I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

giovedì 21 maggio 2015

Forza maggiore ( 2014 )

Tomas ed Ebba sono una bella coppia con due bellissimi bambini, Vera ed Harry.
Dopo un periodo particolarmente intenso di lavoro si stanno godendo una bella vacanza in montagna sulle Alpi francesi  quando succede un fatto che incredibilmente mina l'armonia di una coppia che fino a quel momento era perfetta.
Una valanga si stacca dalla montagna mentre loro stanno mangiando tranquillamente al ristorante all'aperto e li investe o perlomeno sembra investirli con tutta la sua forza.
Tomas prende il telefonino e scappa a gambe levate , mentre Ebba pensa ai bambini e cerca di fare loro scudo con il suo corpo.
La valanga in realtà si ferma prima, non sposta neanche i piatti che stanno sui tavoli, ma in realtà ha spostato moltissimo nell'unione familiare.
E sembra che i problemi tra i due causino una sempre crescente tensione nei figli e anche nella coppia di amici che è venuta fin sulle Alpi Francesi per fare loro compagnia.
Se dovessi spiegare a qualcuno di che cosa parla questo Forza maggiore , ammetto che sarei in una certa qual difficoltà, perché la vicenda narrata è chiarissima, addirittura adamantina nel suo assunto, quello che invece si deve cercare tra le pieghe della sceneggiatura, tra il detto e il non detto, è decisamente più difficile.
Quando ero adolescente si favoleggiava che la Scandinavia, la Svezia in particolar modo, fosse una terra di assoluta libertà ed emancipazione sessuale, di estrema elasticità nelle relazioni sentimentali e sociali in genere, una terra dove il benessere era talmente radicato da essere persino inquietante.
Ma c'era la vocina dentro che ti diceva che non poteva essere tutto rose e fiori, che sicuramente dietro il funzionamento apparentemente perfetto di uno Stato sociale tentacolare e assai accurato nel fornire il miglior servizio possibile, ci doveva essere qualcosa che non andava , perlomeno ci doveva essere qualche granello di sabbia che arrivava non dico a inceppare tutto il meccanismo ma riusciva a farlo cigolare.
Nel 2011 Ruben Ostlund, il regista di Forza maggiore, aveva firmato Play ambientato nella periferia di Goteborg , un film che spazzava via in un sol colpo l'idea della perfezione asburgica della vita svedese ( se interessa ne parlammo qui ) , in cui come un entomologo esaminava la vita di una piccola gang di ragazzi neri che commetteva vari reati e atti di bullismo.
Si era basato sugli atti della polizia di Goteborg raccolti tra il 2006 e il 2008.
E questo lavoro da entomologo lo ha fatto anche in Forza Maggiore in cui ha esaminato le reazioni di vari gruppi di persone di fronte a una catastrofe naturale.
Però se in Play era tutto terribilmente serio e aveva l'aria di un reportage giornalistico, qui la narrazione è filtrata attraverso una lente deformante che rende tutto grottesco e che evoca quasi il trisma mandibolare per come si ride a denti strettissimi.
Perché si ride , si ride a denti serrati, si serra talmente la bocca che arriva a far male perché più si va avanti e più ci si accorge che c'è poco da ridere.
Anzi nulla.
Forza maggiore è una disamina acida su quanto possa arrivare a essere misero e gretto l'animo umano, è come se Vinterberg avesse preso tutta la congrega e la cattiveria di Festen e l'avesse portata in settimana bianca da qualche parte sulle Alpi Francesi, è la dissezione chirurgica, asettica e ferocissima di una famiglia che improvvisamente scopre la crisi, un baratro senza fondo che divide Tomas ed Ebba,
Ostlund sembra un piccolo Von Trier all'opera per come (non) muove la telecamera e per come pretende in termini emotivi dai suoi attori.
Ma forse tutto è partito da Scene da un matrimonio di Bergman,  il primo film che ha dissezionato chirurgicamente in maniera così precisa il rapporto tra due coniugi.
Dopo quella fuga ingloriosa e vagamente fantozziana  di Tomas vengono meno i requisiti minimi che tengono insieme una coppia, soprattutto la stima e la fiducia reciproci.
Oscar Wilde , supremo cantore di amore e di altri sentimenti, diceva che non si può passare una vita accanto a una persona che si stima solamente ( perché ci deve essere l'amore).
Figuriamoci se viene a mancare anche la stima, se il cosiddetto uomo di casa si comportasse come un coniglio, se piangesse come una donnicciola per implorare il perdono, se ammettesse tutte le sue colpe e anche oltre.
Forse basterà un gesto riparatore o forse no.
Rimane tutto fuori campo.
Ed è questa indeterminazione che ti uccide giorno dopo giorno.


