Jamie è sconvolto dall'omicidio efferato della moglie, Ella,a cui è stata strappata di netto la lingua, avvenuto mentre lui era fuori a comprare la cena al take away cinese.
Poche ore prima qualcuno aveva inviato loro un pacco contenente un pupazzo da ventriloquo.
Jamie torna alla città natale di Ravens Fair , ora poco più di una città fantasma, per organizzare il funerale della moglie e indagare su quel pupazzo.
E scopre la storia di Mary Shaw e della sua collezione di 101 pupazzi con cui organizzava spettacoli in un teatro della zona.
Una donna legata a misteriosi fatti avvenuti a Ravens Fair, tipo la sparizione di un bambino , lontano parente di Jamie e che aveva l'ambizione di costruire il pupazzo perfetto.
Jamie oltre a risolvere il mistero , deve lottare per la sua salvezza perché le morti continuano a fioccare...
Smaltita la sbornia del successo mondiale di Saw, James Wan , giovane cineasta malese trapiantato prima in Australia e poi approdato a Hollywood, assieme al suo compagnuccio di merende Leigh Whannel, scrive un altro horror incentrato su un particolare tipo di bambole, i pupazzi da ventriloquo che , personalmente ho trovato sempre abbastanza inquietanti.
E lo dirige anche.
Invece di prendersi il solito quarto d'ora accademico che molti registi horror si prendono prima di far iniziare le danze, memore della lezione di Saw, il buon James parte con il pedale dell'acceleratore a tavoletta e ci regala subito quelle che poi si riveleranno le migliori sequenze del film: quelle dell'omicidio di Ella e del suo ritrovamento da parte di Jamie, terrore genuino old school però realizzato bene sia visivamente sia con un utilizzo del sonoro particolarmente azzeccato per quanto è incalzante.
Altra sequenza notevole è il ritorno a Ravens Fair, una città fantasma sepolta sotto una coltre di polvere e di incuria , un'ambientazione che trasmette disagio sottolineata dai colori freddi e metallici che utilizza il direttore della fotografia John R. Leonetti (che per chi non lo sapesse è il regista del recente Annabelle, sotto l'affettuosa supervisione di Wan).
Una fotografia di qualità sopra la media per essere un horror a basso costo, anche se 20 milioni di dollari sono un budget di tutto rispetto per una produzione come questa..
Poi quando si comincia a fare la bocca a qualcosa che potrebbe regalare qualche bel brivido da far correre lungo la schiena il film si impantana nell'indagine condotta da Jamie e dal polziotto che gli è alle calcagna.
Cominciano i clichè da horror anni '80 ( ma magari per qualcuno saranno omaggi o citazioni) che denotano da una parte la cinefilia di Wan che comunque si richiama a una stagione ben precisa, quella in cui gli horror riempivano i listini delle case cinematografiche e soprattutto riempivano le sale, e dall'altra una sorta di ingenuità nella loro utilizzazione che sa tanto di peccato di gioventù , di inesperienza .
Inesperienza che si traduce in due personaggi principali che sono la zavorra più pesante da sopportare durante la visione: assistiamo a un maritino belloccio, che non sembra per nulla affranto ( ma probabilmente le capacità recitative molto ridotte di Ryan Kwanten non permettevano troppe digressioni sul tema ) e alla figura di un poliziotto ( Donnie Wahlberg) che esonda spesso e volentieri nella caricatura , un'ironia del tutto fuori contesto.
Un peccato per un film che partiva in maniera assai promettente e confezionato decentemente con una regia forse acerba per certi versi ma assolutamente promettente per il futuro.
Magari gli spaventi sono poca cosa per un appassionato del genere ma Dead Silence non è del tutto da buttare via, nonostante difetti abbastanza evidenti ci regala qualche momento degno di nota.
E quel teatro abbandonato che pullula di pupazzi ( tra cui uno che ha la faccia del pupazzo di Saw, autocitazione?) scenograficamente è veramente un bel vedere.
Un recupero consigliato solo per gli appassionati.
Non avrà la personalità di un Chucky ma è molto più onesto del già citato Annabelle.
PERCHE' SI : bella la fotografia , incalzanti le musiche, ottimo incipit, bello il teatro abbandonato che pullula di pupazzi
PERCHE' NO : protagonista improponibile, la figura del detective esonda troppo nella caricatura, spaventi telefonati, clichè da horror anni '80
( VOTO : 5,5 / 10 )
Questo, invece, visto anni e anni fa, mi era abbastanza piaciuto.
RispondiEliminaIl finale me lo ricordo ancora ;)
io invece l'ho recuperato da poco e mi è sembrato un po' datato...
EliminaAnche a me era abbastanza piaciuto in realtà, poi i pupazzi, soprattutto quelli da ventriloquo, mi hanno sempre inquietato molto. Non so se ho più paura di loro o degli specchi...
RispondiEliminaaddirittura gli specchi!! Sei un vampiro? ah ah ah comunque i pupazzi da ventriloquo anche io li trovo inquietanti..
EliminaPurtroppo ricorco poco per controbattere le magagne di cui parli ma l'unica cosa di cui sono sicuro è che mi era piaciuto, e non poco (credo).
RispondiEliminaSempre meglio dei successivi Insidious, quelli sì da mani nei capelli per me...
secondo me sta invecchiando maluccio e con degli attori cani come protagonisti...
EliminaQuesti pupazzi sembrano piuttosto inquietanti, però il voto ma fa propendere per un passo...
RispondiEliminadiciamo che però ha dei buoni momenti...
EliminaPiaciucchiato anche a me, ma forse solo perché le bambole da ventriloquo mi fanno salire troppa ansia!
RispondiEliminati fanno salire l'ansismo? ah ah ...anche io le trovo abbastanza inquietanti...
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