Se qualcuno sperava in un addomesticamento dello stile di Shion Sono dopo quel minimo di attenzione riservatagli dai critici occidentali, beh quel qualcuno si sbagliava proprio di grosso. Shion Sono con questo Guilty of romance (titolo internazionale) ritorna senza compromessi con uno dei suoi film più arditi e rischiosi, debordante ed eccessivo come al solito in cui si parla di donne, di sesso, di perversione, di Kafka, di castelli e si finisce nel più squallido dei Love Hotels a mercificare il proprio corpo. Magari anche in saldo.
Tre personaggi di donna alle prese con la propria sessualità, uno che sembra semplicemente il raccordo per raccontare le altre due (la detective Kazuko che all'inizio del film trova un corpo smembrato per comporre due manichini) e altri due che sono analizzati molto più in dettaglio. Da una parte abbiamo la quasi trentenne Izumi, formosa casalinga con un marito scrittore di successo che segue sempre pedissequamente gli stessi orari.
E lei, addomesticata a questa routine, rispetta ogni giorno gli stessi rituali da geisha, si sottomette a una figura maschile per il resto assente in tutti i sensi. Ma lei è felice così. Fino a che riesce ad evadere da questa prigione ovattata, prima comincia a lavorare in un supermercato e da qui una reazione a catena dalle conseguenze imprevedibili. L'altra figura è quella di Mitsuko, piacente docente universitaria che di notte si prostituisce.
Guilty of Romance è un film sul lato nascosto che ogni persona racchiude dentro di sè, su quel cono d'ombra che è proiettato dal proprio io, su quanto complicato possa essere gestire la propria sessualità e su quanto possa risultare castrante essere incatenati dentro schemi prefissati dalla società.
Diviso in cinque capitoli ognuno con il suo titolo (Izumi Kikuchi, Il castello, Ozawa Mitsuko, Il club delle ammaliatrici, La fine) percorsi trasversalmente da una serie di flashback che cercano di fare chiarezza su una vicenda abbastanza criptica, l'ultimo Shion Sono è molto aggressivo dal punto di vista cromatico, uno stimolante ibrido tra un incubo dalle tonalità pop e suggestioni argentiane estratte direttamente da Suspiria. Oltre a questo troviamo giovani in bombetta che richiamano le clockwork oranges di kubrickiana memoria e una vicenda che a grandi linee ricorda la Bella di giorno di Buñuel ribaltandone il ritmo circadiano.
Il regista nipponico guarda anche indietro alla propria filmografia: il rendez vous al Love Hoteltra Izumi e il marito ricorda molto un'analoga scena di sesso e violenza in Cold Fish e un pò tutta la struttura anarcoide e il cromatismo del film ricordano il folle delirio lynchiano di Strange Circus.
Eccellenti le attrici che si prestano anima e soprattutto corpo per un film ad alto rischio di caduta nel ridicolo involontario con la straordinariamente sexy Megumi Kagurazaka che domina la scena. Da ricordare una sequenza in cui lei davanti allo specchio fa le prove di come deve offrire al pubblico del supermercato le salsicce che deve vendere. Solamente che in questa scena le salsicce non ci sono e neanche i vestiti cosicchè sembra che Izumi debba fare solo la testimonial di se stessa. Del resto la mercificazione del proprio corpo ridotto a mero strumento per fare soldi è uno dei temi principali dell'opera.
Non tutto funziona a dovere in Guilty of romance: qualche passaggio è esageratamente ermetico e la solita tiritera che evoca traumi infantili pregressi è una soluzione alquanto "povera". Dal genio di Shion Sono ci si aspetta sempre di più. Se questo film racconta una discesa agli inferi non inedita è sicuramente originale l'approccio visivo, coloratissimo (invasioni di secchiate di rosa shocking), con molti effetti visivi e primi piani, quando non soggettive che hanno il compito di regalare allo spettatore la visione di un mondo immorale e deformato.
Visto nella versione internazionale di 113 minuti, approvata dal regista, che a differenza di quella da 144 minuti presentata a Cannes non approfondisce molto il personaggio della detective Kazuko ridotto a poco più di un personaggio di raccordo.
"Non avrei mai dovuto imparare le parole, solo perchè conosco il giapponese e qualche parola in una lingua straniera, sono dentro le tue lacrime."
( VOTO : 7,5 / 10 )
( VOTO : 7,5 / 10 )
Non condivido molto di quello che hai scritto; secondo me è uno dei migliori Sion Sono e più che descrivere una caduta agli inferi descrive un'ascesa in paradiso.
RispondiEliminaTrovo triste che venga trovato squallido il rapporto finalmente salutare col sesso scoperto dalla protagonista, così come l'insegnamento della sua maestra.
Penso si siano toccate vette piuttosto alte per quanto riguarda magia, sesso, amore e denaro.
benvenuto caro anonimo: vedo che la pensiamo in maniera diametralmente opposta ma probabilmente è una questione di prospettive: tu valorizzi la scoperta della sessualità da parte della protagonista ( cosa di per sè non squallida e infatti non l'ho detto,lo squallido era riferito al Love Hotel e me lo passerai visto che non è certo un resort a cinque stelle) e io sottolineo la sua caduta "sociale" da una vita che comunque non riservava troppe soddisfazioni. E continuo a pensare che Siono ha fatto molto meglio anche se comunque questo film mi è piaciuto e anche il voto ne è testimonianza....
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