Le dinamiche del successo o meno di un film o di un autore spesso sono così imperscrutabili che quasi conviene mettersi a disquisire sul sesso degli angeli.
E l'oscurità su che cosa piace o non piace al grosso pubblico è letteralmente dilagante se pensiamo alla notorietà spropositata di taluni "praticoni" del genere horror a dispetto di gente che talento ne ha da vendere.
Greg Mclean appartiene a questo secondo gruppo di persone: l'unica sua sventura probabilmente è quella di essere australiano, quindi fuori anche dal punto di vista geografico rispetto alle strade che portano velocemente al successo e alla notorietà in campo horror.
Il suo primo film Wolf Creek aveva in un certo senso anticipato le tendenze dei vari slasher di ritorno americani ( i vari remakes dei capisaldi anni '70 del genere a partire da The Texas Chainsaw Massacre ) non aggiungendo novità sostanziali al genere ma riadattando il campionario di brutalità ai grandi e minacciosi spazi dell'outback australiano con tutto il loro pregresso di furia primigenia degli elementi e di minacciosi riti ancestrali.
In questo suo secondo film, Rogue, Mclean non si lascia sfuggire la bellezza dei luoghi ( una terra colonizzata molto più ai coccodrilli che dall uomo, grande due volte il Texas ma con soli 200 mila abitanti come afferma la protagonista) grazie soprattutto a una magnifica fotografia, da documentario National Geographic, ad opera di Will Gibson che esplora tutta la tavolozza cromatica in modo superbo.
Rogue a prima vista è solo un monster movie come un altro, con un coccodrillone incorporato, eppure bisogna dargli una possibilità: non è la classica visione estiva da seconda serata di Italia 1.
Dotato di un budget piuttosto consistente per il genere ( circa 20 milioni di dollari ) che ha permesso di realizzare un'ottima creatura in cui il digitale si integra alla perfezione in un film dall'impianto piuttosto tradizionale è un film in cui emerge lo stile registico sinuoso e avvolgente di Mclean che , partendo da un canovaccio piuttosto tradizionale, riesce a creare un'atomosfera carica di suspense .
Siamo nel campo della natura che si ribella all'orda di turisti che invade territori incontaminati, un filone in cui il punto di riferimento è Lo squalo di Spielberg. Qui abbiamo un rettile smisurato con mascelle potentissime la cui presenza viene centellinata da Mclean che conoscendo alla perfezione le regole del genere, sa benissimo che far vedere il mostro tutto e subito, equivale a spegnere sul nascere il clima ansiogeno che deve creare la pellicola.
Altra cosa a favore della pellicola è che il gruppo di aspiranti candidati a essere cibo per pesci e rettili è caratterizzato in modo semplice ed efficace. Non sono i soliti studentelli decerebrati ma personaggi discretamente credibili e che agiscono soprattutto in modo credibile.
Nel gran finale invece c'è una lotta all'ultimo sangue in cui è evidente quanto è stato buono il lavoro dei tecnici degli effetti speciali per animare la belva che si muove in modo molto fluido e assolutamente credibile.
Rogue è stato un fiasco colossale al botteghino forse perchè tutti si aspettavano il solito, pessimo crocodile- movie.
Invece è un'opera seconda interessante e che denota già una certa maturità.
Sicuramente non un caposaldo del genere ma molto meglio della spazzatura horror che infesta i nostri schermi nelle afose serate estive cinematografiche e non.
(VOTO : 7 / 10 )
A pelle direi che fa abbastanza schifo. Ma vista la tua recensione, un'occhiata, in uno dei miei momenti anarchici (ovvero senza bimbetti) potrebbe pure starci.
RispondiEliminaio l'ho visto solo perchè mi era piaciuto Wolf Creek e non sono stato deluso.Agisce all'interno degli stereotipi del genere ma Mclean è regista superiore alla media del genere...e poi c'è l'Australia con la sua aria misteriosa e minacciosa allo stesso tempo...
EliminaHo adorato Wolf Creek, però non amo i monster movie.
RispondiEliminaLa tua recensione tuttavia mi ha incuriosita, potrei dargli una possibilità!
Wolf Creek secondo me è superiore ma questo film conferma il talento registico di Mclean. Merita una possibilità...
EliminaSì, sì, molto caruccio. McLean è bravo perché prima di tutto sa scrivere, e i suoi film saranno anche pochi originali ma sono solidi, compatti e assai piacevoli. Chissà se arriverà mai una terza pellicola...
RispondiEliminad'accordissimo, ho visto che anche tu illo tempore ne parlasti bene di questo film...mi pare che su imdb qualcosa si stia muovendo in casa Mclean...speriamo!
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