I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.
mercoledì 9 maggio 2012
Real Steel ( 2011 )
Atom heart father.
Che cosa sarebbe un blockbuster per famiglie senza un minimo di dialogo intergenerazionale, senza il solito bambino mostro molto più adulto del padre e in più si aggiungono lacrime arrugginite e circuiti prestampati che quasi mostrano un'anima che non hanno?
Real steel è prodotto da Spielberg quindi una garanzia in questo senso, è tratto da Steel un racconto di Matheson, autore saccheggiato al cinema quasi come Dick, Shakespeare o King e si presenta come un film parecchio attento a bilanciare azione, buoni sentimenti, effetti speciali dall'aria piacevolmente retrò e quel pizzico di citazionismo che permette al cinefilo di sentirsi a casa sua.
Una ricetta perfetta.
Forse un pò troppo.
Perchè più si prosegue nella visione e più si entra nelle spire di un blockbuster che stimola adatto per far restare al minimo le capacità neuronali dello spettatore con una struttura quasi rubata allo scult stalloniano Over the top.
E'una bastardata citare questo film che non aggiunge onore al pedigree di Real Steel (sicuramente migliore rispetto all'altro) ma rende perfettamente l'idea.
Certo Hugh Jackman è più bello di Stallone e anche più bravo ma la serie di umiliazioni subite prima di arrivare all'apoteosi finale è comune.
Altre coordinate stilistiche che si possono dare sono Rocky in cui al pugile in carne e ossa viene sostiuito un robot malandato le cui connessioni elettriche sembrano avere anima ( e Zeus sembra la versione tutta metallo e circuiti stampati di Ivan Drago con la differenza che qui chi parla con l'accento russo non è lui ma la sua manager, decisamente un bel vedere) e naturalmente Transformers di cui però questo Real Steel non mutua il frastuono che accompagna constantemente i film di Bay.
Real Steel è totalmente incentrato su tre personaggi: Jackman, il ragazzino e il robot che addirittura è più espressivo dei cattivi sui generis che comandano il terribile Zeus.
A pensarci bene il robot è fatto proprio per creare empatia da parte dello spettatore.
Totalmente lasciati allo sbando gli altri personaggi con Evangeline Lilly che è presente solo per mere ragioni decorative.
Il divertimento a tratti si affaccia, l'importante e non pretendere troppo da questi robot dal pugno d'acciaio e dal cuore di panna.
E , parafrasando il mitico Mario Brega, quel pugno può esse(re) fer(r)o o può esse(re) piuma...
( VOTO : 6 / 10 )
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
mi è piaciuto, non al livello del cinema di Spielberg, ma si lascia vedere bene, giusto per una serata scacciapensieri ^^
RispondiEliminasi, è proprio così, è il classico film in cui puoi mettere le funzioni cerebrali in stand by.
RispondiEliminaIo mi sono divertito come un bambino.
RispondiEliminaMa per me Over the top è un cultissimo, quindi era ovvio. :)
per me invece Over the top è uno scultissimo, quindi aver apprezzato questo era un po' meno ovvio...diciamo che è piaciucchiato qua a bottega
RispondiElimina