In tutti questi anni l'ho rivisto non so quante volte e ogni volta lo riassaporo voluttuosamente come se fosse la prima volta. Ogni volta a immaginarmi in quel bistrot parigino davanti a Stephane e Camille.
O anche da solo davanti a lei.
L’amarezza si legge a chiare lettere nello sguardo di Camille, nei suoi occhi sottolineati da un tratto eccessivo di trucco, nella sua fronte aggrottata, nei suoi movimenti nervosi, nella sua voce che si incrina, nelle sue parole aggressive. È una donna ferita nell’orgoglio perché ama e non è riamata. Di fronte a lei Stephane sembra quasi appartarsi nel suo silenzio, giusto qualche sillaba a voler infrangere la furia beluina di Camille. Pallide giustificazioni, un gioco a mostrare e nascondersi. Un tentativo di seduzione appena accennato.
“Ma se era un gioco, allora bisognava andare fino in fondo. Dovevi scoparmi!” gli grida Camille.
Lo chignon le trattiene a stento i capelli, una ciocca ribelle le ricade rabbiosa sulla fronte, la bocca rosso fuoco risalta ancor di più. E Stephane lì di fronte a lei espone il suo cuore in inverno. Che non sanguina. Due minuti di film che valgono intere filmografie, una cinepresa che accarezza i volti e fa assaporare l’atmosfera del bistrot parigino affollato in cui avviene il rendez vous. Sul tavolo due bicchieri di vino che nessuno toccherà mai. Quante volte ho riguardato questi due minuti, quante volte li ho consumati con gli occhi e immaginati diversamente, che cosa avrei dato per essere io lì di fronte a Camille a confortarla, a prendere le sue mani tra le mie, a sfiorare appena il suo viso angelico solo per smorzare quello spirto guerrier che entro la rugge. In quegli occhi sarei annegato molto volentieri, quei capelli li avrei accarezzati fino alla fine del tempo. Se in un’altra dimensione esistesse questa Camille io sarei lì al suo fianco a darle tutto l’amore di cui ha bisogno.
Lo stesso bistrot in un momento diverso.
Due tazzine di caffè in attesa di essere consumate. Stephane è seduto, arriva Camille. Stavolta è serena, riconciliata apparentemente con se stessa. Due parole di circostanza e un saluto. Un bacio sulla guancia e dalla macchina i grandi occhi di Camille lo fissano memori di tutto il passato che lei e Stephane non sono mai riusciti a vivere assieme. Adesso Stephane è solo e l’amarezza stavolta cala come un velo ad opacare il suo sguardo mentre nella via di fronte al bistrot la vita scorre sempre uguale a se stessa, la gente affannata disegna traiettorie casuali davanti alla vetrata. Attraverso quel vetro Stephane scruta i fantasmi del suo passato che tornano e nel frattempo vede allontanarsi la sua unica speranza di felicità. Arriva il rimpianto.
La settimana dopo Camille e il suo violino saranno a Parigi.
Chissà...
( VOTO : 10 / 10 )
( VOTO : 10 / 10 )
Gran bel film, sono d'accordo.
RispondiEliminaAnche se a me non ha colpito nel profondo come è capitato a te, è bello leggere di quando una visione ci sconvolge.
A me è entrato veramente sottopelle ...e sono passati 20 anni eppure quando lo vedo scopro sempre qualcosa di nuovo..
RispondiEliminastephane tratta in quel modo camille perché l'ama sul serio ma crede profondamente anche nell'amicizia di maxime e per questo decide di lasciarla a lui. l'unico modo che ha per farlo è farsi odiare. io ho deciso che è così. ecco.
RispondiEliminaciao ciku e grazie per la visita: io rileggo il personaggio di Stephane in modo molto più negativo del tuo: è manipolatore e gioca con le persone ma alla fine rimane fregato! ecco giusto per dirlo brutalmente in due parole ma parlerei ore e ore di questo film!
EliminaAnche io ho visto questo film centinaia di volte e lo trovo uno dei piu belli mai gustati e riassaporati. Ho cercato tutte le volte di capire Stephane di capire quelle corde che mancano che non suonano piu mi sono innamorato di Camille (adoro peraltro questa bellissima attrice che seguo da anni come Daniel Autil e sapere che sono stati nella realta marito e moglie mi ha per un po rinfrancato reso tutto piu dolce e forse piu amaro nell'epilogo della separazione come se i due non potessero stare assieme ). Nelle interviste all'autore ho appreso fosse ispirato ad un romanzo di Lermontov "La principessina Mary" che ho letto per saperne di più. Sono contento anche ad altri abbia dato tante emozioni.
RispondiEliminache dire Massimo, sono contento anche io di aver trovato qualcuno che abbia colto quanto questo film mi abbia sconvolto...Auteuil è ancora uno dei miei attori preferiti, se non il preferito in assoluto, la Beart preferisco ricordarla in questo film...l'apice della sua bellezza e della sua bravura...
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