Jason ha contratto il morbo di Lou Gehrig , la sclerosi laterale amiotrofica detta anche SLA, una malattia degenerativa del sistema nervoso che presto lo ridurrà su una sedia a rotelle, gli impedirà di parlare e persino di alimentarsi normalmente.Gli hanno dato da 3 a 5 anni di vita ma Jason si dimostra più forte.
Questo documentario racconta la sua storia straordinaria, quella di un chitarrista in rampa di lancio per l'Olimpo del rock che si è trovato catapultato nell'inferno della malattia.
Jason è ancora vivo ( Not Dead Yet come dice il titolo del film) e grazie all'aiuto della sua famiglia riesce a comunicare con un computer e a scrivere ancora musica.
Perchè lui l'armonia ce l'ha dentro: deve solo trovare il modo per farla sgorgare.
Me lo ricordavo bene Jason Becker quando suonava nei Cacophony o anche nelle fila del supergruppo messo su da David Lee Roth. Chitarrista dalla tecnica sopraffina, con un tocco magico su qualsiasi cosa suonasse. All'epoca non sapevo neanche che fosse così giovane, le rockstars a quell'epoca sembravano tutte avere un'età maggiore di quella reale.
Poi l'ho perso di vista : la scena rock ed heavy metal è lastricata di personaggi che per un motivo o per l'altro ( leggasi droga o stravizi in genere, oppure semplicemente insuccesso ) si perdono nei meandri del music biz ritrovandosi a fare i turnisti in sala di incisione, praticamente un lavoro impiegatizio che non assicura alcuna gloria, o addirittura smettendo proprio di suonare.
Credevo che Becker fosse sparito per questo oppure che mi fosse semplicemente sfuggita la sua prematura scomparsa.
Poi casualmente mi imbatto in questo documentario definito brillantemente da altri un rockumentary : e lì ritrovo il Jason degli anni del liceo e quello di oggi che ancora orgogliosamente combatte la sua battaglia per vivere anche se bloccato su su una sedia a rotelle e costretto a comunicare via computer con un sistema di comunicazione ideato dal padre.
In Jason Becker : Not Dead Yet non prevale il rimpianto per qualcosa che avrebbe potuto essere e non è: certo è dura essere una rockstar sulla cresta dell'onda e abbandonare tutto a causa di una malattia bastarda che ti priva di ogni cosa, anche della capacità di esprimerti.
Quello che prevale invece è la voglia di vivere di Jason, la sua gioia nell'assaporare quasi voluttuosamente quelle poche, piccole cose che la vita quotidianamente gli offre sforzandosi di non pensare a quello che crudelmente il destino gli ha riservato.
Chiusura del film col concerto ( Not Dead Yet )che ogni anno si tiene a Richmond in onore di Jason con tutti gli amici di sempre riuniti sul palco: da Marty a Joe Satriani passando per buona parte della scena rock ed heavy americana.
Perchè Jason Becker è rock, è vivo ed è ancora un mito per tanti ragazzi di oggi che studiano e suonano chitarra coltivando il sogno di diventare qualcuno.
Jason combatte con noi.
Cazzo, se combatte !
( VOTO : 8 / 10 )
Non conosco Jason Backer (come dicevo casualmente nel mio post di oggi la mia cultura musicale lascia alquanto a desiderare), ma la storia sembra parecchio interessante. Proverò a recuperarlo.
RispondiEliminala storia di Jason è veramente interessante, la storia di una rockstar sui generis a cui la crudeltà del destino ha rubato il sogno che era già riuscito a sfiorare con un dito...
EliminaNon sapevo dell'esistenza di questo documentario: non ho mai amato molto lo shred e i guitar hero, ma personaggi come Becker rimangono sempre nel cuore
RispondiEliminaa dire la verità neanche io amo molto il genere guitar hero ma la storia di Becker mi ha veramente commosso ...
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questo deve aver confuso la cellulite con la celluloide.
RispondiEliminada quando ho liberalizzato anche agli anonimi mi hanno riempito il blog di questi messaggi pubblicitari...
Eliminaeh, lo so.
EliminaGrande personaggio, grande pellicola...
RispondiEliminaUna storia lacerante , ma che dà speranza per tutti..
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EliminaGrazie infinite Bradipo mio!!!!!
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