Eppur (qualcosa) si muove.
Se anche due filmakers toscani con talento ma senza quattrini riescono a realizzare uno zombie movie con un budget risicatissimo e addirittura dopo l'incontro con Uwe Boll hanno anche la possibilità di farselo distribuire all'estero in dvd e blu-ray facilitati dal nome del regista scult (ma con mercato) tedesco che campeggia sopra il titolo, allora la dobbiamo smettere di lamentarci per i limiti del nostro cinema di genere.
Eaters è un prodotto di nicchia che aspira ad arrivare alla serie B cinematografica.
Amatoriale sotto alcuni punti di vista, riesce a sopperire le ristrettezze economiche con un intelligente uso della computer grafica nella visualizzazione di uno scenario apocalittico post industriale, con locations suggestive ma visibilmente a costo zero( fabbriche abbandonate, archeologia industriale) e facendo vedere tutto sommato un numero ristretto di zombie che però sono molto ben realizzati ( pochi ma buoni, insomma).
La trama non riserva troppe sorprese ma è una sorta di calderone in cui ficcato un po' di tutto : è una sorta di road movie in cui un paio di sopravvissuti armati fino ai denti fanno gli zombie hunters.
Il loro giretto (nominalmente a cercare altri sopravvissuti, in realtà a cercare altri zombies da uccidere senza pietà) si arricchisce di incontri particolari fino al rendez vous con una setta neonazista agli ordini di un Fuhrer nano ( abbattuto con un'arma molto particolare) e di un cosiddetto Untore (cameo di Steve Sylvester, frontman e mastermind dei seminali Death SS una delle prime bands di heavy metal italiane da esportazione, parliamo di un esordio discografico datato 1988 ma di demotapes e singoli che li resero famosi a livello internazionale a partire dal 1977) che pare sia il responsabile unico dello spargimento della piaga.
E' facile sparare su un prodotto come Eaters come su tutta la filmografia di Uwe Boll ma credo che il prodotto italiano sia maggiormente apprezzabile perchè non appare pretenzioso come uno qualsiasi dei film del regista teutonico che per usare un eufemismo ha un'alta considerazione di se stesso e della sua opera.
Mi pare invece che l'approccio di Luca Boni e Marco Ristori sia in questo senso più umile citando in modo deferente l'opera dei grande maestri del genere, segnatamente Romero (lo zombie movie moderno in fondo è nato da lui) e Carpenter (per gli scenari apocalittici post industriali).
Efficace l'incipit con una serie di spezzoni di telegiornali che inquadrano perfettamente lo scenario del film senza inutili lungaggini (e soprattutto costi aggiuntivi),simpaticamente sopra le righe i protagonisti: uno sembra la versiona cattiva di Filippo Timi e l'altro la versione mohicana,ringiovanita e in piccolo di Jean Reno.
Pur nei suoi limiti evidenti è prodotto diverso dal mainstream italiano e credo che neanche voglia appartenervi.
( VOTO : 5+ / 10 )
( VOTO : 5+ / 10 )
Da quello che racconti mi ispira molto questo film. Vedo di procurarmelo e ti faccio sapere (anche se avere Uwe come referente non è propriamente un vanto...).
RispondiEliminaNon so a che tipo di horror sei abituata. Qui siamo appena oltre l'amatorialità , magari se trovi un trailer guardalo prima. Sicuramente è meno presuntuoso di uno qualsiasi dei film di Uwe Boll...
RispondiEliminaSono abituata a tutto ;-)
RispondiEliminae allora vai tranquilla, un po' di trashate per divertirti le trovi...:-)))
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