I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
Il mio cuore ancora porta i segni di tutte le emozioni provate.
La mia anima è la tabula rasa impressionata giorno per giorno,a 24 fotogrammi al secondo.
Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

martedì 6 agosto 2013

The social network ( 2010 )

La nascita di Facebook dalla mente di un ragazzino di Harvard che , rubacchiando idee e suggestioni a destra e a manca mette a punto una macchina da soldi perfetta e inattaccabile. Ma il passato torna a farsi sentire sotto forma dei due bambocci che gli avevano commissionato un lavoretto. Quel lavoretto che poi Mr Mark Zuckerberg ha trasformato nella fonte del suo successo e della sua ricchezza. Talmente ricco che riesce a mettere a tacere tutto a suon di milioncini di dollari.
Che volete che siano per uno come lui che alla soglia dei 30 anni ragiona ormai solo con numeri a nove cifre?
Mark Zuckerberg è uno stronzo.
O almeno ostenta di esserlo come gli dice l'avvocato nella parte finale del film.
E'un nerd ad Harvard. 
Uno che conduce una vita di nerd.
Cervello superiore alla media dei suoi conoscenti, savoir faire non esattamente allo stesso livello (e si nota subito nei primi minuti di film quando è impegnato in un colloquio serratissimo con la sua ragazza che ci mette pochissimo a diventare sua ex), una pericolosa tendenza ad usare tutto quello che trova a portata di intelletto. Non mangia, non dorme, beve solo e nelle due stanze in cui vive c'è un affollamento di computer superiore a quello di calzini.
E i vari compagni di stanza tra loro invece che comunicare a voce si scrivono mail anche se sono all'interno della stessa stanza.
E'questo avere il computer sempre con sè come una seconda pelle che costituisce lo scarto più evidente tra la realtà di questo genio informatico e tutto quello che lo circonda. Vive attraverso lo schermo del suo computer che si trasforma nei suoi occhi e nelle sue orecchie, una protesi insomma.
La sua è una visione in differita, mediata dagli strumenti che usa. 
Ecco che allora Facebook il social network che ha inventato dopo qualche tentativo su scala più ristretta si tramuta in un anti-social network. Cresce il numero di amici e di contatti nel proprio account e scendono allo stesso tempo le occasioni per incontrare persone vere.
Il social network diventa l'ultimo estremo mezzo di comunicazione: tra gioco, anelito di socialità e sopravvivenza si instaura una relazione matematica tra amici di Facebook e amici reali.
Una relazione di proporzione inversa: le persone che vantano la lista più lunga di amici nel loro account sono anche quelle che hanno meno contatti con la vita reale. Vivono, respirano attraverso lo schermo e la tastiera che diventano il cuore ,il cervello e i polmoni di un utente che preferisce essere nascosto dietro una barriera.

Il film di Fincher è un film che ti assale con un uragano di parole ma la stantia verbosità non abita qui.
La regia nervosa con scelte di montaggio ardite fa quasi dimenticare l'ambientazione claustrofobica e ci regala un ritratto realistico di quello che è successo al giovane Zuckerberg e ai suoi amici.
Ci sono necessari aggiustamenti, sintesi, coni d'ombra come è giusto che sia, oltre al taglio di alcune parti ma la sostanza è immutata.
Questo giovanotto che è molto più intelligente di quello che sembra parte con le pezze al culo e si trova a capo di una società fabbricasoldi che vale appena 25 miliardi di dollari, dollaro più , dollaro meno.
E non ha neanche 30 anni, il signorino.
Magari persi nel ritmo vertiginoso conferito al film non si afferrano tutti gli algoritmi e qualche passaggio tecnico può pure sfuggire ma quello che si capisce basta per dare un taglio inquietante alla materia narrativa tuttora in evoluzione.
Facebook è un fenomeno contemporaneo in continua trasformazione, un network più antisocial che social perchè tra di loro le persone hanno sempre una barriera innalzata e praticamente invalicabile.
Non avrò capito tutto ma almeno una cosa l'ho stabilita:prima o poi cancellerò il mio account su FB...

( VOTO : 7,5 / 10 ) 


The Social Network (2010) on IMDb

12 commenti:

  1. Premesso che ODIO facebook, lo reputo una delle cose più inutili di sempre e infatti non ho un account, trovo che questo film sia molto sopravvalutato, intendiamoci non è girato male, Fincher è sempre grande, ma sarà la storia che di per se mi interessava poco, sarà tutto l'insieme, a me personalmente sto film ha detto poco, la sufficenza glila do, ma imho è il film meno riuscito di Fincher.

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    1. anche a me Fessbuc piace poco ma il film mi ha preso e Fincher ha dimostrato ancora una volta di essere un ottimo regista.

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    2. Fincher è IMMENSO, nulla da dire, anche se in questo film si vede parecchio che il suo è un lavoro fatto su commissione, c'è ben poco del suo stile, tutti stroncano il remake di Millennium (che a me invece piace molto) dove li si respira il suo stile ad ogni inquadratura, qui no a mio avviso.
      Sul tema facebook, al dilà del fatto che è un argomento che non mi interessa, il film in se mi ha preso poco, nonostante la messa in scena fosse buonissima e il cast valido.

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  2. Come scrissi a suo tempo, è sempre un questione di traffico (sul web) e di soldi (nel portafoglio)... anche i nostri blog devono chiedere supporto e visibilità a questi presunti (a)social nettevuorke... comunque sia, dietro tutto, il buono o il cattivo, la colpa è sempre di una donna... ;))

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    1. giusto , una questione di traffico e di visibilità...e le colpa è sempre di una donna, del resto da Adamo ed Eva in avanti è sempre stato così..ah ah ah !

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  3. Diciamo che io sono dle parere di myers82, ecco veramente non è il Fincher che mi piace.

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    1. non è che sei influenzata magari da uno scarso gradimento di Facebook?

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  4. Per me, invece, come ho scritto e ripetuto tante volte sul mio blog, questo film è il vero capolavoro di inizio millennio... non è un film su Facebook (non cadete nel tranello!) ma sulla cultura e sulla società 2.0 . Un'epoca dove malgrado gli innumerevoli mezzi di comunicazione di cui disponiamo ci sentiamo sempre più soli e spaesati. E' un film sulla vacuità dei rapporti umani, dove l'impenetrabilità di uno schermo del computer ci dà l'illusione di poter bypassare l'approccio 'fisico' con le persone. E' un film di indicibile tristezza ma che ci restituisce un ritratto spietato e veritiero del nostro tempo.

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    1. Oddio, Sauro, per me forse non è proprio il capolavoro di inizio millennio ma straquoto tutto quello che dici...è un film sulla solitudine " assistita"...

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  5. Odiando anch'io facebook e detestando Zuckerberg, il film non mi è piaciuto per niente e mi ha annoiato. Ma, essendo un film di Fincher, "bisognava" vederlo.

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    1. Anche io detesto piuttosto cordialmente Fessbuc e Zuckerberg ma il film mi ha catturato!

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  6. All'inizio l'avevo osteggiato pure io, ma col tempo l'ho rivalutato.
    E su facebook non sono così ostico, penso che come tutte le cose se usato intelligentemente può anche essere utile :) detto questo, mi aggiungi su fb? XD

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