Il commissario Betti, fortemente segnato dalla morte violenta di un fratello diciottenne si trova ad indagare sull'omicidio di un ragazzo diciassettenne ucciso durante la rapina ad un autobus. Le indagini condotte grazie all'ausilio di infiltrati permettono di scoprire i colpevoli. Betti ama poco le scartoffie, vuole azione e giustizia anche con metodi piuttosto spicci. Ed è per questo che viene allontanato dalla polizia quando uccide un rapinatore colto in flagrante, detto il Chiodo, che per coprirsi la fuga non aveva esitato neanche un secondo a uccidere a colpi di mitra tre bambini, oltre ad aver ridotto a vita su una sedia a rotelle il collega di Betti intervenuto assieme a lui per sventare la rapina. Uscito dalla polizia Betti viene reclutato da una piccola organizzazione di professionisti e commercianti vittime di violenze e stanchi di essere rapinati , che organizzano ronde notturne per cogliere i furfanti sul fatto.
Il capo di questo gruppetto di cittadini amanti della giustizia fai-da-te è l'avvocato Sartori che sarà vittima di una vendetta atroce da parte di una coppia di malviventi.
Betti capisce che neanche questo è il modo ideale per fare giustizia....
C'era un tempo agli inizi degli anni '70 in cui il cinema italiano aveva cominciato a guardare voluttuosamente all'action di Oltreoceano, ai vari Steve McQueen , a Il braccio violento della legge e più precisamente alla saga dell'ispettore Callaghan che già era una variazione "vitaminica " del genere che era stato sdoganato da poco anche in sede di premi Oscar( i 5 Oscar vinti proprio da Friedkin con Il braccio violento della legge).
In Italia fu la volta di un film di Enzo G.Castellari con protagonista Franco Nero , La polizia incrimina la legge assolve, che dava una nuova credibilità al film poliziesco italiano. I produttori dell'epoca , dopo il successo di quel film cominciarono a pensare a una sorta di sequel apocrifo diretto dallo stesso regista e con lo stesso protagonista, Franco Nero, nel ruolo del commissario Belli.
Ma Castellari litigò con la produzione, Franco Nero costava troppo perchè ormai era attore di successo consolidato, così intervenne Marino Girolami ( regista di lungo corso che aveva fatto un po' di tutto nella sua carriera, dai musicarelli ai film di Franco e Ciccio per finire con Alvaro Vitali e i film di Pierino, l'ultimo suo film è Gigi il bullo) , padre di Enzo G. Castellari, nato Enzo Girolami, che girò il film con lo pseudonimo di Franco Martinelli.
Come attore protagonista fu ingaggiato una specie di surrogato di Franco Nero, almeno dal punto di vista fisico: si trattava di Maurizio Merli, aspetto nordico, capello biondo e mustacchio scuro, atletico, ben messo fisicamente e sprezzante del pericolo tanto da girare anche le scene più pericolose senza controfigura.
Era nato il mitico commissario Betti ( anche il nome è simile a quello del commissario de La polizia incrimina , la legge assolve), protagonista di un ideale trilogia che vede assieme a questo film un altro paio di titoli veramente cult come Napoli violenta , che per me è l'apice del genere, e Italia a mano armata.
Il successo di pubblico fu straordinario, oltre due miliardi e mezzo di lire che per un film uscito nel pieno della canicola estiva agostana erano un risultato eccezionale.
Era stato creato un nuovo genere, ribattezzato un po' per gioco e un po' per denigrarlo, poliziottesco, un'estremizzazione del concetto di genere poliziesco però tutto italiano.
E all'epoca noi italiani dal punto di vista tecnico non avevamo niente da invidiare a nessuno e chi vedrà Roma violenta se ne potrà rendere conto molto agevolmente.
Sbertucciati senza pietà dai critici dell'epoca ( però riempivano le sale ) e oggetto di una rivalutazione molto accesa in epoca più moderna, forse anche eccessiva per certi versi e soprattutto acritica verso titoli appartenenti al genere e assolutamente non all'altezza , Roma violenta e i suoi figliocci putativi erano il frutto del fermento sociale che si agitava all'epoca.
Roma violenta è accusato senza termini di essere un prodotto populista e fascistoide , come altri polizieschi dell'epoca : ok, in apparenza è così perchè i poliziotti sono tutti belli e buoni, mentre i malviventi sono tutti brutti, vestiti male ( e vagamente sinistrorsi all'apparenza) e spietati, è così anche perchè il tema della giustizia fai-da-te, era molto sentito da una certa frangia politica e c'era una contrapposizione selvaggia tra destra e sinistra.
Nel mio piccolo mi permetto di dubitare: questi film erano prodotti esclusivamente per fare soldi, era stato creato un nuovo genere in cui le sequenze dovevano essere spettacolari e spericolate, in cui la parte action doveva prevalere su quella poliziesca non lesinando sulla violenza.
