Aaron è l'unico sopravvissuto di un incidente di pesca avvenuto in mare aperto in cui sono morti cinque ragazzi, tra cui suo fratello maggiore. Si aggira letargico, stordito dal dolore e dalla solitudine nel villaggio che in preda alla superstizione lo isola sempre più dimostrando di avere più rispetto per coloro che sono morti in mare che non per chi è sopravvissuto non si sa come alla furia degli elementi. Inseguito dai suoi fantasmi Aaron cerca di ritrovare disperatamente il fratello frequentandone anche la fidanzata per frugare meglio nei suoi ricordi recenti e di bambino, così giusto per parlare di lui.
Ma la sua volontà è quello di andarlo a cercare in mare aperto a discapito del mostro marino che nella sua mente ha ingoiato tutti.
E forse questo mostro non è solo nella sua mente....
Il superstite ( titolo originale il ben più pregnante For those in peril, dal nome della litania funebre cantata nella chiesa per pregare i ragazzi che sono tragicamente scomparsi in mare) è l'esordio nel lungometraggio dello scozzese Paul Wright.
E se il buongiorno si vede dal mattino...
E' una visione che non si può affrontare a cuor leggero tanti e tali sono gli spunti e le suggestioni che regala, anche difetti , perchè c'è una ricerca ostinata di un'autorialità di cui non se ne sente assolutamente il bisogno, ma sono peccati di gioventù e di generosità che si possono senza dubbio perdonare.
Forte di un'ambientazione di grande impatto , Wright descrive per sommi capi una comunità chiusa e superstiziosa in cui al mistero dell'incidente in mare durante una battuta di pesca che ha tragicamente privato la vita a cinque giovani del posto, si aggiunge un carico di sensi di colpa e di difficoltà nell'elaborare un lutto così grande che fanno implodere , accartocciare su se stessa la psiche di Aaron, giovane solitario e impacciato, già piuttosto ai margini della vita del villaggio, per il quale il fratello era la luce polare e fonte di riferimento continua.
La perdita del fratello e l'incombenza di decine di occhi addosso che lo scrutano con un misto di pena e disprezzo determinano il crollo inglorioso persino del minimo barlume di lucidità rimasto al giovane che si trova sempre più disperso in un mondo di ombre , inseguito da fantasmi sempre più minacciosi.
A una prima parte che con il suo stile volutamente spoglio e un andamento tra il Dardenne style e lontane reminiscenze del primo Dumont con quel continuo pedinare Aaron inquadrandolo sovente di spalle , vezzo autoriale utilizzato forse con troppa abbondanza da Wright, succede una seconda parte che va a parare in tutti altri lidi: siamo dalle parti del Bug di Friedkin, dell'Ondine di Neil Jordan e perchè no? anche dalle parti del Take Shelter di Nichols.
Si parla della disfunzionalità di una psiche che deflagra in un mondo di credulità e superstizioni, in cui il mito , la leggenda possono arrivare a essere minacciosa realtà.
Wright poggia tutta la seconda parte del film, tra flashback girati in stile fintoamatoriale e sequenze oniriche spiazzanti, sulle giovani ma capienti spalle del protagonista, il giovane George MacKay che disegna un personaggio malinconico ai limiti della catatonia , senza per questo risultare fastidioso o caricaturale.
Il superstite è un film originale che non si sa come ha trovato una seppur modestissima distribuzione nelle nostre sale che sarà più che altro una toccata e fuga, una produzione minuscola che non ha paura di osare un percorso lento e ossessivo in cui non si fatica ad empatizzare il giovane Aaron prendendone le difese in un ambiente come minimo ostile.
E quel finale....
( VOTO : 7 + / 10 )
Ne parlerò domani... con molto meno entusiasmo! :)
RispondiEliminati capisco perchè è un film che è piuttosto lento ed ossessivo...a me piace questo tipo di film ma comprendo benissimo le ragioni dei detrattori...
Eliminami incuriosisce un bel po'
RispondiEliminadomani leggerai il parere di poison e avrai un parere a favore e uno contro. Comunque è un film che incuriosiva parecchio anche me e non mi ha deluso. Mi piace questo tipo di cinema...
EliminaSono curioso, già dal trailer mi dava l'impressione di un film che poteva passare dalla sorpresa alle bottigliate. ;)
RispondiEliminanon saprei proprio dire se ti piacerà oppure lo riempirai di bottigliate..sicuramente è qualcosa di molto particolare...
EliminaL'unica nuova uscita che mi interessava un pochino, peccato non se ne veda l'ombra dalle mie parti! Se ci riuscirò, in qualche modo me lo recupero!
RispondiEliminatra le uscite della settimana spiccava per mancanza di concorrenza, ciò non toglie che per me è degnissimo di una visione...
EliminaOttima rece Emidio, e geniale il riferimento a Take Shelter, anche se qui solo con il finale riusciamo a capire quanto quell'ossessione (quel credere in qualcosa) fosse importante e decisiva, nel film di Nichols è motore di tutto il film.
RispondiEliminaA me è piaciuto tantissimo, con pochissime riserve.
E non mi interessa l'eccessiva autorialità nello stile, anzi, ben venga con questi risultati :)