I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.
martedì 8 maggio 2012
Le regole della truffa ( 2011 )
Evidentemente la crisi economica sta mordendo allegramente i polpacci degli sceneggiatori americani lasciandoci sopra il segno dei canini azzannatori se stanno fiorendo con una certa continuità heist movies in cui il miraggio (in)confessato è l'arrivo alla ricchezza nel modo più indolore e veloce possibile, il cambiamento totale della prospettiva attraverso cui vedere il proprio futuro.
Non il Grande Fratello o un qualsiasi talent show ma il colpo che dà la svolta alla vita.Si parla di iellgalità, truffe e rapine. Un modo come un altro per fare soldi disonestamente ma usando le celluline cerebrali.
Fare soldi velocemente è l'imperativo: il modo non importa, basta anche prendere in prestito e cercare di restituire a (na) babbo morto.
Che sia la nuova versione, inconfessata perchè politicamente scorretta ,del Sogno Americano?
Le regole della truffa è oggetto filmico grazioso ma non troppo, una miniatura che ricorda un orologio a cucù per la conclamata precisione cronometrica del suo meccanismo.
E proprio come il cucù ogni tanto mette fuori la testa e si specchia beandosi del proprio meccanismo a suon di citazioni cinematografiche a cui è semplice arrivare.
Commedia grottesca da camera è anche un film di rapina sempre alla ricerca dell'iperbole in cui almeno due bande di inside men si trovano dentro al caveau dei loro sogni ma scoprono di essere praticamente vittime di un altro Inside Man, molto keysersozeoso nel suo essere un insolito sospetto, che ha organizzato tutto.
Da cani da rapina aspiranti iene le due bande, una specializzata in hackeraggio ad alto livello,l'altra composta da due perdigiorno assaltatori di bancomat, cominciano a perdere i pezzi trasformandosi nei piccoli indiani del romanzo di Agatha Christie.
Alle prime morti cominciano a capire che c'è qualcosa che non va per il verso giusto.
A menare le danze un fobico con qualche rotella fuori posto che riesce a ricostruire tutto il meccanismo e a comporre nel modo giusto i vari ingranaggi con i vari flashback esplicativi che hanno il compito di rendere tutto più chiaro e di ossigenare l'atmosfera.
Sceneggiato da Jon Lucas e Scott Moore( i due capitoli di Una notte da leoni) il film di Minkoff ( Il re leone) è un divertissment stratificato ricco di situazioni che sul filo del paradosso sanno essere molto divertenti.
Esilarante l'esame via internet dei curricula dei rapinatori, così come alcune gags discretamente congegnate ma via via che vengono aperte le scatole cinesi attraverso cui è strutturato , il film perde progressivamente quota per arrivare a un finale che sembra attaccato come un post it sul frigorifero.
La spiegazione del meccanismo regge? Boh!
A naso c'è qualcosa di strano... ma alla fine chissenefrega!
( VOTO 6 / 10 )
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