I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
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Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

sabato 21 aprile 2012

Switch ( 2011 )


Truands è stato uno dei gangster movies francesi di questi ultimi anni che si è portato via un pezzetto di cuore allo stessa maniera che mi parte la tonsilla ogni volta che cerco di pronunciare il nome del regista, figlio d'arte, Frederic Schoendoerffer.
Ecco perchè ho avuto un piccolo moto di gioia quando ho visto il suo nuovo film che già a partire dall sinossi mi intrigava molto.
Per parlare di questo film è difficile non spoilerare ma mi impegno solennemente a non farlo raccontando solo lo spunto iniziale: giovane e bella canadese in stato di stand by lavorativo ed esistenziale viene a sapere dell'esistenza di un sito internet, switch.com, in cui è possibile scambiarsi l'appartamento con perfetti sconosciuti che vivono dall'altra parte del globo. E lei muore dalla voglia di andare a Parigi.
Detto, fatto.
Arriva a Parigi va nel suo appartamento vista torre Eiffel, il primo giorno gira la città in bicicletta,  ma alla mattina dopo un brusco risveglio: viene arrestata dalla polizia francese perchè nell'appartamento è stato trovato un cadavere decapitato. Il problema è che lei è riconosciuta anche dai vicini di casa come occupante quell'appartamento e non si trovano tracce della sua identità , nè del sito attraverso cui ha organizzato lo scambio.
Da uno spunto adatto a un film horror viene subito il sospetto che si parta per la tangente con personalità multiple e invece Switch imbocca la strada del thriller a inseguimento, dalla chiara matrice hitchcockiana in cui una ragazza semplice, come tante si trova invischiata in qualcosa molto più grande di lei e  deve fuggire per dimostrare la sua innocenza.
In più viene fuori alla grande il suo istinto di sopravvivenza trasformandola in una specie di Wonder Woman che semina poliziotti in fantasmagorici inseguimenti a piedi girati con carrelli vertiginosi ma anche antirealistici e non si farebbe problemi neanche nel prendere a bisturate alla carotide uno sgradevole dentista che detesta lavorare in agosto (beato lui che se lo può permettere!).
Ecco , magari su questo versante Switch forza un pochino la credulità dello spettatore che deve bypassare alcune forzature di sceneggiatura piuttosto vistose.

Convince nella parte della protagonista la palestrata Karin Varnasse, due occhi che ridono incastonati in una cascata  di capelli biondi, che concede generosamente (ho detto GENEROSAMENTE) il topless in un paio di occasioni nelle immancabili scene di doccia mentre Cantona ha sempre la solita espressione stavolta barbuta: non è adatto a sfumare il personaggio e addirittura si fa buggerare in un inseguimento a piedi da una donzella dove si evidenzia il suo ex-fisico (da ex- calciatore) scolpito dalle code alla vaccinara e il bel cimitero di birrette che dilata il suo ventre. Comunque il vero Cantona le avrebbe sparato dopo una manciata di secondi!
Switch nasce dalla collaborazione, inseguita per quasi un decennio, tra il regista e lo scrittore Jean Cristophe La Grange( quello de I fiumi di porpora , a cui questo film deve qualcosa per impostazione): se la prima parte è suggestiva nel suo celare tutto allo spettatore che in pratica vede con gli occhi della protagonista, facendo scattare immediato il processo di identificazione, la seconda parte rispecchia molto di più i clichet dell'action movie americano con una regia ipercinetica, un montaggio asfissiante e un andamento più prevedibile.
Di questa seconda parte, oggettivamente più debole della prima, il meglio sta nel finale che contiene una riflessione per nulla banale sul concetto di identità ( impossibile dire altro per non spoilerare selvaggiamente).
Switch è forse un passo indietro rispetto a Truands ma è comunque prodotto di onestissimo intrattenimento in cui emerge ancora una volta il talento registico di Schoendoerffer.
Stavolta la regia è meglio del film.

( VOTO : 7 / 10 ) Switch (2011) on IMDb

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