La storia di Oscar, 22 enne come tanti residente nella Bay Area che si alza come tutte le mattine in quel 31 dicembre del 2008 e sentendo chissà quale presentimento vuole essere migliore di quello che è veramente : vuole festeggiare come si deve il compleanno della madre, vuole chiarire definitivamente i termini della sua relazione con la sua fidanzata , tradita in più occasioni , cercando di dare una regolata alla sua volubilità sentimentale e assaporando l'acre sapore del pentimento, vuole essere un padre migliore per la loro figlioletta di quattro anni, sballottata da una nonna all'altra per la vita troppo piena dei genitori.
Vuole essere un Oscar migliore e vuol festeggiare quel Capodanno del 2009 in maniera diversa con i propri amici. Ma uno stupido incidente in una stazione della metropolitana gli fa incontrare il suo tragico destino: un poliziotto perde il controllo della situazione e gli spara mentre lui è a terra, immobilizzato senza poter fare nulla. Gli perfora il polmone.
La vita di Oscar termina in un letto di ospedale verso le 9 di quel Capodanno del 2009.
E questa è una storia vera.
Non ho spoilerato selvaggiamente senza avvertire: le sequenze vere del momento in cui Oscar viene centrato da un colpo di pistola a bruciapelo sparato da un poliziotto fuori controllo sono mostrate all'inizio del film, momenti concitati rubati attraverso le videocamere dei telefonini di coloro che erano presenti e che assistevano basiti a quanto stesse succedendo.
L'esordio nel lungometraggio di Ryan Coogler, 28 anni ancora da compiere, ti fa scivolare subito nell'abisso dell'indignazione e poi piano piano cerca di ricostruire le fila di una vita spezzata tragicamente.
Ma non commette l'errore di creare un agiografia di Oscar, diventato un simbolo suo malgrado, l'icona della lotta dei neri contro l'ingiustizia causata dalla polizia dei bianchi ( purtroppo la storia di tanti con tutti i casi che vedono coinvolta la polizia responsabile di atti di violenza soprattutto verso i neri, dal caso di Rodney King in avanti ma anche indietro, da che mondo e mondo, la polizia americana ha sempre avuto problemi in questo senso).
Oscar ( un favoloso Michael B. Jordan, ha lo stesso fuoco negli occhi che aveva Denzel Washington tanti anni fa) è un 22 enne che come tanti ha avuto problemi di droga, anche di spaccio,ha assaggiato la vita nelle patrie galere, è uno che tratta le donne come tacche da incidere sul suo fucilone d'ebano, non è granchè simpatico ma ha deciso di voler diventare migliore.
E' però una vittima di una fatalità assolutamente evitabile e suo malgrado diventa l'emblema di una nazione che convive col suo razzismo strisciante, un qualcosa da nascondere come la polvere sotto il tappeto ma che a cadenze più o meno regolari, riesce fuori.
Oscar è una delle tante vittime di ferite da arma da fuoco in quella che pretenziosamente si è autoeletta la nazione più democratica del mondo.
Ma purtroppo la democrazia non segue il colore della pelle.
Prossima fermata Fruitvale Station è l'ideale trait d'union tra vita reale e fiction, il regista , esordiente , ma con stile da vendere, opta per uno stile semidocumentaristico, che coinvolge fino a far scattare naturale il moto di indignazione a vedere quello che è successo, realizza un film che parla di razzismo e delle difficili condizioni di vita a cui sono costretti ragazzi afroamericani che non hanno particolari prospettive.
Grande successo nei vari festival a cui ha partecipato e vincitore del premio del pubblico all'ultimo Sundance, nonchè del Gran Premio della Giuria, Prossima fermata Fruitvale Station coniuga alla perfezione resa spettacolare e impegno civile raccontando la storia di un ragazzo come tanti che si è trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato.
Questa è la storia di Oscar Grant.
A quella stazione della metropolitana chi lo conobbe e chi è venuto a conoscenza della sua storia ad ogni Capodanno è lì a chiedere che giustizia venga fatta.
Oscar aveva solo 22 anni e una vita intera da vivere.
Un colpo di pistola gliela ha portata via.
( VOTO : 7,5 / 10 )
Veramente un gran film, che purtroppo patisce la solita pessima distribuzione (30 copie!)
RispondiEliminaqui da me è passato in una sala minuscola, più che una sala cinematografica, una sala conferenze con le poltroncine singole e spostabili color verde pisello...bella però!
Eliminami ispira ma so che mi farà incazzare troppo
RispondiEliminaeh si fa montare l'indignazione....
EliminaLo recupererò, ovviamente con altri mezzi (chi l'ha visto da noi??), ma temo mi farà arrabbiare tantissimo.
RispondiEliminacredo che in giro si recuperi abbastanza facilmente quindi non avrai problemi...
Eliminaper questa volta siamo d'accordo, persino sul voto. un ricongiungimento per merito del boomstick award? :)
RispondiEliminaah ah ah quindi il boomstick award è anche terapeutico....dai, per la teoria dei grandi numeri qualche volta succede che andiamo d'accordo...sulla musica invece no...non ce la faccio...
EliminaMi vergogno proprio Bradipo mio, perchè non ricordavo questo film attualissimo come argomento, dove questa discriminazione in America è ancora all'ordine del giorno, purtroppo!
RispondiEliminaCe lo ricordano in molti e l'ho vista con i miei occhi quando lavoravo negli States e ricordo anche la canzone di Bruce " 41 shots" proibita al Madison Square Garden dai poliziotti della grande mela, ma caparbiamente cantata dal Boss!
Un bacio amico caro e buona giornata!
e perchè ti devi vergognare Nella cara? questa è roba da topo di cinema come sono io, è un filmetto piccolo piccolo che in Italia non conosce nessuno...e ti assicuro che vederlo è istruttivo...ti rendi perfettamente conto di che cosa vuol dire discriminazione negli States...
EliminaFilm interessante e decisamente ben riuscito, anche se non perfetto.
RispondiEliminaComunque, forte rabbia. Si fa sentire molto.
è un esordio di un ventottenne e quindi il nostro ha ancora da imparare, però ha idee e vitalità e la storia di Oscar indigna parecchio!!
EliminaNe ho sentito parlare al tg e lo voglio assolutamente vedere!
RispondiEliminaanche io ho visto quel servizio al tg, meno male che non era la solita marchetta preconfezionata ma invogliava alla visione...
EliminaE' uno di quei film che mi fa montare rabbia (come certi libri.. La casta non l'ho mai terminato..), quindi non lo vedrò, mi dispiace... :(
RispondiEliminaè vero, fa arrabbiare parecchio ma se non lo vedi ti perdi qualcosa di bello...
Eliminamai sentito, ma la tua rece mi ha messo parecchia curiosità
RispondiEliminacercalo che ne vale la pena...
EliminaMi sa che lo devo vedere... Grazie per la dritta!
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