I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

mercoledì 5 dicembre 2012

Mother ( 2009 )

Un giovane con problemi psichici viene accusato del brutale omicidio di una teenager. La madre con tutta l'ostinazione di cui è capace il suo corpicino gracile e ossuto, si batterà indomitamente per dimostrare l'innocenza del figlio e liberarlo dalla prigionia.
A che cosa è disposta una madre pur di salvare un figlio? La risposta di primo acchitto è facile.tutto.
Però dopo aver visto questo sontuoso film di Bong Joon Ho per quanto mi riguarda la risposta al quesito posto in apertura non è più così semplice. 
Perchè Mother insinua dubbi e incertezze  visto che lo spettatore vede tutto nella soggettiva(metaforica) dello sguardo della madre. Questo è un racconto sulla perdita dell'innocenza , una progressiva scoperta dei tentacoli del Male che arrivano a stringere e soffocare nelle proprie spire tutti, ma proprio tutti, anche i più insospettabili.
Un ritratto di donna assolutamente originale. Una donna legata al proprio figlio anche oltre il legame di sangue. Un figlio totalmente eclissato dalla premura con cui viene accudito perchè in un corpo di adulto è racchiuso il cervello di un bambino di età appena scolare.
Ma non chiamatelo ritardato perchè se la prende molto a male. Anche perchè lui, pur con tutti i suoi deficit intellettivi e mnemonici, è talmente oscurato dall'ombra della madre iperprotettiva che non è consapevole della sua diversità.
Vive nel suo mondo semplice fatto di poche cose, di imitazioni di gesti altrui, costretto a subire prevaricazioni continue perchè in fondo lui è solo lo scemo del villaggio, scansato da tutti ( o quasi).
Anche la madre si rinchiude volontariamente in un limbo recintato da radici, infusi e la pratica ( fuorilegge) dell'agopuntura. Tutto per assicurare una vita povera ma almeno decente a lei e al  figlio.
E quando viene uccisa una teenager (che mano mano che il film prosegue scopriamo non essere propriamente candida e innocente) nel paesino dove vivono tutti i sospetti convergono su questo figlio che viene arrestato e si rivela totalmente incapace di difendersi da tale accusa, così ingenuo  da firmare una confessione scritta preconfezionata dai poliziotti di cui non ha nemmeno capito il senso. 
Sua madre è l'unica che crede alla sua innocenza e si batte come una belva ferita per farlo uscire dal carcere.
Si indebita per pagare il migliore avvocato del posto, fa indagini per conto suo.
Riesce a scoprire molto più lei di quanto abbiano fatto i poliziotti che si sono adagiati su quella confessione facilmente estorta.
E il finale assesterà un ultimo, definitivo colpo di scena. 
Credo che sia riduttivo ritenere questo film solo un thriller nonostante la meticolosità nella sceneggiatura nel confondere le tracce, mantenendo il segreto fino agli ultimi minuti.
Perchè il segreto così a lungo mantenuto lo scopriamo assieme alla madre, siamo quasi strorditi dalla rivelazione,così come siamo combattuti nel vedere la determinazione della donna nel perseguire il proprio disegno pur annientata da un deflagrante senso di colpa che la divora. 
Mother narra lo smarrimento, i cangianti stati d'animo, le tempeste emotive che squassano questa puntuta donnetta disposta veramente a tutto pur di salvare l'altra metà del proprio universo. Un figlio ostinatamente difeso, protetto al costo di una vita difficile, una vera e propria sfida per la sopravvivenza.
Accanto ai dubbi etici che il film insinua, accanto alle domande che pone la cui risposta è affidata alla sensibilità dello spettatore c'è da riconoscere al film di Bong Joon Ho  una grandissima eleganza formale che non scade mai nel manierismo: ci sono delle sequenze che emozionano nel profondo, la regia non si affanna a comprimere emozioni e avvenimenti ma fa fluire il film armoniosamente quasi ossigenando il racconto con alcune riprese in campo lunghissimo della protagonista quasi a voler sottolineare ulteriormente quanto titanica ed impari  sia la sua lotta.
Eccezionale la prova attoriale di Hye-ja Kim,la madre del titolo che nel film non mi pare che abbia nemmeno un nome.
Come per elevarla a simbolo, la madre come archetipo destinata a caricare su di sè tutte le sofferenze del frutto del suo ventre. 
Ma questa volta il simbolo risulta opacato da una torbida ambiguità.
Bong Joon Ho si conferma uno degli astri luminosi del cinema coreano e non solo.

( VOTO : 8,5 / 10 )  Mother (2009) on IMDb

8 commenti:

  1. cazzo hai nominato uno dei miei pupilli asiatici!
    uno dei migliori in assoluto! inarrivabile

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    1. Bong Joon Ho è il mio coreano preferito assieme al grandissimo Lee Chang Dong.Hanno entrambi molto da insegnare ai cineasti di questa parte di mondo...

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  2. Film spettacolare, scritto e diretto benissimo, con un finale da brividi.
    Io avrei osato anche il nove!

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    1. forse anche si, poteva starci anche il 9 ma ormai è fatta! stamattina ho letto che lo hai inserito in una playlist di invisibili...con tutti filmoni!

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  3. concordo! Bong Joon Ho è un grandissimo!

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    1. anche su questo vedo che più o meno siamo tutti d'accordo!

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