Jay è una diciannovenne come tante altre che a una festa conosce un bel ragazzo con cui si apparta e fa sesso sul sedile posteriore della macchina. Viene da lui cloroformizzata e si ritrova legata su una sedia a rotelle in un edificio abbandonato e lui le parla di una maledizione che viene trasmessa attraverso l'atto sessuale. Da quel momento in poi vedrà varie figure minacciose nella sua vita che vorranno avvicinarsi a lei e toccarla ma lei glielo deve impedire perché la ucciderebbero.
Aiutata da un gruppo di amici, Jay cerca di combattere la maledizione.
E' dal Torino Film Festival che si dicevano meraviglie di questo film del giovane David Robert Mitchell e quindi l'attesa era come minimo spasmodica .E si sa che quando le aspettative sono a mille, c'è il rischio concreto che la delusione si affacci maleducatamente durante la visione.
Cosa che non è successo fortunatamente con It Follows.
Ora non mi va di discutere se sia veramente l'horror migliore e più disturbante degli ultimi anni come urlato a gran voce sulla locandina, non sono bravo a fare classifiche e non mi sembra il caso di starne a fare adesso, però quando vedi un film come questo ti viene da pensare che il genere horror è ancora vivo e lotta con noi e non è morto e sepolto come dicono in tanti .
David Robert Mitchell guarda esteticamente indietro agli anni '80, regala cospicui riferimenti allo slasher degli anni che furono, rifiuta in toto l'estetica preconfezionata dell'horror moderno, plasticoso e troppo ricco di computer grafica per essere realmente terrorizzante.
Anzi , dirò di più : in alcune sequenze ( vedi quelle della piscina o quella della fuga dalla battigia) si ha l'impressione che il nostro non voglia calcare la mano fino in fondo.
Vuole suggerire orrore, non vuole mostrarlo ma anche nella suggestione è come se ponesse un freno.
La sequenza sulla battigia è hitchcockiana nella sua geometria e nel suo apparente disperdere la tensione in mille rivoli che stemperino la tensione ( vedi la telecamera che segue per un attimo il ragazzo che va a svuotare la vescica in mezzo alle canne).
Poi l'orrore arriva , copioso, ma si ha la sensazione che la sequenza è come accorciata, sforbiciata , diventa una rasoiata improvvisa ma breve, come se Mitchell ci avesse dato un assaggino e poi passasse intenzionalmente ad altro.
Quello che colpisce principalmente di It Follows è proprio il modo di girare di David Robert Mitchell, alla sua opera seconda, ma che dimostra una maturità impressionante nell'utilizzo del mezzo espressivo con movimenti di macchina sinuosi e mai fini a se stessi.
It Follows ha poi l'altro merito di prendere le regole non scritte del perfetto teen slasher e sovvertirle scientificamente una a una.
E' un film in cui gli adulti non sono presenti manco di striscio e se sono presenti sono lì solo per danneggiarti, il gruppo di ragazzi che si riunisce attorno a Jay, la vittima predestinata fin dall'inizio, non è la solita manica di minus habentes senza cervello , si allontana dallo stereotipo della classica carne da macello tipica del genere ma cerca di reagire alla maledizione usando l'intelletto e non rifugiandosi nella soluzione più banale , di sangue ne viene sparso ben poco, anzi nulla , il villain non è unico ma è un'entità multiforme, si nasconde negli anfratti della vita di Jay e delle altre vittime e si presenta nelle modalità più disparate, tanto che all'inizio quasi si fa fatica a riconoscerlo ( e questo crea altra suspense, vedi l'incontro di Jay e dei suoi amici col ragazzo che le ha trasmesso la malattia), è un maleficio che scompagina la realtà quotidiana e la rende inquietante minuto per minuto. L'immagine che mi è salita prepotente a livello filmico è quella di trovarsi di fronte a un Nightmare di Wes Craven che incontra un film di zombie di Romero ma senza incubi e senza morti viventi.
It Follows riscrive il genere del teen slasher un po' come Lasciami entrare qualche anno fa riscrisse le regole del filone vampiresco.
E ora veniamo brevemente alla metafora che Mitchell serve in guantoni da boxe: quella della malattia sessualmente trasmissibile.
Ecco io direi che più che agire di metafora il nostro agisce di ellissi usando una tematica tipicamente anni '80 ( la paura del contagio dell'HIV) come simbolo di tutte quelle tensioni affettive e sessuali che portano al cosiddetto coming of age.
Tutti i protagonisti, non solo Jay, sono in quel limbo che va dall'adolescenza all'età adulta e stanno cercando la loro strada ed è proprio per questo che It Follows diventa nel finale un coming of age movie, un po' come era il precedente film di Mitchell, genere che negli States è molto apprezzato e seguito.
Straniante la colonna sonora a base di synth, così come straniante è il finale aperto come pochi a un possibile seguito senza per questo rinunciare a una chiusura.
Sempre per ellissi.
Tirando le somme , è una visione super consigliata.
PERCHE' SI : modo di girare molto personale, un gruppetto di personaggi convincenti e non la solita carne da macello, riscrive le regole estetiche dello slasher.
PERCHE' NO : il metaforone della malattia sessualmente trasmissibile è servito con guantoni da boxe, si ha l'impressione che Mitchell non pigi a fondo il pedale dell'acceleratore sull'orrore, finale aperto.
