Alessio Rinaldi, giovane regista venticinquenne di talento ma considerato dal suo produttore ancora inadeguato come sceneggiatore viene da lui inviato a Torino per scrivere la sceneggiatura del suo film assieme a un famoso scrittore horror, Ubaldo Terzani. Non lo conosce ma Alessio compra tutti i suoi libri e se li divora letteralmente venendone come soggiogato.Intanto comincia ad avere degli strani incubi.Tra il maestro Terzani e l'allievo Rinaldi presto si instaura uno strano rapporto in cui l'esperto scrittore progressivamente fagocita la personalità tremebonda del giovane regista il quale, dal canto suo, molto presto si accorgerà del perchè i romanzi di Ubaldo Terzani sono così realistici. E scoprirlo non sarà per niente piacevole.
Intanto a Torino sbarca anche Sara, ragazza di Alessio, invitata da Ubaldo in persona.
Se una cosa non difetta a Gabriele Albanesi , beh quella è l'ambizione. Dopo un esordio coraggioso ma semiamatoriale falcidiato dai sempiterni problemi di budget riguardanti tutto il cinema italico di genere che non sia la commedia, Il bosco fuori, rivisitazione dello slasher anni '70 e '80 con evidenti debiti di ispirazione a Hooper, Craven e Raimi, Albanesi stavolta cerca di creare, incoraggiato da un budget più alto ( ma non troppo imdb.com parla di 100 mila euro ), un qualcosa di più raffinato che prescinda, ma non totalmente, dalla componente grandguignolesca tipica di molte pellicole horror e soprattutto qualcosa di totalmente differente dal suo esordio, comuque di un certo successo soprattutto a livello internazionale ( Giappone e USA ).
Ubaldo Terzani Horror Show parla di metalinguaggio , concetto esplorato a più livelli e riferibile sia al mondo letterario che a quello cinematografico ondeggiando continuamente tra Misery non deve morire , La metà oscura e Il seme della follia.
Il tutto è filtrato da una sincera volontà di celebrare i maestri del genere italiano da Bava ( Ubaldo Terzano è stato un suo storico operatore e direttore della fotografia), passando per Dario Argento per arrivare al destinatario principale del suo omaggio deferente, quel Lucio Fulci , amato dopo la morte ben di più di quanto fosse in vita e in attività, il cui Un gatto nel cervello viene anche mostrato in una televisione durante il film.
Anzi a volte questa sincera volontà di omaggiare va ben oltre risultando anche un po' troppo "pesante" a causa dei particolari d'arredo come locandine di film ad hoc appese da tutte le parti, le magliette del protagonista , brevi apparizioni di personaggi a loro modo storici nel nostro cinema di genere, nonchè il personaggio del produttore che fisicamente ricorda molto da vicino Fulci.
Eppure Albanesi cerca di andare oltre con un prodotto molto più professionale , una fotografia migliore che non andava e veniva come nel suo esordio, che però stavolta ha il difetto di essere un po' troppo patinata e paratelevisiva, una strutturazione più complessa della storia narrata del film , sospesa tra incubo e realtà. La tensione si accumula gradualmente anche se si capisce subito dove il film andrà a parare, però devo dire che Paolo Sassanelli nella parte di Ubaldo Terzani riesce efficacemente a disegnare un personaggio mefistofelico non caricaturale che deraglia solamente nel finale splatter.
Dall'altra parte se Giuseppe Soleri non appare così convincente nella parte di Alessio Rinaldi, la recitazione di Laura Gigante nella parte della fidanzata del giovane regista assume connotati decisamente imbarazzanti.
Ha un indubbio sex appeal ma ha espressività zero nel recitare le sue , per fortuna non numerose, battute.
E anche qualche altro personaggio secondario ha un livello recitativo al di sotto del minimo sindacale.
Il finale splatter a cui si accennava prima sembra un capitolo a parte: diverso lo stile registico, viene messo in primo piano il lavoro, sempre professionale , del team di Sergio Stivaletti, sembra quasi un corto indipendente inserito alla fine del film. Ma è funzionale a quanto visto in precedenza.
