Di questo Cold prey ne ho letto un gran bene quasi per ogni dove per cui mi sono apprestato alla visione carico di una certa aspettativa.
La storia è quella di cinque ragazzi che su una station wagon stanno andando nell'Eldorado dello snowboarding, almeno a sentire uno di loro. Un posto nascosto, sconosciuto praticamente a tutti e su cui fare evoluzioni acrobatiche con la propria tavola in mezzo a pendii invitanti.
Il problema è che uno di loro pensa bene di rompersi una tibia , il telefonino naturalmente non prende ( altrimenti invece di trovarsi di fronte a un film dopo 20 minuti era finito tutto) e loro cercano un riparo per la notte anche perchè si sono allontanati troppo dalla macchina.
Cammina cammina e arrivano a una specie di cattedrale nel deserto di neve, un albergo abbandonato e che sembra aver visto giorni migliori. L'idea è che uno di loro alla mattina successiva parta per cercare i soccorsi.
Intanto prendono confidenza con l'albergo, cercano di familiarizzare tra loro in senso biblico ( sono due coppie e il quinto incomodo è quello che si è rotto la gamba) e si apprestano a passare la notte, chi meglio e chi peggio.
Il problema è che non sono soli. C'è qualcuno che li vuole sterminare a uno a uno.
La trama appena riportata fa pensare al solito stupido slasher americano popolato di personaggi che agiscono sempre ad minchiam e che favoriscono in tutti i modi l'azione del mostro.
E invece no. E' un film norvegese. E devo dire che a livello di confezione non ha nulla da invidiare rispetto ai colleghi americani.
La regia è la cosa migliore di questo film: per prima cosa gli attori sono sopra la media del genere, inoltre giocando con le ambientazioni polverose degli interni e su esterni che lasciano ben poca speranza di fuga , il regista Roar Uthaug all'esordio nel lungometraggio dimostra grande padronanza del mezzo espressivo e ha buon gioco nel creare un efficace clima ansiogeno fondato sull'alternanza tra efferatezze ( niente sangue a secchiate o fegatini e frattaglie varie sparse per ogni dove, il tasso di stravaso ematico è al minimo sindacale ) e attese delle mosse che farà il mostro ad opera dei superstiti.
Il prodotto quindi è di assoluta competenza tecnica anche se manca quasi del tutto di originalità.
In fondo sappiamo benissimo che i nostri "eroi "( si fa per dire, normalmente in questo tipo di film i protagonisti sono talmente decerebrati che a un certo punto si fa il tifo per il mostro affinchè completi la strage nel più breve tempo possibile) saranno (s)terminati in gran parte perchè non sono così' attrezzati per sopravvivere e quindi la curiosità sta nel come moriranno piuttosto che nel se nel quando.
Occorre dire che però , almeno in questo caso, questo pugno di ragazzotti norvegesi agisce con un minimo di coerenza a parte qualche deviazione dalla logica per ragioni ormonali.
Questo alla fine ce li rende un po' più simpatici.
Il killer è abbastanza ordinario, la sua psicopatologia viene inquadrata tramite brevi flash ma non spiegata ( anzi l'assenza di spiegoni è da annoverare tra i pregi del film) è senza volto perchè mascherato per il freddo, gigantesco il giusto e dotato anche di una certa intelligenza nel cercare di far fuori i suoi ospiti indesiderati.
L'albergo in mezzo alla neve non può far altro che richiamare alla memoria l'albergo più famoso della storia del cinema, almeno nella stagione invernale, l'Overlook Hotel di kinghiana e kubrickiana memoria.
Ma King e Kubrick non c'entrano con questo film.
Cold prey è una discreta visione disimpegnata, senza lampi di genio ma solido e senza troppi cedimenti.
Certo c'è sempre la tara della regola non scritta del genere in cui per la prima mezz'ora non deve succedere assolutamente nulla.
Però qui vale la pena aspettare. Una certa dose di divertimento è assicurata.
( VOTO : 6,5 / 10 )
lo ricordo come una piacevole visione e che fosse molto in linea con gli slasher fine anni '70 primissimi '80... però sono ricordi un po' vaghi :D
RispondiEliminainvece ricordi benissimo caro Frank, è proprio come dici tu, uno slasher old style...
RispondiElimina