Il commissario Tanzi è un poliziotto che usa metodi piuttosto rudi quando ha a che fare con i malviventi mosso da un'animosità fuori dal comune. Questo lo mette in cattiva luce presso i superiori e lo rende bersaglio della criminalità. Quando dopo una rapina va a cercare al mattatoio un criminale di mezza tacca, il Gobbo , lo picchia selvaggiamente e lui architetta un finto suicidio durante l'interrogatorio. Ma non è innocente , architetta il rapimento della compagna di Tanzi per minacciare lui e uccide un altro criminale mentre sta dando al commissario informazioni preziose.
Il duello finale si avvicina...
Roma a mano armata nacque per sfruttare al massimo dal punto di vista economico l'enorme successo commerciale riportato dal precedente Roma Violenta.
Al produttore Luciano Martino, ma anche ad altri, sembrò di avere trovato la gallina dalle uova d'oro e riempirono le sale cinematografiche di città violente ( Roma, Napoli, Milano,Genova, Torino), a mano armata o che si incazzavano.
Film osannati dal pubblico e osteggiati apertamente dalla critica che li definiva senza mezzi termini ricchi di rigurgiti fascistoidi e inutilmente violenti.
Ma era proprio quella l'intenzione: colpire alle viscere con personaggi che incarnavano la sete di giustizia fai da te di un pubblico che rifuggiva ogni catalogazione politica.
La squadra vincente non si cambia , al massimo si arricchisce di nuovi, valenti elementi: è questo il caso di Roma a mano armata la cui regia viene affidata alle mani esperte del toscanaccio Lenzi, uno specialista del genere action, ideale per una pellicola veloce e spettacolare come doveva essere questa, reduce da uno dei film considerati precursori del genere poliziottesco, quel Milano odia : la polizia non può sparare che arrivava ad avere la statura del noir.
Come protagonista è confermato Merli in un personaggio sostanzialmente identico a quello del film precedente solo che qui si chiama Tanzi e lì si chiamava Betti.
A dirla tutta Tanzi è ancora più fascista , incazzato e reazionario di Betti che perlomeno qualche dubbio etico nell'amministrazione della "sua " giustizia se lo poneva.
Tanzi invece picchia come un fabbro ferraio, si fa beffe delle regole e dei diritti dei detenuti, è un giustiziere fatto e finito che non esita neanche a picchiare un disabile, cattivissimo ma sempre disabile, come il Gobbo.
Ecco Roma a mano armata è importante anche per l'introduzione del personaggio del Gobbo che poi sarà ripreso da altri film e che darà il via alla creazione di un personaggio che poi avrà successo incredibile, quello del Monnezza , che nella finzione è il fratello del Gobbo, il suo alter ego e la sua nemesi allo stesso tempo.
Anche il cast di contorno è di primissima qualità con vari volti noti del cinema di genere che qui si prestano in parti secondarie ed è da ricordare anche la partecipazione del bravo Giampiero Albertini, che aveva prestato e all'epoca stava prestando la voce al Peter Falk di Colombo.
La sceneggiatura fu scritta in pochissimo tempo da Dardano Sacchetti, altra superstar del genere, dopo che Lenzi ne aveva rifiutata un'altra a suo modo di dire farraginosa e di poco impatto.
Il film naturalmente fu un successo e nella gente a dispetto di qualsiasi correttezza politica rimase molto più simpatico il personaggio del Gobbo, un proletario a suo modo di successo, anche se ottenuto illegalmente, piuttosto che il paladino della giustizia Tanzi, bello, con una bella fidanzata e appartenente a un mondo in cui il cittadino normale si riconosceva poco.
La struttura del film è rapsodica, non viene raccontata una sola vicenda ma ne vengono raccolte insieme tante, a mosaico, anche se è ben chiaro sin da subito che il Gobbo e Tanzi avranno un sanguinoso rendez vous finale.
Il film può essere tacciato di schematismo, di essere rozzo nei personaggi e nelle ideologie e sarà tutto vero ma è anche indubitabile che è tutto voluto, pianificato dall'alto.
Lenzi, Sacchetti e tutta la produzione volevano questo: un film che colpisse le viscere, qualcosa che suscitasse reazioni di pancia, qualcosa ben lontano dal cinema intellettuale di sinistra.
E tutto questo senza politicizzazioni di sorta: pur accostato a idee destrorse, questo tipo di cinema era fatto da uomini che se ne infischiavano bellamente della politica.
Gli importava solo di fare più soldi possibili...
(VOTO : 7 / 10 )
Emidiuccio, è molto semplice: vuoi che abbia un altro amico col tuo nome? Devi continuare a fare come fai, trattando sempre di questi film ipercazzuti.
RispondiEliminaRoma a Mano Armata è un altro punto fermo del poliziottesco, forse IL poliziottesco per eccellenza, nel filone disimpegnato.
Disimpegnato nel senso che è privo di tutta la parte "trame oscure di poteri occulti", riscontrabili in altre opere.
Qua ci sono due grandi personaggi che se le suonano per tutto il film, due grandi characters fumettistici.
"Pensa, 48 ore solo io e te..."
"Sì, con l'avvocato mia, però!"
SCHIAFFO
"al tuo avvocato diremo che hai sbattuto contro una porta!"
Bellissimo, insostituibile.
Amo anche la sua struttura a mosaico. La trama principale (i Marsigliesi/il Gobbo) con tante piccole vicende di cronaca nera incastonate qua e là. A volte legate alla trama, a volte no. I fascisti stupratori (per bilanciare il fascismo
"positivo" di Tanzi?), Tony lo spacciatore... insomma, un film che ancora oggi è una bomba.
Moz-
ma a me piace moltissimo questo cinema cazzzuto e amo quando Merli riempie di pizze Milian...pare che tra loro due non corresse buon sangue...e i poliziotteschi dal punto di vista tecnico erano molto meglio di parecchio cinema che si fa oggi....
RispondiEliminaVero, non correva buon sangue tra i due! :)
EliminaMoz-
A casa mia, questi so' Kolossal! ^_^
RispondiEliminaanche da me, se spulci nella mia videoteca trovi certi titoli....l'ho rivisto ieri in pausa pranzo assieme a mio figlio e lui mi ha chiesto di rivederlo ancora....evidentemente le pizze che dava Maurizio Merli ( per me un vero e proprio idolo) gli piacevano parecchio...
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