La struttura narrativa di Roma violenta ne è testimonianza lampante: c'è un filo conduttore in tutto il film ma l'andamento è rapsodico, non c'è una storia che ha un inizio e una fine , è solo un frame di divenire colto nei 90 minuti di proiezione che prendono in considerazione vari casi passati tra le mani del cazzutissimo commissario Betti, il terrore della criminalità romana di basso e medio cabotaggio, un mito per i suoi colleghi e un incubo per i suoi superiori, costretti a coprire loro malgrado le gesta di un poliziotto che ha un concetto tuo suo del tema della giustizia e del metodo di indagine.
Queto film doveva essere qualcosa di forte da dare in pasto alle fauci fameliche del pubblico italiano in cerca di emozioni.
Roma violenta lo era. E' forte ancora oggi.
Si veda la lunga scena dell'inseguimento nella parte centrale del film: il commissario Betti a cavallo della sua Giulia amaranto insegue per tutta Roma la BMW grigia in cui c'è il rapinatore detto il Chiodo.
Che ha da invidiare ad analoghe scene del cinema action americano? Assolutamente nulla.
Vogliamo parlare poi delle soggettive di cui Girolami fa ampio uso durante i dieci-minuti-dieci di questo inseguimento o di quella inquadratura particolare ad altezza asfalto con la ruota sinistra della Giulia in primissimo piano?
E quanto è figo Betti quando col piede destro, in un'azione altamente acrobatica rompe con vari colpi del suo piede destro il parabrezza incrinato della sua auto continuando l'inseguimento come se nulla fosse ed evitando di fermarsi?
Vedete voi se ci riuscite: come minimo vi parte una rotula, l'articolazione coxofemorale e anche un paio di vertebre sacrali.
Roma violenta e i poliziotteschi in genere probabilmente non erano ritratti oggettivi e realistici di quello che succedeva in Italia in quel periodo. Erano estremizzazioni spettacolari che partendo da un sentire comune e dalla sensazione continua della precarietà della sicurezza ( che ancora oggi c'è anche se i reati , statisticamente parlando sono in calo).
Gente come Girolami, Castellari, Lenzi ecc ecc se ne fregava della politica.
A loro interessava fare soldi.
E Roma violenta ne fece un mucchio.
Rivisto con gli occhi di oggi fa ancora un certo effetto vedere Betti che picchia come un fabbro e spara come un pistolero, fa effetto anche trovare una scena parecchio forte per l'epoca come la violenza sessuale perpetrata sulla procace figlia dell'avvocato Sartori , proprio sotto gli occhi del padre o anche la scena dell'ostaggio preso durante la rapina in banca che viene scaricato sull'asfalto senza pietà , uccidendolo sul colpo.
Si vuole colpire intenzionalmente sotto la cintola e ci si riesce.
E in più si aggiunge il fattore nostalgia perchè oggi non siamo più capaci di fare film di questo tipo.
Non ci sono più i grandi artigiani che avevamo prima.
Forse è per questo che facciamo solo commedie....
( VOTO : 7 + / 10 )
Eccociiiiii! :)
RispondiEliminaOvviamente questo titolo campeggia potente tra i miei divvuddì.
Roma Violenta per me sta a metà tra il disimpegno giocoso di titoli come Roma a mano armata e pellicole che ancora subivano gli echi -sempre poi ripresi con gioco romanzato- del cinema impegnato, tipo Milano odia.
Qui c'è tanto di Calabresi, poi, nel personaggio interpretato da Merli.
Comunque, caro Bradi, io sto aspettando che in dvd esca Roma Criminale, un poliziottesco d'oggi che pare finalmente essere sulla scia di questi gloriosi capolavori del passato :)
Moz-
ne stavo leggendo proprio stamattina...io non è che vi riponga trope speranze, non amo molto le minestre riscaldate ma stiamo a vedere, una possibilità non si nega a nessuno...anche Milano odia, la polizia non può sparare è uno dei miei film italiani anni 70 preferiti...
EliminaDunque, Roma Criminale non dovrebbe essere una minestra riscaldata, da quanto ho capito; e nemmeno un pallido omaggio. E' un poliziottesco girato oggi. Ed è una grande cosa :)
EliminaMoz-
speriamo che sia come dici tu, lo spero con tutto il cuore....
EliminaIo sto aspettando il giorno in cui esce in dvd.
EliminaPurtroppo al cinema s'è visto pochissimo e di certo non qui da me.
Certo, è anche un omaggio a tutto il poliziesco italiano (ha dei rimandi agli anni '70 e cameo di attori di polizieschi odierni, come Simone Corrente e Simona Cavallari), ma secondo me ha il piglio -finalmente- giusto per poter affrontare il genere.
Moz-
Visto tempo fa a pezzi in tv. Non posso dare un giudizio non avendolo visto tutto, ma mi aveva colpito il fatto che una volta riuscissimo a fare film di genere come questo!
RispondiEliminaeravamo dei maestri...ora non lo siamo più, non sappiamo fare più nulla eccetto che patetiche commedie buoniste...
EliminaLo ricordo vagamente Bradipo caro...ma lo rifanno abbastanza spesso in orari impossibili per televisione o sbaglio..?.
RispondiEliminaRicordo male o Merli è morto ancora giovane?
Proficua serata di celluloide amico mio!!!!
eh eh ora si vede solo in orari da lupi mannari oppure sperare in qualche ciclo come stanno facendo in queste settimane su Iris....saluti!!!
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