Non so se pellicole ambiziose anche se non del tutto riuscite come Ubaldo Terzani Horror Show possano rappresentare la rinascita del cinema di genere in Italia ( esplicativi i primi minuti del film in cui si traccia, fuori dai denti, una situazione abbastanza esaustiva , del panorama cinematografico indipendente italiano, tutto deve essere televisionabile per dirla con le parole di uno dei personaggi) ma onore al coraggio e all'ambizione di Gabriele Albanesi che non si fa abbattere dalla filosofia del vorrei ma non posso e realizza un film ben lungi dall'essere perfetto, a tratti sofferente di una confezione paratelevisiva un po' troppo fastidiosa, recitato non sempre benissimo ma che comunque cerca di andare oltre .
E solo per questo andrebbe premiato.
( VOTO : 6 / 10 )
sono combattuto. Albanesi è uno che seppure sia fin troppo ambizioso dimostra di avere un background molto ampio del genere. Si vede che sin da giovanissimo ha divorato tutto quello che c'era da vedere nel genere horror/splatter/slasher nazionale e non. Dall'altra faccia della medaglia appare limitante (complici budget e problemi tecnici) vedere i suoi film con i reparti tecnici che risultano un pò carenti sopratutto la recitazione a livelli alquanto bassi e dialoghi un pelo imbarazzanti. Il vero problema di Albanesi è che si sofferma troppo nell'autocelebrazione di quelli che sono stati i suoi maestri. La citazione mi fa piacere, ma abusarne diventa ridondante, dimostrando di non aver intrapreso una propria strada stilistica. (di Tarantino ce n'è uno solo e saper citare non è così facile)
RispondiEliminaMi auguro vivamente che col tempo Albanesi possa migliorare, perchè di persone coraggiose come lui che si espongono nel panorama produttivo italiano ce ne sono davvero poche.
Lorant, hai perfettamente ragione sull'uso a volte eccessivo che fa Albanesi dell'omaggio ma mi piace la sua ambizione. Il problema è che il suo cinema ha i problemi endemici del cinema di genere italiano soprattutto budget ridicoli e difficoltà di avere un cast adeguato. Alcuni attori sono veramente imbarazzanti...
EliminaL'ultima immagine non è proprio delle più tranquille:D
RispondiEliminafa parte della sezione finale, il film non è tutto così...anzi..
Eliminavedendo l'ultima immagine, mi è venuta fame...
RispondiEliminatu dici che i barattolini sulle mensole simulano un effetto dispensa della nonna?
Eliminasi, olive, melanzane, pomodori secchi morti... vado a mangiare! Nonna Terzani arrivo! ;)
EliminaNonna Ubalda?
Eliminaper me il film è indifendibile.
RispondiEliminacioè ok per il coraggio ecc, ma qua davvero manca tutto!
la storia non ha né capo né coda né qualsiasi altra forma drammaturgica (manca di qualsiasi effetto sorpresa), gli effetti sono arretratissimi e fermi agli anni '80, albanesi cerca in tutti i modi di fare il figo (inquadrature angolate e omaggi) ma non ci riesce manco per sbaglio, gli attori sono quel che sono e l'unico bravo (cioè sassanelli) è costretto a dire battute imbarazzanti, le scenografie sono scarne (quando non sono forzate) e la fotografia piatta, televisiva e pulitissima (cioè impersonale) non aiuta.
per me un film sbagliato su tutti i fronti e con zero idee.
preferisco scavare una fossa ancora più profonda all'horror italiano piuttosto che chiamare questa roba "la rinascita".
beh diciamo che tu vedi il bicchiere vuoto dove io lo vedo mezzo pieno: credo che per Albanesi sarebbe stato facile fare una copia carbone del primo film ( che ha avuto discreto successo negli USA e pare che il dvd abbia venduto da matti in Giappone) e invece ha tentato qualcosa di diverso. Poi è vero quello che dici: la storia è prevedibile, gli attori non sono sempre presentabili, lui fa il fighetto con la cienpresa giusto per far vedere che è diplomato al centro sperimentale di cinematografia e gli omaggi ai maestri sono veramente troppo presenti e pesanti...però ciò non toglie che ha tentato di fare qualcosa di diverso scegliendo una strada un po' più tortuosa...
EliminaE' vero, ancora una volta siamo praticamente d'accordo su tutto il fronte.
RispondiEliminaLa Gigante è più imbarazzante o figa?
diciamo 10 a 10?
nessun accenno alla mandrillosità di Terzani, non ci sto :)
la Gigante deve lasciar perdere le velleità attoriali....Terzani è vero che è mandrillo ma mi sembra anche pericolosamente bisex...
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