I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.
giovedì 15 marzo 2012
Un poliziotto da happy hour ( 2010 )
Dove eravamo rimasti?
A quando l'imponente massa corporea di Brendan Gleeson si abbatteva sul selciato ai piedi della torre di Bruges dopo un volo tutt'altro che angelico?
Si, forse eravamo rimasti lì con ancora negli occhi la grazia medievale di quella favolosa città.
Ma Brendan Gleeson non si è fermato a Bruges.
Si è trasferito in Irlanda e si chiama ora Gerry Boyle, poliziotto irlandese più avvezzo al pub che al crimine.
La sua vita trascorre tra bicchierini di whisky, pinte di Guinness, qualche occasionale visita alla madre e giornate di svago accuratamente programmate per spassarsela con allegre signorine a pagamento.
E' normale che un omicidio sconquassi la sua routine , figuriamoci poi quando nell'indagine deve collaborare con un agente FBI appositamente inviato dagli USA e last but not least scompare misteriosamente anche la recluta appena arrivata per lavorare alla sua stazione di polizia.
A leggere il titolo in italiano (da denuncia penale) questo The Guard sembrerebbe un film comico ma in realtà non è così.
E'un film che ha notevoli punte di amarezza in un'intelaiatura da black comedy e proprio per questo ricorda da vicinoIn Bruges.
Sarà un caso che è scritto e diretto da John Michael McDonagh che è fratello di Martin , regista di In Bruges?
Probabilmente no.
Pur partendo dalla formazione di una canonica coppia di poliziotti che non potrebbero essere più diversi tra di loro (uno bianco e l'altro nero,uno puttaniere impenitente, l'altro marito e padre esemplare, uno non così rispettoso della legge ,l'altro perfettamente ligio al suo dovere) The Guard si svincola abilmente dai clichet triti e ritriti del solito poliziesco dandoci un ritratto d'ambiente feroce e disilluso.
L'Irlanda non sembra quel paradiso in terra che tutti crediamo, è percorsa dal rifiuto neanche tanto sotterraneo di aprirsi alla diversità (rappresentata magari da un polizotto nero di pelle con cui si parla solamente in gaelico), è al centro di importanti rotte criminali, si è costretti anche a matrimoni di facciata per mascherare la propria omosessualità e la polizia si rivela ben presto essere un coacervo di criminali e corrotti.
La novità è che il metodo americano non sfonda in Irlanda ma viene tenuto rigorosamente sullo sfondo.
La figura che emerge è quella di Gerry Boyle, poliziotto che odia le regole ma con un cuore grande così, perfetta incarnazione di antieroe che non sfigurerebbe in un film western.
L'intreccio poliziesco non è così covincente, tra criminali pulp rubacchiati dal cinema di Tarantino e un finale pirotecnico da poliziesco americano però The Guard ha una sua personalità dovuta essenzialmente a un protagonista scorretto politicamente, magari anche razzista e sempre in vena di fare battute fuori luogo.
Ad avercene di personaggi così.
( VOTO 7 + / 10 )
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Visto con due anni di ritardo... meglio tardi che mai!! :-)
RispondiEliminaE dopo avercelo negato per tanto tempo cercano pure di ingannarci con un titolo da codice penale.Inqualificabili i nostri spacciatori di cinema!
RispondiElimina