I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

sabato 15 marzo 2014

The returned ( 2013 )

In un futuro molto vicino, talmente vicino che è uguale al presente, il mondo è sopravvissuto all'apocalisse zombie provocata da una misteriosa epidemia. Ora gli zombies si chiamano ritornati, sono curati da un farmaco da iniettare quotidianamente e sono tutti iscritti in apposito registro. I nuovi infetti sono ricoverati in ospedale in un reparto a loro dedicato, curati più o meno come gli altri degenti.
In uno di questi reparti lavora Kate, medico che convive con uno dei ritornati di cui sopra, il chitarrista e insegnante di musica Alex, il cui stato è però tenuto segreto a tutti per evitare problemi con gli umani non infettati. Eh si , perchè il problema non sono i ritornati ma quanto gli umani che non li accettano e che li vorrebbero vedere giustiziati sul posto.
Inoltre la proteina necessaria per il farmaco da iniettare quotdianamente ad Alex e agli altri infetti è sempre più costosa e quindi le case farmaceutiche smettono di fabbricarla su larga scala, tenendola solo per i più abbienti, in attesa della commercializzazione di una proteina sintetica più economica che però al momento non funziona. Emily si rivolge al mercato nero ma quando la sua fornitrice viene uccisa la sua vita e quella di Alex si trasformerà in una lotta contro il tempo perchè le dosi di cui si era munita sono quasi al termine....
Altri ritornati al cinema dopo quelli televisivi di Les Revenants, serie di cultissimo partorita in Francia e dopo la bellissima miniserie inglese In the Flesh.
Non due citazioni a caso perchè il film di Carballo mutua alcune delle suggestioni evocate dalle due serie sopra citate.
Oramai non siamo più al film di zombie ma siamo decisamente al post. Carballo come sta succedendo sempre più frequentemente tratta l'apocalisse dei morti viventi come qualcosa di pregresso, di superato positivamente e si occupa del dopo.
Ora gli zombie sono semplicemente dei ritornati, dei malati bisognosi di cura, è stato superato il concetto romeriano del morto vivente che arriva a dominare il mondo determinando la fine del genere umano per parlare di quello che succede dopo.
E lo scenario disegnato da Carballo è in un certo senso simile a quello che abbiamo già visto durante In the Flesh.

Il problema non sono gli infetti che sono curati quotidianamente e quindi tenuti agevolmente sotto controllo,quasi grati di essere ancora in grado di vivere una vita quasi normale, in quanto consapevoli della loro condizione di malati che possono essere solo curati e non guariti, ma sono gli umani , la loro paura dell'infetto che coincide con la paura del diverso, il problema è il loro razzismo conclamato e il loro egoismo naturale che fa loro compiere gesti di cui vergognarsi.
Una tematica che si presta decisamente a letture ben più metaforiche.
Ecco The returned si muove esattamente in questo territorio: guarda più agli umani che ai malati, partendo da uno spunto horror si inerpica su crinali più affini al thriller e perchè no? al melodramma.
Il genere horror è quindi lo sfondo sul quale poggia la storia d'amore di Emily ed Alex, storia fatalmente a termine quando stanno finendo le dosi di farmaco che permette di tenere l'infezione a bada.
E fare un film sugli zombies senza praticamente mostrarli è una bella nota distintiva così come piace il concetto che è sempre l'uomo a spargere sangue, morte e distruzione, certo non questi poveri malati innocui, addirittura alcuni bambini , massacrati senza pietà da un commando di umani dedito alla pulizia "etnica".
Ambientato in uno scenario moderno, in Canada precisamente, The returned ha alcuni spunti di interesse che lo fanno risaltare in un panorama del genere horror che ultimamente è abbastanza sconfortante, eccetto che per le solite meritorie eccezioni.
Peccato per un finale tagliato con l'accetta che fa presagire un seguito che in realtà interessa ben poco.
Se seguito ci sarà , allora sarà un revenge movie.
Una nomination come miglior film al Sitges del 2013.
Visione che si può affrontare: nulla di particolarmente innovativo o memorabile ma 100 minuti di onesto intrattenimento...

( VOTO : 6,5 / 10 ) 

The Returned (2013) on IMDb

11 commenti:

  1. Mi aspettavo una cosa oltre il b-movie, e invece quasi quasi lo salvi. Eventualmente me lo terrò come riempitivo.

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    1. è qualcosa di più di un b movie...ma non troppo...

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  2. Prima o poi lo provo, mi incuriosiscono molto questi tentativi di fare qualcosa di nuovo nel genere zombie, c'è volontà prima di tutto di costruire un buon film e già in partenza hanno la mia stima :)

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    1. effettivamente tenta di fare qualcosa di nuovo..,.

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  3. Altro film da recuperare. Non ce la farò mai :D

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    1. eh eh la mia lista conta ormai più voci dell'enciclopedia Treccani...

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  4. Concordo, come già scritto nella mia recensione in merito a questo film, sul mio blog. A presto!

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  5. mi sono ritrovato al 100 % nella tua come al solito bellissima recensione...

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  6. in the flesh,è stata una graditissima sorpresa. Noto che la trama di questo film le si avvicina e di molto. Quindi lo cercherò,perchè mi piace questo modo di usare il genere per parlare dei mostruosi umani e degli umani mostruosi

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  7. si, le assonanze ci sono e sono anche parecchie...ma In the flesh è molto meglio...

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  8. chicco non sara un capolavoro ma almeno non e la solita cagata dove si spara da l inizio alla fine poi muoino tutti lostesso, e se anno testa si puo fare un secondo film decente

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