un bambino capriccioso abituato a ottenere ciò che vuole, lei invece pur essendo attratta da lui cerca di chiudere a qualsiasi tipo di contatto. Esilarante la sequenza a tre in cui a casa di lei, Natsu chiede alla madre di Asako di concedergli la figlia in sposa e lei si ribella in modo molto, molto deciso.
Bandage non ha la pretesa di essere uno spaccato generazionale ma è una sorta di istantanea scattata a un gruppo di giovani che stanno crescendo.
La sceneggiatura è di Shunji Iwai, regista del bellissimo All about Lily Chou Chou(Riri Shushu no Subete),ritratto postmoderno della internet generation.
Film accomunati anche dal finale aperto alla speranza.
Meglio tardi che mai.
Oltre che bello da vedere Bandage è un film degno anche di essere ascoltato molto attentamente...
( VOTO : 8,5 / 10 )
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