I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

domenica 23 settembre 2012

Red lights ( 2012 )

Le Red Lights del titolo non si riferiscono a nessun quartiere particolare, generalmente molto frequentato nelle grandi città e neanche ad  alcun pensiero porcellonesco.
Le red lights sono quei particolari che stonano con lo sfondo, quei piccoli tratti distintivi che anche non volendo risaltano, sono la sabbia che fa inceppare un meccanismo perfetto.
La storia è quella di una psicologa, il dr Matheson ( S. Weaver) che da scettica per principio ha dedicato gran parte della sua vita a smascherare i  paragnosti o presunti operatori del paranormale che fanno soldi sfruttando la credulità della gente. L'unico che non è mai riuscita a smascherare è Simon Silver ( De Niro ) , una specie di divo del paranormale che dal nulla è ricomparso dopo trenta anni per un tour sold out nei teatri in cui dimostrare le proprie capacità divinatorie.
 Vere o fasulle?
Red Lights verte su questo dilemma partendo dal fatto che il dr Matheson  ha una sorta di timore reverenziale (spiegato poi durante il film) nei confronti di Silver e col passare dei minuti si trasforma in una lotta senza quartiere tra lei e il suo team di cui fa parte il dr Buckley, un fisico, e lo staff del potente Silver.
Il film di Cortès è quindi la descrizione di due blocchi contrapposti ben rintanati nelle trincee: da una parte chi crede e si rifugia nel paranormale, dall'altra una schiera di agnostici San Tommaso che invece di credere cercano di capire e comprendono solo quello che riescono a dimostrare scientificamente e a toccare con mano.
Ma allora esiste o meno il paranormale?
Ecco, Red Lights ha tra i suoi pregi quello di far restare questa domanda inevasa fino al gran duello finale in cui ognuno userà le armi a propria disposizione.
E ci sarà una sorpresa dal sapore shyamalanesco.
Pur catalogato tra gli horror, Red Lights è al massimo un thriller dalle venature soprannaturali in cui il regista tiene coperte le sue carte fino alla fine. La suspense regge abbastanza ma non è che ci si appassioni poi così tanto a questa storia soprattutto nelle seconda parte del film, quella in cui appare chiaro quali siano i contendenti.
Se Robert De Niro sfoggia il suo carisma teatraleggiante in una performance più furba che ispirata, Cillian Murphy appare decisamente a disagio in una parte poco sfumata alle prese con un personaggio abbastanza tagliato con l'accetta che nella sua performance tocca facilmente gli eccessi opposti, dalla quasi catalessi all'essere caricato a pallettoni.
Il problema fondamentale di Red Lights è che viene costruito con molto savoir faire, Cortès crea suspense praticamente dal nulla su un tema che tangenzialmente tocca o ha toccato la vita di parecchi ( chi non ha avuto a che fare , anche per sentito dire, con esperienze paranormali), confeziona un film che si lascia vedere ampiamente ma poi come un soufflè maledetto si sgonfia sul più bello, lasciando parecchio amaro in bocca.
Insomma promette ma non mantiene.
E il colpo di scena del finale che fa riconsiderare tutta la questione sul paranormale ( se esiste o non esiste) appare appiccicato come un post-it sul frigorifero.
Coproduzione ispano/americana ( molto del personale tecnico è spagnolo) ha avuto un discreto successo di pubblico in Spagna mentre negli USA è uscito solo in due sale raggranellando poco più di 50 mila dollari.
Ed è strano non puntare su un film con questo cast.

( VOTO : 5,5 / 10 ) Red Lights (2012) on IMDb

4 commenti:

  1. non mi sembra un granché, anche perché bob de niro ormai non ne azzecca più una...
    però c'è elizabeth olsen, l'attrice più in forma del momento: può valere una visione solo per lei?

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  2. infatti non è granchè e la Olsen è relegata in un personaggio abbastanza secondario...non so se può valere la pena di vedere il film solo per lei...

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  3. rece sempre ben scritta ma sono in disaccordo su tantissime cose

    il finale non è tanto il colpo di scena sull'esistenza o no del paranormale ma deve essere letto come la fine della ricerca di Tom, l'arrendersi definitivamente a quello che è. E ripensare a tutto il film in quest'ottica (Tom che cerca disperatamente uno come lui) per me funziona alla grande.
    Buried ce l'hai qua?

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