Con la retorica sempre in agguato dietro l'angolo, un occhio al Rocky di Avildsen con tutta la sua voglia di vincere da solo le proprie sfide e l'altro a The fighter di Russell per il suo humus che parla di crisi socioeconomica e guerre maledette da fuochiamici distruttivi, in realtà il film di O'Connor prosegue per la strada già intrapresa dal rude Pride and Glory che era più uno spaccato familiare dolorosissimo che un poliziesco.
In Warrior interessano al regista le dinamiche familiari, il rapporto abortito tra i due fratelli e quello troncato dall'alcool con il padre,superbo allenatore ma che umanamente vale meno di niente.
Se lo scontro finale tra i due fratelli ,ognuno con la propria disperazione a gettare pesanti ombre sul futuro, appare prevedibile fin da quando sappiamo della loro esistenza, meno scontato è il travaglio che li agita e la loro caratterizzazione.
Brendan (Edgerton) ha scelto di porsi all'interno della società facendo il professore, comprandosi la casa facendo debito da perfetto piccolo borghese, riducendosi però ai combattimenti per meno di un pugno di dollari perchè nonostante tra lui e la moglie facciano tre lavori non riescono a pagare neanche il mutuo contratto per pagare le spese sanitarie per la malattia di un figlio.
La bolla dei mutui è scoppiata in faccia a lui come a milioni di altre famiglie che si ritrovano a un passo dal pignoramento.
Tom (Hardy) che tecnicamente è un disertore della guerra in Iraq (ma ha le sue buone ragioni) è una belva ferita che odia tutto quello che lo circonda e che sa parlare solo attraverso i pugni e i calci.
Brendan e Tom praticano la MMA (mixed martial arts) un misto di arti marziali con l'unico intento di mettere KO l'avversario o farlo cedere per sottomissione.
Warrior è la storia di Tom e Brendan e del loro rendez vous annunciato dal quale possono uscire entrambi sconfitti.
Oppure vincitori.
Questione di prospettive.
Forse c'è spazio per ricostruire quello che hanno perso con gli anni, compreso il rapporto con un padre alcolista e violento che ha determinato il loro allontanamento.
O' Connor è notevole nel caratterizzare i due protagonisti: Tom è una macchina di letale violenza che affascina per il mistero che porta con sè e impaurisce allo stesso tempo, Brendan è un concentrato di umanità che cerca di mantenere un barlume di sportività e di umanità in uno sport che non sa che farsene di quelle poche regole che ha.
Vuole solo animali che si dilaniano l'un l'altro in una gabbia di metallo ottagonale.
Razionalmente si è portati a tifare per Brendan, istintivamente per Tom che mette a tacere con un solo pugno tanti bulletti da palestra.
La messa in scena è vigorosa e volutamente retrò con un uso intelligente dello split screen, i combattimenti sono esplosioni improvvise di violenza bruta che non lasciano spazio all'indifferenza.
E la regia riesce a coglierli in tutta la loro carica animalesca.
Retorico? Può darsi.
Scontato? Sicuramente.
Ma dannatamente vivo e occorre sottolineare che pochi film d'ambientazione sportiva possono permettersi attori così bravi (perchè Tom Hardy e Joel Edgerton sono attori di grande talento e non capaci solo di combattere davanti a una macchina da presa) e un Nick Nolte ritornato ai livelli d'eccellenza che gli competono come non gli capitava da troppi anni a questa parte.
Non c'è nessuna Adriana da chiamare a gran voce alla fine del film , solo un tentativo di riprendersi ciò che le incomprensioni hanno rubato.
Warrior non è il solito film sportivo macho e violento. E' la storia di una famiglia polverizzata che cerca di ricompattarsi.
Anche a costo di pagare un prezzo altissimo.
( VOTO : 8 / 10 )
Ho apprezzato soprattutto la parte iniziale, secondo me sarebbe stato meglio se non fossero stati fratelli, ma due storie incrociate. Il finale è abbastanza scontato, come dici tu....
RispondiEliminaforse è come dici tu, a me la cosa che ha stupito è che nonostate tutti questi clichet in bella mostra il film si è dimostrato lo stesso trascinante verso un finale scontato, retorico ma che alla fine non dispiace più di tanto...
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