Puntate : 5 da 45 minuti cadauna
La storia di tre differenti famiglie che vivono all'interno della stessa casa infestata da un fantasma, quello della piccola Alice Bowen , figlia di Ruth e Paul , annegata in circostanze misteriose nel 1968 e ritornata sotto forma di ectoplasma nel 1987 , turbando la quotidianità dei Maynard ma soprattutto della piccola Amy e poi ancora nel presente ( 2010) quando si manifesta alla presenza di Shelley, che sta per avere una bambina e del suo compagno Mark, cresciuto in quel di Marchlands e ritornatoci a vivere dopo parecchi anni.
Le vicende delle tre famiglie nelle tre epoche differenti si incrociano tra di loro in un crescendo tumultuoso che porterà alla risoluzione del mistero che avvolge la morte della piccola Alice.
Normalmente il percorso di una serie televisiva vede una partenza in lidi non americani, europei o quanto altro e poi l'approdo nella ben più danarosa televisione a stelle e strisce che , fiutando la potenzialità commerciale di certi prodotti non se li lascia sfuggire di certo, arrivando a creare anche delle ciofeche clamorose pur originando da una buona/ottima base di partenza.
Marchlands ha fatto invece il percorso contrario: in principio fu una serie televisiva americana del 2008, The Oaks, mai andata oltre il pilot e che non ho avuto la fortuna di visionare.
E gli inglesi quando si tratta di case infestate o di creare un'atmosfera ansiogena carica di suspense non sono secondi a nessuno.
Marchlands è la perfetta esemplificazione di questo: pur partendo da un' idea non nuova riesce a far compenetrare con ritmo invidiabile le storie nelle tre epoche diverse, caratterizzate con poche ma opportune pennellate ( le automobili delle tre famiglie per esempio consentono di sapere immediatamente in che epoca ci troviamo e sottolineano l'immutabilità della casa nei vari segmenti temporali) e dotate ognuna di una colonna vertebrale propria.
La storia dei Bowen per esempio narra la difficile elaborazione del lutto per la perdita della piccola Alice da parte di Ruth e Paul, con susseguente profonda crisi matrimoniale, quella dei Maynard , negli anni '80 è quella più spiccatamente horror con la storia dell'amichetta immaginaria di Amy che condiziona le vite di tutti i suoi familiari, mentre quella ambientata ai giorni nostri è la storia di una coppia giovane, ma non giovanissima che si scontra con la tranquillità estrema della campagna inglese e con la chiusura dei suoi abitanti, soprattutto per quanto riguarda Shelley che si trova a fronteggiare sospetti e omissioni da parte del compagno che in realtà vuol solo proteggerla.
Le tre storie sono legate tra loro da un filo sottilissimo ma ben visibile con le varie storie che si intrecciano a partire dagli stessi luoghi ( case , campagne o fermate d'autobus), nella stessa scena. Dalla stessa inquadratura si passa dagli anni '60 agli '80 o ai giorni nostri senza soluzione di continuità
Altra qualità vincente del plot è la presenza di vari personaggi che ritornano nelle varie epoche ( con molti anni in più sulle spalle e con ruoli diversi ) e che spesso hanno qualcosa da rivelare del loro passato che va a condizionare il presente.
Marchlands insomma rinuncia quasi del tutto alle boo sequences ma riesce lo stesso a creare una suspense che si taglia quasi col coltello in un continuo andirivieni sulla linea temporale che da solo crea attesa e fremiti da parte dello spettatore.
La confezione è al solito ottima, come gli attori e la fotografia.
Nel 2013 è stata prodotta da ITV un'altra miniserie di cinque puntate, Lightfields, che ha la stessa strutturazione di Marchlands con tre storie di epoche differenti all'interno della narrazione.
Prossimamente su questi schermi.
( VOTO : 7,5 / 10 )
Ce l'ho lì da vedere :)
RispondiEliminaaspetto il tuo parere allora...
EliminaAmmazza, questo dev'essere STRAFIGO!
RispondiEliminaMoz-
Moz, con le serie inglesi vai (quasi) sempre sul sicuro....sono delle bombe!!!!
EliminaMe la procuro sicuramente. E' inglese e English do it better, almeno quando si tratta di serie tv
RispondiEliminasono curioso di sapere che cosa ne pensi...
RispondiEliminaIn Italia manco a pagarla, eh.
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