Alice Howland è una docente di linguistica alla Columbia University, è moglie felice e madre realizzata.
Ultimamente però le accade di dimenticare le cose e , quando va a fare jogging, di andare nel panico perché non ha la minima idea di dove diavolo si trovi.
La visita dal neurologo le fa scoprire che soffre di una rarissima forma di morbo di Alzheimer, ereditaria e che si manifesta molto precocemente.
La memoria va e viene, ma tende sempre più ad andarsene , il lavoro ne risente e anche i rapporti familiari cominciano a essere più complicati, ma Alice lotta per conservare il più a lungo possibile i ricordi che una malattia bastarda le sta rubando giorno per giorno.
Se c'è una cosa che piace ai giudici dell'Academy è la malattia portata sullo schermo però nella maniera meno sgradevole possibile, smussandone i lati più spiacevoli.
E' successo con il biopic dedicato alla vita di Stephen Hawking, La teoria del tutto, e accade anche in questo Still Alice, veicolo promozionale per l'Oscar da consegnare a Julianne Moore.
Che , a scanso di equivoci, è bravissima, fragile e determinata allo stesso tempo, sempre scandalosamente snobbata precedentemente , ora sembra che sia venuto il suo momento alla notte degli Oscar.
Per me l'Oscar ce l'ha in tasca, perché la sua è una performance che oltre ad essere eccellente rientra nella categoria di quelle che più piacciono ai giurati dell'Academy.
Eppure Still Alice , per quanto mi riguarda, è un film che non funziona.
Glatzer ( a cui è stata diagnosticata la SLA proprio appena prima che i produttori pensassero a lui per dirigere questo film, altro " caso " della vita su cui riflettere, ma sicuramente sarà una fatalità) e Westmoreland dimenticano letteralmente di costruire un film attorno alla Alice di Julianne Moore, vero e proprio santino con l'aureola intorno che compare praticamente in ogni sequenza del film.
E invece di raccontare il vero Alzheimer, scelgono di raccontarne i prodromi, quel processo sicuramente crudele e infingardo che è la perdita dei vari brandelli di memoria e di quotidianità che costuiscono la giornata di Alice, ma che a conti fatti è uno zuccherino, anche simpatico ( come vedere i trucchetti che usa Alice per testare la sua memoria o per vivere il più normalmente possibile) di fronte alla malattia vera e propria.
Il sospetto è quello paventato in precedenza cioè quello di aver creato un prodotto ad hoc, commovente ma non troppo, destabilizzante ma non troppo, comunque debitamente lontano dal pietismo e dal patetismo , requisito necessario per avanzare la candidatura della Moore all'Oscar.
E al suo altare vengono sacrificati tutti i comprimari di un film , anche una Kristen Stewart nei panni di una wannabe actress che si vuole far strada nel mondo della recitazione ( praticamente la storia della sua vita) e che risulta addirittura meno irritante del solito.
Il risultato è che Still Alice risulta poco credibile come film sull'Alzheimer perché in realtà la malattia viene solo sfiorata, è l'esaltazione della figura di una donna che vuole lottare , che si erge coraggiosa contro quella bastarda sostanza amiloide che sta spazzando via tutti i suoi neuroni.
Per vedere qualcosa di più vicino all'Alzheimer occorre rivolgersi altrove , basta tornare indietro di qualche anno e al bellissimo Away from Her di Sarah Polley in cui una intensissima Julie Christie dava voce e volto a una malata in cui il morbo di Alzheimer era ad uno stato molto avanzato.
Un film che arrivava quasi a strapparti dal petto un cuore gonfio di commozione.
E forse , proprio perché troppo ancorato a una realtà sgradevole da vivere e da raccontare, snobbato clamorosamente quando si è trattato di andare alla notte degli Oscar ( solo due nominations per un film che meritava molto di più ).
La guerra contro l'Alzheimer è persa in partenza e stavolta l'amore, neanche quello più grande, è in grado di sovvertirne gli esiti.
Al contrario di quanto suggerito dalla ridondante scena finale.
Cercavo emozione ma non l'ho trovata.
PERCHE' SI : Julianne Moore, performance da Oscar, anche Kristen Stewart è meno irritante del solito, lontano da pietismi e patetismi vari.
PERCHE' NO : Glatzer e Westmoreland hanno dimenticato di costruire il film attorno alla Moore, personaggi di supporto praticamente piallati, il film affronta solo la fase prodromica della malattia.
( VOTO : 5,5 / 10 )
Sì, lo ricordo Lontano da lei. Bellissimo.
RispondiEliminaPerò secondo me, anche se più distante, questo non è meno degno di una visione. Lì era il marito a guardare la malattia della moglie. Qui è la protagonista, sostanzialmente, a guardarla e il film - e il libro - si fermano lì dove ancora la memoria può supportarla. Oltre, secondo me, chi mostrerebbe cosa c'è, venuta meno Alice? Film come La teoria del tutto e The Imitation Game avevano un punto di vista che mancava. Questo ce l'ha e, anche se sia appanna per la malattia, forse quello è il bello. Se non per la Moore, mi ha emozionato poco, ma il fatto che dal libro siano state tagliate tutte le scene madri, quelle più forti, quelle da Oscar, lo rende solo più coraggioso e onesto. Comunque tifo per Julianne, ufficialmente. Già in The Hours era una meraviglia e non so chi glielo aveva fregato.
la performance della Moore è eccezionale, veramente meglio di così non avrebbe potuto, ma il film intorno a lei è poco più che tappezzeria...e anche a me ha emozionato poco e la cercavo l'emozione...
