I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
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Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

venerdì 13 dicembre 2013

The East ( 2013 )

Sarah è un'agente che lavora per un agenzia privata, la Hiller Brood e il suo compito è quello di infiltrarsi in un gruppo di ecoterroristi, un collettivo che si fa chiamare The East, per raccogliere dati su di loro e farli arrestare.Il lavoro sotto copertura è lungo e faticoso ma una volta entrata nel gruppo alle prese con azioni dimostrative sempre più spericolate a cui lei collabora, combattuta tra le ragioni del suo lavoro e quelle della sua coscienza, acquisisce tutta una serie di dubbi che all'inizio non aveva.
Chi sono i veri terroristi? I ragazzi di The East o le multinazionali chimiche, tecnologiche e farmaceutiche che in nome del profitto non esitano ad avvelenare la collettività?
E' uno strano oggetto filmico questo The East: forse troppo poco pathos e coinvolgimento per essere catalogato semplicemente tra i thriller, troppa attenzione alla crescita del personaggio principale per essere semplicemente un ecovengeance movie che ricordi, in altre cadenze gli analoghi genitori figli degli anni '70 e delle varie rivoluzioni culturali di quel periodo, uno stile indie un po'troppo Sundance per non essere notato con una fotografia degna di nota ma con un aspetto decisamente spartano, poco ritmo per essere uno di quegli actions adrenalinici e caciaroni che attirano molto pubblico sia al di là che al di qua dell'Oceano.
The East è qualcosa che si ferma un po' nel guado, quasi si perde nello sguardo acquoso della bellissima Brit Marling, marmorea nel suo modo di recitare  che è un pregio in certe situazioni ma alla lunga è anche un limite perchè non riesce ad avere quello scatto in più che renderebbe ancora più credibile il suo personaggio, una specie di agente segreto abituato a nascondere dentro di sè ogni emozione e che invece viene travolto dai dubbi riguardo il suo lavoro e più in generale la sua vita.
The East all'inizio stuzzica e anche parecchio perchè incuriosisce venire a conoscenza delle strategie di lotta di questi ecoterroristi un po' fighetti che mangiano rifiuti per principio e che vanno a cena tutti assieme con le camicie di forza per imboccarsi l'un con l'altro ( una delle scene clou del film , continuamente sul ciglio del baratro che si affaccia sul ridicolo involontario).
Il problema è la caratterizzazione dei personaggi attorno a Sarah: convince poco a partire dal nome del personaggio l'Alexander Skarsgard che dà vita a Benji, il  capo degli ecoterroristi , a metà tra il serial killer e il capopopolo e anche l'Ellen Paige che dà vita a Izzy non ha quella carica che ti aspetteresti da un personaggio di  tale risma.
Nel complesso il gruppo di ragazzi che si fa chiamare The East sembra più un coacervo di sfigati che un gruppo di ecoterroristi organizzati per compiere azioni eclatanti ( altro punto debole del film: è davvero così semplice infiltrarsi in riunioni a così alto livello o semplicemente in parties così riservati?).
Forse perchè conscio dell'intrinseca debolezza dei suoi personaggi e di alcune situazioni francamente un po' forzate Zal Batmanglij, il regista, che il film lo ha scritto assieme a Brit Marling, cerca di strutturare il film come un affresco corale in cui far affiorare le ragioni di questi eversivi che sembrano un po' la caricatura dei membri di Greenpeace che con un minuscolo canotto abbordano petroliere e baleniere, ma anche descrivere con cognizione di causa i meccanismi immorali che in nome del profitto non si tirano indietro di fronte a nulla, neanche davanti a un possibile genocidio.
In una nazione in cui l'FBI controlla tutto The East vacilla anche sotto il profilo della credibilità perchè non si capisce come mai un semplice agente infiltrato di un'agenzia privata riesca a ottenere tutte quelle informazioni al contrario di chi dovrebbe proteggere la legge e l'ordine e il film si fa abbastanza fumoso anche nei salti che Sarah deve fare per ritornare alla sua vita "ufficiale" per riportare le informazioni raccolte.
Non parliamo di quando poi deve ritornare nel gruppo.
Un po' hippie e un po' ecologista,tra Another Earth ( la doppia vita, lo sguardo di Brit Marling ) e La fuga di Martha ( il collettivo eversivo , la setta di cui non si capiscono fino in fondo le ragioni )  The East è un film che alterna momenti di grande suggestione, la parte migliore è l'inizio quando Sarah deve cercare di infiltrarsi , ad altri che appaiono più deboli.
Convince il disegno del personaggio della protagonista, Sarah, anche se come detto Brit Marling non ha forse quella profondità recitativa che ne illustrerebbe al meglio il travaglio interiore, meno tutto quello che le sta attorno.
The East è un prodotto che tuttavia ha una sua dignità filmica , non fosse altro per la sua originalità che permette di bypassare le numerose debolezze manifestate.

( VOTO : 6 + / 10 ) 

The East (2013) on IMDb

8 commenti:

  1. Mi vergogno un po' ad ammetterlo, ma a metà film mi sono...abbioccato!
    Sarà l'età che avanza...

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    1. eh eh io ho dei record di pennica al cinema assolutamente imbattuti...effettivamente il ritmo è un po' dilatato..

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  2. Qualche ingenuità c'è e tu la sottolinei giustamente, (vedi la facilità di infiltrazione della protagonista) tuttavia a me ha convinto abbastanza, molto più del 6+ (almeno un voto in più :)

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    1. non mi è dispiaciuto ma questo suo essere un po' in mezzo al guado non me lo ha fatto apprezzare come hai fatto tu...

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  3. No, io non ce la posso fare a guardarlo... però tu non lo bocci (anche se a me fanno più paura le sufficenze che i voti infimi)

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    1. ha una sua dignità filmica , è apprezzabile ma ha qualche difettuccio ben visibile...

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  4. A me è parso più che discreto, seppur non imperdibile.
    Ne parlerò a breve.

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    1. infatti è assolutamente guardabile, forse gli manca quello scatto in più...

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