I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

mercoledì 15 agosto 2012

Heya ( 1992 )


Un sicario cerca una stanza in affitto: deve essere tranquilla, isolata, non deve affacciarsi sullo skyline di Tokyo, deve evitare i suoi grattacieli. Deve essere una stanza in cui possa entrare il profumo della primavera e in cui ci si possa riposare una volta che arriva l'oscurità. 
Lo accompagna nella sua ricerca un'agente immobiliare, timida, inespressiva che sembra rispondere meccanicamente alle sue domande.
E'una ricerca difficile e si passa dai quartieri migliori di Tokyo a quelli più brutti e fatiscenti, finchè il killer sembra soddisfatto.

Ha trovato la Stanza...



Poco più di 90 minuti in bianco e nero che sono capaci di trasmettere un'angoscia subdola. La figura inquietante del killer subisce l'efficace contrappunto della ragazza che come un automa fa tutto quello che lui le chiede.Potrebbe essere un ottimo spunto per cupe atmosfere noir, con il killer e lei che potrebbe essere una classica pupa del gangster  e invece Shion Sono vira su lidi ermetici ai limiti dell'espressionismo evocando atmosfere decadenti e malsane in un bianco e nero soffocante.

La cinepresa è perlopiù fissa a catturare un'immota quotidianità, a volte è estenuante nella sua fissità, ci sono lunghi minuti in cui non si muove foglia, come all'inizio in un esterno dal sapore postapocalittico (e invece è un porto) fino all'arrivo del titolo del film, dopo circa 10 minuti.
Difficile collocare stilisticamente questo film ma io direi che lo possiamo porre tra  le sperimentazioni cinematografiche di Andy Warhol e il primo Von Trier, quello della trilogia della E ( L'elemento del crimineEpidemic ed Europa).
Forse anche una spruzzata dell'Eraserhead di Lynch .
Ma è comunque qualcosa di diverso, di personale.
Heya è il secondo film di Sono ed ebbe una certa eco all'epoca partecipando a qualcosa come 49 festival internazionali cinematografici ( quasi tutti indipendenti) e vincendo il Premio della Giuria al Tokyo Sundance Festival.
E'un film comunque visto poco dal pubblico, sull'Internet Movie Database risulta solo una recensione e non ce ne sono neanche su Rottentomatoes.com altro vastissimo database di recensioni.
Difficile capire che cosa volesse intendere Sono con questo film: l'unica cosa che sembra chiara è un rifiuto della modernità, del superamento di certi rituali, c'è aperta ostilità verso il nuovo che avanza .
Il killer è prigioniero nel suo mondo antico e non ha nessuna intenzione di appartenere a qualcosa d'altro, di più nuovo.
Heya oltre ad essere un originale esercizio di stile  è  un film di estenuanti attese, le stesse che ci affliggono nella vita di tutti i giorni( ad esempio il viaggio in treno dei due protagonisti sembra in tempo reale per quanto lungo).
Finalmente la Stanza!

( VOTO : 8 / 10 ) 

Heya (1992) on IMDb

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