LA SEQUENZA : il cadavere disarticolato della ragazza sulla spiaggia, la fuga dalla battigia
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
Proprio quando penso che l'horror ormai è un genere poco capace di rinnovarsi, ti arriva il film che ti fa cambiare parere.
It Follows è il classico film più lealista del re: se volete frammenti del nuovo Carpenter o del nuovo Craven allora rivolgetevi qui.
Un genere dall'intelaiatura consolidata come lo slasher può essere fonte di novità-
Non so se fremere nell'attesa del seguito di It Follows ( che pare sia già in fase di ideazione) oppure essere contento che tutto si fermi qui, vista la qualità media dei sequel.
( VOTO : 8 / 10 )
Se ha colpito te, che sei un esperto del genere, lo segno al volo.
RispondiEliminaE spero di non rimanere deluso.
a me ha colpito molto...
EliminaDirei l'esatto contrario di quanto scritto
RispondiEliminaDa mister Ink...a questo punto son proprio curiosa....
si, ho letto e ci siamo già confrontati...
EliminaComplimenti per la recensione, che condivido quasi al 100% (l'unica differenza è che io mi trovo meno entusiasta per via di una certa - deliberata? - ripetitività di fondo che rende il film non fluidissimo).
RispondiEliminaSpero che il mio non venga preso come uno spam, comunque qui c'è quello che penso a riguardo: https://rateyourmusic.com/film/it_follows/
Blissard
grazie Blissard, a me ha entusiasmato non so neanche io dirti il perchè , forse perché è una delle poche cose originali viste ultimamente....ti passo a leggere...
Eliminaciti nel tuo commento Kyioshi Kurosawa, autore da me molto amato...direi che ci può stare , alla grandissima...
EliminaSPOILER! Come sai, la pensiamo all'opposto, ma ho apprezzato moltissimo il tuo commento. Senz'altro più bello e meritevole del film :) Lasciami entrare, per me, aveva una base solidissima: aveva una chiara matrice letteraria. Questo ragiona per rimandi e citazioni, ma ho trovato non abbia una voce sua. Oltretutto la trama, magari originale, avrebbe avuto senso con un'ambientazione diversa: boh, gli anni '80 e la paura dell'Aids? Da lettore, sai, cerco sempre motivazioni anche in quello che vede. Qui, presumibilmente, la bella protagonista non si dava al sesso non protetto. Oltretutto, ho capito la storia della maledizione, ma perché darla via (1) al ragazzo coi capelli lunghi (2) presubilmente, a una flotta intera di vacanzieri su uno yatch (3) al migliore amico, e alla fine provare ad uccidere questo fantasma nella (bella, eh) sequenza della piscina? Il suo lui - spiegazione adolescenziale bimbominkiesca - alla fine la cura perché si amano davvero e non gliel'ha smollata via per caso? Ecco, non ho capito che vuole dire il film. Mi è piaciuto come l'ha detto. Ma non mi ha fatto paura e mio fratello ha sonnecchiato tutto il tempo: questo film horror - per i giornalisti, il più bello del decennio - dove lo colloco? Perdona lo spiegone, Emì.
RispondiEliminaSPOILERpensarla in maniera diametralmente opposta su un film non è un problema quando tutto è ben argomentato come fai tu: anche perché la metaforona della malattia sessualmente trasmissibile è la parte più debole del film, ho parlato di metafora servita in guantoni da boxe proprio perché tutt'altro che fine . Jay dice che la dà al ragazzo coi capelli lunghi perché lui non aveva paura , forse una prova ulteriore sulla verità o meno di questa maledizione e poi alla fine , quando il nerd va in giro in macchina , adocchia due puttanoni che ellitticamente suggeriscono la trasmissione della maledizione...secondo me è tutto in funzione di un seguito che pare si farà a breve...E comunque come ti ho già detto io tendo a svalutare il messaggio in favore del meccanismo filmico...
EliminaSu questo film Bradipo potremmo anche essere d'accordo...
RispondiEliminaChissà?
addirittura? attenzione che la vecchia in camicia da notte comincerà a inseguirti...
EliminaUh...un bell'8 tondo, chissà se mi piacerà. Anche questo ha diviso i blogger che seguo.
RispondiEliminaper me è un grandissimo film...
EliminaConcordo su tutto. Bella recensione. Sono in disaccordo invece con l'amico Mr. Ink, che secondo me il film non l'ha guardato bene, oppure aveva aspettative che portavano il suo sguardo altrove :)
RispondiEliminagrazie! e sono veramente felice di questo film perché è uno dei pochi che non ha deluso aspettative che erano altissime...
Eliminapuoi pure leggere perché non ci sono spoiler , quando metto spoiler uso segnaletica lampeggiante...
RispondiEliminaOttimo, ottimo film, superlativo in tutto, per me è un nuovo tassello fondamentale del cinema horror.
RispondiEliminadirei che siamo sulla stessa lunghezza d'onda, anche per me ha l'aria di essere epocale...
RispondiEliminaVisto in francese, ottimo film. Speriamo solo che abbia una distribuzione in Italia...
RispondiEliminaPure io ho pensato alla metafora della malattia sessualmente trasmissibile, ma mi è sembrato un pretesto abbastanza sterile - che brutto gioco di parole...
RispondiEliminaAlla fine, a mio modesto parere, non è il miracolo detto da molti, per quanto sia un'ottima pellicola. Semplicemente una bella storia che però è al servizio unicamente di sé stessa. E con una freddezza di base che mi ha disturbato quasi più del film stesso.