Eliminaoh Away from her! e per restare in tema segnalo anche Il ricordo di belle cose, piccolo film francese magnifico...
RispondiEliminanon credo di averlo visto, lo segno..
EliminaConcordo con tutto quello che hai scritto, come sai. Un'occasione sprecata per il pubblico ma sicuramente non per Julianne Moore.
RispondiEliminaspero che la Moore se lo porti a casa questa statuetta, non fosse altro perchè avrebbe già meritato di averla...
EliminaSei il primo che ne parla male O_o
RispondiEliminadai, male no, però non sono il solo a essere perplesso..
EliminaSe si guarda questo film in maniera razionale, non è in effetti niente di eccezionale.
RispondiEliminaMa guardare questo film in maniera razionale è un vero peccato...
mi sembra costruito in maniera fin troppo razionale...l'Alzheimer lo conosco , l'ho visto ed è ben altra cosa...
EliminaEcco, in un certo senso confermi quello che si diceva da Bolla. E il Cannibale rimane una voce fuori dal coro. Certo che i Perché No non mi spingono alla visione.
RispondiEliminaSi, con Erica siamo praticamente d'accordo al 100 %...comunque guardalo, così ti fai un'idea...
EliminaMi sa che lo vedrò solo per la presenza della Moore.
RispondiEliminala Moore vale da sola il prezzo del biglietto..
EliminaTemo possa essere una visione piuttosto dolorosa e anche questo film sta divedendo parecchio i blogger.
RispondiEliminabah, anche questo mi puzza di costruito molto a tavolino, l'emozione per quanto mi riguarda è ben altro...
EliminaIo rimango sempre più basita dall'Academy. La Moore è un'attrice stratosferica, che avrebbe meritato premi su premi, statuette su statuette lungo tutto il corso della sua carriera. Ma basta guardare l'interpretazione di Lontano dal Paradiso, o il ruolo che aveva in The Hours per rendersi conto che all'Academy non capiscono una benamata fava.
RispondiEliminaEd è triste che debba ricevere l'Oscar con questa interpretazione. Davvero triste.
è vero, lo avrebbe meritato più altrove però anche qui secondo me è bravissima...vogliamo dimenticare >Scorsese che con tutti i capolavori che ha fatto viene premiato con quello che è un remake di un film hongkonghese?
Eliminaquesta volta non sono d'accordo, ogni tanto ci vuole,
RispondiEliminatranne la parte dell'ereditarietà, se anche ci fosse nel libro, che è inutile per l'economia della storia, per il resto è un film che colpisce nel segno, grazie, sopratutto e non solo, a Julianne Moore
qualche volta succede...ecco la parte dell'ereditarietà , del senso di colpa che si porta dietro l'avrei approfondita e invece è lasciata un po' sospesa a mezz'aria...
EliminaStavolta non mi trovi proprio d'accordo, Bradipo.
RispondiEliminaHo apprezzato la scelta di evitare di mostrarci la malattia nel suo essere, facendoci vedere invece il suo lento avanzare, e lo smarrimento di una donna che nonostante il coraggio si deve arrendere, affrontando con pragmatismo il tutto.
La Moore è ottima, e solo su di lei poteva reggersi il film. L'Oscar sarebbe più che meritato.
come dicevo prima a volte succede ma è bene che sia così, se fossimo d'accordo tutti su tutto, ma sai che palle...la Moore è ottima, concordo, il film però è molto meno ottimo di lei...
EliminaFilm fatto su misura per la Moore e per permetterle (finalmente!) di portarsi a casa l'oscar. Però bisogna dire che, pur essendo molto convenzionale come struttura, ha il pregio di non eccedere nella retorica e nella speculazione del dolore. E' una pellicola sobria e misurata, e questo è un merito. E nemmeno la Stewart è così male...
RispondiEliminasarebbe stato lo sbraco totale...ma questo non si può spacciare come un film che parla di Alzheimer, questa malattia bastarda è ben altra cosa....
EliminaCome ho scritto dal Cucciolo, ho come l'impressione che mi troverò molto più d'accordo con te che con lui! ;)
RispondiEliminaah ah ah , dai , vedremo...
Eliminasono andata a vedere questo film coi fazzoletti a portata di mano, non li ho usati.
RispondiEliminaCiò non significa non mi abbia colpito, anzi...è fatto molto bene e alcune scene spezzano il cuore (ad esempio quando non trova il bagno)
ma avendo a che fare con questa malattia quasi quotidianamente (lavoro in una casa di riposo) non posso non quotare la tua recensione.
La Moore comunque al momento è in pole position.
Grazie Nabiki, non sai quanto mi faccia piacere il tuo commento, anche io ho conosciuto diversi malati di Alzheimer e ho visto che la realtà è molto più sgradevole: in questo momento per esempio sto vedendo una miniserie inglese che si chiama Exile in cui uno dei protagonisti è un anziano malato di Alzheimer e trovo la sua rappresentazione molto più realistica di quella che se ne ricava in Still Alice....
RispondiEliminame la guardo allora! poi spero ne farai la recensione.
Eliminainvece secondo me funziona proprio per questo: il periodo più tremendo è quando ti rendi conto che stai perdendo la memoria, poi subentra la fase -forse più difficile da gestire- in cui non sai più nulla....
RispondiEliminaGlobal Management services
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