Il regista di questo film dal titolo italiano piuttosto irritante è quel Pascal Laugier che quattro anni fa con un solo film riuscì a cambiare i connotati dell'horror europeo dando al genere uno spessore autoriale forse mai avuto in passato. Dopo una tutto sommato trascurabile ma ottimamente confezionata ghost story quale Saint Ange in cui si ammirava la splendida Virginie Ledoyen in tutta la sua grazia ( ma proprio tutta, chi vuol intendere intenda), Laugier era entrato a gamba tesa nel panorama horror internazionale con un titolo su cui ancora si sta discutendo, quel Martyrs che ha dato nuovo lustro a tutta la scena horror europea.
Dopo aver rifiutato vari progetti ( tra cui il nuovo Hellraiser, rifiutato anche dai conterranei Maury e Bustillo) Laugier ha scritto e diretto questo suo primo lavoro realizzandolo oltre Oceano con soldi americani ( anche se tecnicamente è una coproduzione tra Canada e Francia).
Il timore era quello dell'appiattimento di uno dei talenti più luminosi dell'horror europeo come è successo a tanti registi emigrati negli USA a suon di dollaroni.
Laugier ha però scelto una strada diversa: si è ritagliato uno spazietto in un angolino sperduto tra le Montagne Rocciose lontano dalle sirene hollywoodiane e ha diretto questo film dal budget piuttosto contenuto per gli standard americani ( 18 milioni di dollari) spiazzando totalmente chi lo attendeva al varco.
I bambini di Cold Rock ( ma è molto meglio il titolo originale The Tall Man ) NON è un horror.
E' una creatura che muta continuamente col passare dei minuti: thriller, mystery, dramma familiare, horror in un mix assai stimolante e suggestivo.
Racconta la storia di un infermiera ( Jessica Biel) , vedova di un medico molto più anziano di lei in quel di Cold Rock, paesino destinato a morte certa dopo la chiusura della miniera. Il classico posto dove si conoscono tutti, in cui dietro la facciata perbenista e timorata di Dio ci sono nascoste storiacce legate al degrado, all'ignoranza e alla povertà.
La sua vita cambia quando suo figlio viene rapito.
A Cold Rock spariscono bambini e tutti o quasi danno al colpa un fantomatico Tall man , riedizione del nostrano Uomo Nero o del boogeyman di tanti altri titoli. Un misto di credulità popolare e impotenza percorre questo paesino in cui nulla è come sembra.
Impossibile raccontare di più senza spoilerare intaccando così il piacere della visione.
Dal punto di vista della confezione siamo a livelli altissimi: molto curata la fotografia che cambia più volte tonalità conferendo al film un aspetto livido e minaccioso, ottime le scenografie figlie dello stesso scenografo di Martyrs, il francese Jean Carriere, che hanno quell'aspetto trasandato e vissuto che rende tutto molto più realistico.
Per quanto riguarda l'aspetto sostanziale del film possiamo dire che l'impianto è decisamente originale: è un film che racchiude in sè tante anime girato da un regista horror che usa benissimo gli ambienti per incutere paura e si risparmia i soliti trucchetti da quattro soldi per far saltare sulla sedia. Ci sono continui ribaltamenti di prospettiva, personaggi che diventano mostri in una sola sequenza e martiri in quella dopo, il racconto di una vicenda di bambini scomparsi diventa un discorso ad ampio respiro sul degrado dell'istituzione familiare e sull'incapacità di essere genitori se le condizioni ambientali non lo consentono.
Forse un discorso troppo ampio per un solo film.
Laugier è bravo a tenere il proprio gioco nascosto per tutta la durata , svelando poco alla volta tutto l'intrigo ( ma lasciando comunque diversi punti interrogativi) e riuscendo a tenere incollati gli spettatori alla poltrona dal primo all'ultimo minuto.
Il problema è che la chiusura, pur con tutti i punti di domanda che lascia in sospeso, appare debole e velleitaria, non in linea col vigore espressivo di tutto quello che abbiamo visto nei 100 minuti precedenti.
Se il realismo ha imperato per tutto il film, il finale lascia parecchio spazio a stridenti incongruenze.
I bambini di Cold Rock si avvale di una prova ottima di Jessica Biel che rinuncia del tutto al suo sex appeal presentadosi sempre in abiti dimessi e conferma il talento cristallino di Laugier che ormai ha travalicato l'horror.
Perchè questo film è una storia di mistero, superstizione popolare e molto altro ma NON è ( solo ) un horror.
( VOTO : 7 / 10 )
Il trailer è terribile e pensavo, vista anche la presenza della Biel, a una commercialata di quelle pessime. Per fortuna ne parli bene e mi risollevi il morale... :)
RispondiEliminaMartyrs è un'altra cosa e il finale ti fa venire più di un dubbio sulla validità o meno di quello che hai visto prima ma il talento registico di Laugier è fuori discussione e sceglie qualcosa al di fuori delle rotte commerciali. E comunque ribadisco che l'horror non è la sua anima preponderante anche se lo spacciano tutti per tale!
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