Alfredo , troppo succube dei fascisti viene lasciato dalla moglie, Olmo , fieramente antifascista subisce la repressione fino alla Liberazione, quando alla guida dei contadini porta a compimento la sua lotta di classe contro i padroni ed Alfredo è il padrone di quella fattoria. Mentre Attila, il fattore a cui Alfredo ha dato troppo potere, viene ucciso assieme alla sua amante per le efferatezze di cui si è reso responsabile protetto dalla camicia nera fascista , Alfredo viene condannato a morte. Ma l'amicizia con Olmo sarà più forte di tutto, anche delle ideologie contrapposte.
E' pretestuoso aver diviso un'opera come Novecento in due film , perchè deve essere concepita come un corpo unico e indivisibile.
Il film venne diviso in due parti per esigenze commerciali ma è innegabile che tra prima e seconda parte ci siano delle differenze ben tangibili.
Mentre per la prima parte possiamo tranquillamente parlare di capolavoro assoluto in quanto il cinema di Bertolucci vola alto come non ha mai volato prima e forse come non volerà più dopo, in Novecento atto secondo la situazione è diversa perchè pur avendo iniziato il percorso nel sentiero tracciato mirabilmente dalla prima parte poi in questa seconda parte il lirismo che prima attenuava le istanze politiche viene irrimediabilmente meno in favore della drammatizzazione.
L'ideologia diventa protagonista di un processo al padrone che diventa un vero e proprio gioco al massacro, una lotta senza quartiere il cui esito, scontato, sarà una sconfitta per tutti.
Ma qui proprio per il suo affannarsi a spiegare le ragioni delle parti in causa il film arriva ad un passo , forse anche meno dall' essere didascalico.
Nella seconda parte accanto a De Niro e Depardieu assumono importanza fondamentale i personaggi di Attila e Regina (Sutherland e Betti) autori di azioni diaboliche e che incarnano con feroce parossismo due figure di malvagi assoluti lontani da qualsiasi tipo (e volontà) di redenzione.
Dopo l'ideologia nel finale Novecento si apre al sogno, al canto popolare, alle sequenze di massa che sembrano prese dal cinema russo degli anni d'oro del muto.
Comunque sia l'atto secondo è una chiusura degnissima di una saga familiare raccontata con grande partecipazione perchè se Bertolucci non riesce a ripetere quel miracolo narrativo della prima parte è per eccesso di zelo filologico, è per generosità illustrativa,è perchè cerca di rendere perfettamente comprensibile tutto quello che gli si è agitato dentro per decenni.
L'Emilia riportata da Bertolucci è parente stretta con quella reale pur non sentendo Bertolucci il bisogno insopprimibile di verosimiglianza.
Bertolucci esplora vari generi dal racconto corale contadino fino al melodramma lacerante.
E comunque ci regala una delle prove autoriali italiane più impressionanti di tutta la storia del nostro cinema.
( VOTO : 8 / 10 )
Una seconda parte ancora più intensa della prima.
RispondiEliminaFilm che è un'imperfetta epopea ed un vero e proprio simbolo.
Bellissimo.
ho preferito tuttavia la prima parte...
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