Catastrofe nucleare.
Il mondo riparte da zero dopo la Terza Guerra Mondiale.
E anche gli uomini sono costretti a ripartire dalla preistoria impossibilitati come sono dai gas a comunicare vocalmente tra di loro. La loro regressione allo stato primitivo coincide anche con la fondamentale importanza che assumono i bisogni primari.
Mangiare, bere e riscaldarsi, sopravvivere in un ambiente anonimo, all'apparenza ostile e devastato che offre pochissime possibilità di riparo.
Il film di Yasuaki Nakajima (che impersona anche uno dei sopravvissuti) è un film appartenente al genere apocalittico fatto con cinque attori in tutto, una troupe ristretta, girato in 16 mm in un bianco e nero a volte troppo brillante (alcune inquadrature sono volutamente sovraesposte forse per dare l'idea di radioattività o comunque di ambiente non bonificato) e con nemmeno una parola di dialogo.
Il regista si affida totalmente alla gestualità forzatamente sovraccaricata dei suoi attori.
E questa affascinante scelta stilistica di grande coraggio unita a un taglio semidocumentaristico rende il film ancora più raggelante, ci fa quasi toccare con mano l'inospitalità di un mondo allucinato in cui i sopravvissuti cercano all'inizio di interagire tra di loro.
Sotto alcuni aspetti ricorda da vicino Letters from a dead man di Lopushansky, anche quello apocalittico angosciante e che soffoca fin dalla prima sequenza.
Naturalmente trattandosi di uomini, i sopravvissuti non saranno capaci di stare tranquilli e collaborare tra loro per istinto di sopravvivenza.
Data la presenza tra di loro di una donna cominceranno le prime lotte, con armi improvvisate, ognuno con la sua.
Come in un branco di animali selvatici,si scatena la lotta per diventare il maschio alfa e per accoppiarsi, perpetuando così il codice genetico che si presuppone sia il migliore e il più attrezzato per far rinascere la specie.
I 72 minuti di After the Apocalypse ci regalano una visione di quel momento in cui il pianeta morirà e rinascerà dalle proprie ceneri,ripartendo dalle memorie e dall'intelligenza maturata nel tempo.Il problema è il linguaggio,l'impossibilità di comunicare.I sopravvissuti sanno accendere il fuoco, sanno fare i giocolieri, sanno pescare ma non sanno scrivere. Solo fare disegni sulle pareti assimilabili ai grafiti degli uomini preistorici.
Come il pianeta Terra anche l'uomo riparte dal giorno zero.
( VOTO : 7 / 10 )
( VOTO : 7 / 10 )
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