La morte corre su gomma in Argentina e accanto alla mattanza su strada (100 mila morti in 10 anni) è fiorita l'industria delle associazioni che permettono alle vittime di incassare risarcimenti dalle assicurazioni (pagando naturalmente commissioni salatissime) e quella dei legali che cercano di ottenere il mandato dai parenti di queste vittime di incidenti.
Magari cogliendoli nel momento di maggior debolezza e facendosi firmare una procura per rappresentarli.
Una firma praticamente rubata. Degli avvoltoi legalizzati che frugano nella spazzatura muovendosi ai margini della legge, dei caranchos per ritornare al titolo.
Sosa è uno di loro a cui hanno tolto la licenza (non sappiamo per quale motivo). Deve soldi a un suo "datore di lavoro" perchè ha voluto mettersi in proprio e costui non lo ha perdonato. Non perde neanche occasione di ricordargli il debito facendolo malmenare dai suoi scagnozzi.
Sosa conosce Lujan , dottoressa del pronto soccorso e tra loro due scatta subito qualcosa.
Ma Sosa ha ancora un affaruccio in ballo con Vega , un suo amico.
E quello che doveva essere un banale incidente per spillare un pò di soldi all'assicurazione si trasforma in una tragedia gettando ombre sulla storia con Lujan.
Il passato però torna a perseguitare Sosa ed è inevitabile che ci vada di mezzo anche la donna.
Forse stavolta l'uomo è coinvolto in qualcosa più grande di lui.
Su un'ossatura da noir americano anni '50 (antieroe, amore e malloppo) Trapero costruisce un ibrido di fascino assoluto in cui i generi cinematografici vengono traslati in qualcosa di diverso. E'un film complesso, stratificato che descrive compiutamente il dramma della sorda disperazione di Sosa (personaggio oserei dire quasi scorsesiano) che trova in Lujan un'ancora di salvezza, la vita di Lujan che cerca di accaparrarsi più lavoro possibile per dimenticare forse il vuoto della sua vita affettiva (e per dimenticare meglio usa anche droghe), il loro amore che sfocia nel melodramma dettato dalla apparente banalità di due solitudini che si incontrano per salvarsi l'una con l'altra.
Da ricordare anche un pugno di sequenze molto realistiche nelle Emergency Rooms dell'ospedale, il dramma delle famiglie private dei loro cari, la sordida avidità di questi avvocati luciferini che badano solo al proprio tornaconto calpestando senza rimorsi il dolore altrui.
Il finale è a tinte noir cupissime, orchestrato e montato come meglio non si potrebbe, così ben realizzato che farebbe invidia anche alle factories hollywoodiane.
Carancho è un film che descrive il torbido alla base di una società argentina corrotta un pò a tutti i livelli ed è allo stesso tempo un ritratto fervido di una storia d'amore che nasce dalla banalità del quotidiano, senza gesti eclatanti. Due sguardi che si incrociano, un giochetto stupido, il rientro insieme a casa già abbracciati e il risveglio la mattina dopo come se fossero una coppia già rodata dagli anni.
Carancho è una pellicola che si nutre dello squallore delle periferie e della polvere degli ufficetti legali in cui persone senza scrupoli si arricchiscono con la morte altrui.
Fingendo anche la costernazione.
I personaggi del film di Trapero sono autentici,vivi, assolutamente credibili.
Da rimarcare l'eccezionale prova del grande Ricardo Darin (ancora più convincente che ne Il segreto dei suoi occhi) e la prova di Martina Gusman(moglie del regista e produttrice del film) ,uno sguardo che non si dimentica tanto facilmente.
Quale sarà il segreto dei suoi occhi?
( VOTO : 8 / 10 )
l'ho visto l'anno scorso, bello davvero, con Ricardo Darin forse un po' troppo sopra le righe (in "Nueve Reinas" era meglio, lì 10, qui solo 9 e 1/2).
RispondiEliminavero che è un film da remake Usa, me l'aspetto.
in più la sceneggiatura è buona.
allora è splendido anche qua, come sempre del resto. Ricardo Darin è un grandissimo!
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