PERCHE' SI : Ostlund si dimostra ancora una volta un ottimo regista anche quando si infiltra nel territorio del grottesco, film di cattiveria difficile da raccontare, da vedere per credere.
PERCHE' NO : è un film che se ne infischia delle logiche commerciali, si prende tutto il suo tempo e si presta a talmente tante letture che sfuggiranno al grosso pubblico, ma in fondo per me non c'è problema.


LA SEQUENZA : la sequenza della valanga e quella del pianto disperato di Tomas fuori della sua stanza alla vista di tutti.


DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :

La Svezia della mia adolescenza credo che sia definitivamente cambiata.
Il cinema scandinavo si rivela una fucina di inaspettati talenti
La settimana bianca non fa per me.
Per adesso la vacanza sulle Alpi francesi non la prenotiamo.


( VOTO : 7,5 / 10 )

Force Majeure (2014) on IMDb

26 commenti:

  1. mi pentirò mai di averlo perso al Torino Film Festival? ché ora devo inseguirlo per i pochi cinema che lo danno...

    p.s.: grazie per P'tit quinquin!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. figurati per così poco, se non ci si aiuta tra appassionati...questo lo devi recuperare ma potrebbe anche irritarti...

      Elimina
  2. A me non attirava per nulla, ma ne parlate tutti così bene... Alla fine cederò!
    Vedo in rampa di lancio Kinsgman: mi ha divertito troppo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non è il mio genere ma mi ha colpito positivamente...

      Elimina
  3. Bello bellissimo. E tanto angosciante. Adesso devo recuperare però anche Play, che non conoscevo!

    RispondiElimina
  4. A me non ha convinto per niente la fine! Direi che da prima della sequenza che citi ero incline a premiarlo, poi crolla.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è normale , anche a me ha irritato in più di un'occasione ...

      Elimina
    2. In realtà io proprio alcune cose non le ho capite ;-)
      Ad esempio il ruolo nel film della donna che è in vacanza senza marito... incomprensibile

      Elimina
  5. Rece perfetta amico.
    Concordo anche sul voto (e le virgole).
    Però mi batterò sempre su due punti.
    Il primo, come dicevamo anche con Erika, è che sarebbe stato bellissimo se la scena del ristorante noi non l'avessimo vista così nitida, ma piano piano fosse venuta fuori con i racconti.
    La seconda è che in pochi state sottolineando l'angoscia reale di alcune scene, quasi horror per me per tensione.
    Io e il mio amico eravamo quasi in apnea.
    Ma magari solo noi... :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. detto da te è un onore..io ci ho visto più un tono grottesco che horror e sulla scena della valanga forse un po' più di suggestione avrebbe giovato, si, ne sono convinto anche io...

      Elimina
  6. Film molto molto bello, che lascia aperte interessanti riflessioni!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. il bello è proprio questo, dopo la fine dei titoli di coda è come se si aprisse un altro film fatto di discussioni e spunti di riflessione...

      Elimina
  7. Un film bastardo come fosse di von Trier e proprio per questo una gran bella bastardata. :)

    RispondiElimina
  8. La tua è la più bella analisi che ho letto, complimenti Bradipo, davvero!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Lisa, è veramente un onore ricevere un complimento così bello!

      Elimina
  9. Sarà una delle prossime visioni, e l'aspettativa, ora che l'avete promosso quasi tutti, è piuttosto alta.
    Staremo a vedere come se la caverà al Saloon. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. forse non è l'epitome del panesalamismo ma secondo me ti può piacere...

      Elimina
  10. Lo dico sempre io che è meglio il mare della montagna...idiozie a parte trattasi di uno dei miei prossimi recuperi (al momento ho visto Black Sea è mi è piaciuto tanto).Bella analisi davvero.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. a me piace più la montagna...ma d'estate, grazie per il complimento, Me felice!

      Elimina
  11. Dovrebbe piacermi parecchio, sono fiducioso...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. vedi e scrivi che il tuo blog ultimamente sta battendo un po' la fiacca...

      Elimina
  12. Film che inizialmente non mi ispirava per nulla, ma mo state facendo tutti ricredere

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non ispirava anche me ma ho fatto bene a fidarmi...

      Elimina