I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

lunedì 16 aprile 2012

Eden Lake ( 2008 )


Per prima cosa è meglio esaminare i particolari tecnici: ma che sguardo ha Kelly Reilly? e chi ha avuto l'ardire di far scendere tra noi comuni mortali adoranti una dea sublime come questa? Quando distesa lascivamente sulla riva del lago del titolo(che in realtà non sembra nulla di speciale) con un bikini grande come un francobollo scruta i giovinastri che hanno tutta l'aria di voler rovinare il week end a lei e al suo ragazzo( Michael "batacchio" Fassbender prima che diventasse famoso per la sua dimensione artistica oltre che per la sua bravura) mi viene quasi da svenire. Uno sguardo che ti trapassa, una radiografia in bianco che ha il potere di renderti liquide le ginocchia e abbatterti al suolo senza possibilità di difendersi.
E Fassbender se la sbaciucchia in lungo e in largo per tutta la prima mezz'ora del film suscitando moti di disapprovazione dettati dall'invidia. Nella finzione filmica Kelly Reilly fa la maestra d'asilo. Beh meglio così, se avesse insegnato a bimbi più grandi sulle ali della fantasia sarebbe costata qualche diottria ai maschietti...
Ecco passati i cinque minuti di adorazione passiamo al film che pur sotto la patina dello slasher ha bene evidente la sua connotazione sociale e politica. Alla radio mentre stanno andando nel loro posticino di vacanza Jenny e Steve sentono programmi sull'allarmante situazione della baby criminalità in Inghilterra( una della nazioni in cui realmente ci sono più crimini violenti tra gli adolescenti con uso delle armi da taglio) e il proseguio del film non farà che confermare quanto ascoltato. Inoltre è ben chiaro che questa storia di bulletti di periferia a cui sfugge il gioco di mano è frutto dell'ambiente in cui sono cresciuti questi ragazzotti senza prospettive. Ad ogni livello della scala zoologica gli individui giovani cercano di replicare nel loro piccolo quanto fanno gli adulti. In poche parole è l'ambiente che crea l'uomo ed è vero solo parzialmente il contrario. Il finale non lascia troppi dubbi del contesto da cui sono venuti fuori i bulletti di cui sopra, ragazzini abituati a imitare i grandi anche nei loro giochi pericolosi.
Interessante anche vedere le relazioni all'interno del branco che viene retto tutto dalla logica prevaricatoria che il capo, il maschio alfa, esercita sui suoi sottoposti : evita il più possibile di sporcarsi le mani ma quando si tratta di riaffermare la sua dominanza preferisce esercitare tutta la sua crudeltà su quelli che dovevano essere parte del suo gruppo e non all'esterno.
Da semplice capo temuto nel suo branco diventa esponente socialmente pericoloso per la sua psicopatologia che vien fuori man mano che i minuti passano.

Eden Lake pur nella sua apparente banalità e nel suo inserimento nelle logiche dello slasher arriva a essere anche più terrorizzante dei modelli perchè stavolta l'orrore si nasconde tra le pieghe della quotidianità.
Se il mostro che faceva strage in Venerdì 13 ( come questo parte da gita al lago ) era un essere quasi soprannaturale, se gli assassini dei vari Non aprite quella porta, Halloween ecc ecc avevano questa aura attorno a loro che li separava nettamente dal resto dell'umanità facendo sfumare i loro contorni in qualcosa che umano non è, i ragazzi che alimentano l'orrore in questo film sono assolutamente normali, classici adolescenti che hanno voglia di trasgredire fumando , bevendo, sputando e dicendo parolacce.
Al massimo degli esseri non educati alla civiltà e alla convivenza con altre forma di vita civile.Certo non dei mostri assetati di sangue.
Ed è proprio qui che agisce il grimaldello di Eden Lake.
Questa gang diventa macchina di morte strada facendo, dalla banalità che li avvolge esce fuori qualcosa di realmente terrorizzante visto che non hanno paura neanche di un adulto  vigoroso fisicamente che loro dispregiativamente apostrofano come "vecchio".

Eden Lake fa paura non tanto per l'esibizione di particolari raccapriccianti (che vengono quasi sempre lasciati fuori campo) o per l'escalation di violenza. Fa paura perchè l'orrore è nascosto dentro il nostro tessuto sociale e deflagra in modo improvviso e inarrestabile.Quei bulletti di periferia sono il megafono che ci ricorda un problema di delinquenza minorile che non è il caso di sottovalutare.
Ma è l'ambiente da cui provengono la ragione di tutto il disagio che sfocia nella violenza.
Watkins orchestra alla grande il suo balletto di sangue non facendo sconti a nessuno, fin dall'inizio cosparge il film di segni premonitori che hanno il compito di alzare continuamente l'asticella della tensione.
Eden Lake per essere un'opera prima denota sorprendente maturità e padronanza del mezzo espressivo , un lavoro stratificato in cui si recupera la valenza sociale e politica alla base del genere di riferimento ,caratterizzato da un ritmo vertiginoso, da un ottimo livello di recitazione (cosa non assodata nel genere) e da una protagonista che è ben più della solita , sgallettata scream queen.
Naturalmente inedito in Italia.

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