E alla fine Olivier Marchal ha scelto di attraversare il guado. Lui che ha sempre parlato nei suoi film del lato oscuro della polizia, lui che da ex ufficiale l'ha vissuta per tanti anni da dentro, ora ci parla di come si sta dall'altra parte della barricata.
E si dimostra ancora una volta il più americano dei registi europei non rapportandosi solo al cinema di Michael Mann ma anche a quello di uno Scorsese d'annata (Goodfellas, Casinò) e al Coppola della saga del Padrino( e come non pensarci alle sequenze della festa di battesimo del nipote di Momon?).
Les Lyonnais( titolo internazionale Gang Story) racconta un'amicizia lunga una vita tra Edmond Vidal detto Momon, ora ricondotto all'ordine da sua moglie in nome dalla tranquillità del focolare domestico e Serge Suttel appena ritornato in prigione per via di certi suoi traffici. I due assieme ad altri avevano creato più di 30 anni prima la spietata gang dei Lyonnais, autrice di diverse rapine.
Alternando sapientemente i piani temporali Marchal ci racconta la storia di giovani diventati adulti troppo presto che con la loro stagione di piombo hanno messo le basi per la loro vita futura e allo stesso tempo il suo sguardo malinconico è rivolto a questi gangsters di oggi, con rughe profonde come canyons, volti modificati dal tempo e voci cariche delle migliaia di sigarette fumate. Ma il codice d'onore è intatto. In realtà pur non trovandoci di fronte a un'idealizzazione del gangster, perchè il regista non perde occasione di renderci sgradevoli i protagonisti impedendo di fatto qualsiasi processo identificativo, quello che stupisce è che da questa parte della barricata l'onore è un concetto basilare che non può essere bypassato da subdoli intrighi di bottega.
La figura di Momon, recitata in modo straordinario da un intenso Gerard Lanvin, è esemplificativa in questo senso:è un uomo che ha superato le intemperie della vita e che si sta godendo la sua famiglia, la sua vecchiaia, sempre tenendo ben presente che tutto è frutto della sua attività criminale. Però emerge sempre il suo carisma anche se le vecchie abitudini sono dure a morire.Rispettare la legge non ha mai fatto per lui e anche adesso in nome dell'amicizia rischia tutto quello che ha guadagnato con gli anni.Emerge anche per "statura morale" perchè come succedeva nel Padrino coppoliano non ha mai accettato di trafficare in droga come invece ha fatto il suo amico Suttel. Anche quello è onore.
Les Lyonnais è pieno di voci straordinarie.Staresti là a sentirle delle ore pure se si limitassero a leggere un elenco telefonico.E'un crepuscolo degli dei (del crimine) a tinte noir in cui sono protagonisti dei gangsters invecchiati e disillusi, pronti ancora all'azione anche se il declino fisico irrimediabilmente li porta ad avere i riflessi più rallentati.
Per Momon l'amicizia è uno dei valori fondamentali della vita ed è per questo che per aiutare Serge, ritorna alle sue vecchie abitudini criminali.
Il nuovo film di Marchal è in fondo la storia di un'amicizia virile, di una vita sconquassata dai vizi e dai rischi, un film con i soliti volti giusti (non è una novità per il regista francese) e con la consueta regia avvolgente che ingloba personaggi da tragedia greca.
Tra i film del cineasta francese è forse quello in cui i modelli vengono citati più chiaramente.
Questo per dire che è un film "classico " nella sua struttura a flashback in cui il doppio binario narrativo è caratterizzato da un montaggio più frenetico e una fotografia dalle tonalità pop nella parte ambientata nel passato, sequenze più lunghe,articolate e complesse per la parte del film ambientata nel presente, con un uso consistente del pianosequenza.
Tutto questo permette un'agevole comprensione da parte dello spettatore anche grazie a un casting illuminato. Nonostante il proliferare di nomi e di volti tutti i tasselli vengono rimessi subito nella giusta collocazione.
Les Lyonnais, basato sulle memorie del vero Edmond Vidal, è inoltre un guardarsi indietro alla stagione di piombo francese e in questo è utile fare un confronto con il Jacques Mesrine raccontato da Richet nel suo dittico Nemico Pubblico N.1 .
Mesrine e Momon sono diversissimi tra loro, hanno due modi antitetici di interpretare la loro "professione". Il primo cercava la gloria e le prime pagine dei giornali, il secondo invece sceglie di restare il più sottotraccia possibile.
Riduttivamente Les Lyonnais può essere visto come un ulteriore capitolo di un Romanzo Criminale made in France e sottolinea nuovamente la distanza che c'è oggi tra il cinema francese e quello italiano..
Marchal è regista che non ha nulla da invidiare ai grandi di Hollywood e a differenza loro le storie che racconta le ha vissute da dentro.
Uscito il 30/11/ 2011 in Francia è stato il miglior incasso nella carriera registica di Marchal.Venduto in 40 Paesi è stato già schedulato un remake americano per il 2014.
Da noi invece pare che tutto tace.
( VOTO : 8 / 10 )
Adoro Marchal! 36, Quai des Orfèvres è uno dei miei film cult. Non sapevo nulla di questo nuovo lavoro. Speriamo che la distribuzione italiana, per una volta, sia abbastanza intelligente da farlo arrivare anche da noi...
RispondiEliminaMarchal per me è uno dei grandissimi.Neanche io fino all'altro ieri sapevo del suo nuovo film.Sulla distribuzione italiana non so nulla, vedremo!
RispondiElimina