I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.
mercoledì 7 marzo 2012
Beast stalker ( 2008 )
C'è sempre qualcosa di opprimente nei polizieschi di Hong Kong, un alveare umano che ormai esaurito lo spazio in orizzontale si sta sviluppando in altezza accatastando case le une sulle altre e così facendo anche con gli esseri umani che hanno la (s)ventura di abitarle.
E questo senso di oppressione è reso benissimo nella parte centrale di questo Beast Stalker, quella che esplora le viscere di questo alveare umano fatto di stradine e di confusione, in cui la caccia a un sequestratore diventa questione di vita o di morte per un poliziotto attanagliato dai complessi di colpa.
Il film di Dante Lam parte subito a folle velocità con un bellissimo inseguimento in automobile che termina con uno degli incidenti più spettacolari visti al cinema in questi ultimi tempi.
La tensione la fa da padrona assoluta eppure si avverte subito che c'è qualcosa che stona.
Nel cinema di genere orientale ormai siamo abituati a film di violenza inaudita che si aprono imporvvisamente a sprazzi di lirismo poetico.
Beast Stalker non fa eccezione però il lirismo diventa subito lacrimoso melodramma recitato e ripreso in maniera a mio parere poco adeguata.
Il mobilissimo stile di Dante Lam , la traballante macchina da presa a mano, gli angoli di ripresa obliqui che tendono a deformare il tutto sono eccellenti per le scene action e di inseguimento(di cui questo film è pieno) ma stridono con le sequenze in cui viene fuori il lato melò della materia narrativa.
Il pur bravo Nicholas Tse( forse a dire il vero un pò troppo giovane per la parte) che si trova molto a suo agio nei panni del poliziotto molto incline all'azione e contemporaneamente corroso dalla colpa, carica con eccessivo tono enfatico le scene del prefinale con la bambina, rivelandosi totalmente inadeguato.
Per non parlare del personaggio della bambina(che cerca di far leva costantemente sulla compassione) e della madre di lei che ha una pericolosa tendenza an andare sopra (e oltre) le righe dello spartito.
E anche il doppiaggio pedestre non aiuta.
In questo senso è molto più efficace il suo antagonista nella parte del sequestratore, Nick Cheung, le cui cicatrici sul volto non sono altro che la proiezione in concreto di quelle che ha nell'anima.
La sua figura marmorea si fa carico di un dramma inesplicabile: una moglie paraplegica e che ha perso il loro unico figlio a cui lui si dedica costantemente al costo di rapire una bambina al fine di ottenere i soldi per curarla.
A livello etico questo è uno scoglio da superare: nel film c'è una sorta di "giustificazione" nel rapimento della bambina e questo per molti spettatori ( me compreso) può essere indigesto.
Beast Stalker è un tetro noir tinto di melodramma la cui oscurità è squarciata da una luce inaspettata.
Ricco di personaggi ben delineati e sfaccettati , è un ottimo esempio di noir hongkonghese che si distacca dai canoni del genere solo per un finale(costruito attorno a un bellissimo flashback ) non in linea col tono cupo del film.
Purtroppo alcune scivolate nel melodramma gratuito e una sorprendente "comprensione" per la figura del rapitore risultano troppo vistose per non essere notate, senza però inficiare più di tanto una visione estremamente piacevole.
( VOTO : 7 / 10 )
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