I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.
venerdì 2 marzo 2012
Oslo, 31st. August ( 2011 )
Oslo: ultimo giorno d'estate.
Il trentaquattrenne Anders è un tossicodipendente che sta ultimando il processo di disintossicazione in una struttura parasanitaria in piena campagna e ha ottenuto il permesso per un colloquio di lavoro da sostenere nella natia Oslo.
L'occasione per reimmergersi idealmente e concretamente in un passato non semplice da sostenere.
Anders trova vecchi amici, anela disperatamente a sentire almeno la voce della sua ex ragazza a cui lascia continuamente messaggi in segreteria, cerca di contattare la sua famiglia che sembra però in altre faccende affaccendata, in una parola ritrova il suo passato che sembrava aver dimenticato da tempo.
Oslo, 31st. August è un road movie da fermo in cui il percorso è solo esistenziale.
Anders è rimasto cristallizzato in un limbo impermeabile alle sollecitazioni esterne, alcuni dei suoi amici hanno continuato il loro percorso vitale nel più rigido dei conformismi: studio, laurea, lavoro, matrimonio e figli. Altri continuano a fingere di avere ancora vent'anni.
Ma l'infelicità li azzanna alla gola.
Anders diviene la cassa di risonanza dell'altrui insoddisfazione, lo specchio deformante in cui intuire il percorso della propria autostrada per la mediocrità. O per l'inferno.
Anders trascorre la notte ad Oslo tra vecchie e nuove conoscenze impegnato in un itinerario ideale che di salvifico ha poco o nulla.
Anzi.
L'ultimo giorno dell'estate di Oslo diventa il canto del cigno di un periodo della vita dell' Anders irredento perchè ancora schiavo dei suoi errori passati.
L'opera seconda del trentasettenne Trier ( parente?) a cinque anni dal pluriosannato esordio Reprise, è il ritratto intenso di un giovane nel guado, che si ritrova in un mondo che sente non appartenergli più.
Ma a giudicare dai suoi incontri, fortuiti o meno, il suo è un sentimento di disagio generazionale comune a molti suoi amici di un tempo, anche alla sua ex che si sente inadeguata perchè ormai trentenne( non c'è un trentenne che non stia con una ventenne, afferma parlando con Anders).
Il film di Trier è idealmente vicino a quella stagione irripetibile che è la Nouvelle Vague francese per quell'aria sempre provvisoria dei personaggi e soprattutto per quelle riprese che sembrano rubate dalla vita di Anders costantemente pedinato durante tutto il film.
Liberamente ispirato al romanzo Fuoco Fatuo di Pierre Drieu La Rochelle, Oslo, 31st. August, presentato nella sezione Un Certain Regard nella 64esima edizione del Festival di Cannes, è tipico esponente di un cinema scandinavo che sta guardando con sempre maggiore insistenza al disagio delle nuove generazioni.
Eccellente la prova di Anders Danielsen Lie che sembra portarsi dentro il dolore che pervade il protagonista fin dalla prima inquadratura.
( VOTO : 8 / 10 )
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