I miei occhi sono pieni delle cicatrici dei mille e mille film che hanno visto.
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Cinema vicino e lontano, visibile e invisibile ma quello lontano e invisibile un po' di più.

domenica 11 agosto 2013

Mother and child ( 2009 )

Storia di tre donne le cui vite si intrecciano : c'è Karen che ha il cuore duro come una pietra da quando è stata costretta a dare in adozione la figlia, c'è Elizabeth, la figlia, brillante avvocato che non esita a concedersi per scalare posizioni nella piramide sociale,c'è infine Lucy, giovane donna afroamericana che non riesce ad avere figli e per questo dopo un lungo travaglio decide di adottarne uno....
Che Rodrigo Garcia voglia ripercorrere le orme di George Cukor e diventare come lui un regista di donne?
A vedere questo suo ultimo film e a guardare indietro alla sua carriera verrebbe da pensare così ,fatto salvo l'infortunio metafisico di Passengers comunque sempre costruito attorno a un personaggio femminile vigoroso.
L'altra cosa che mi viene da domandarmi guardando questo film è inerente alla sua distribuzione:c ma cosa ci vuole oltre a un cast stellare,c a un regista conosciuto per altre sue meritorie pellicole e alla produzione di un altro mentore di questo tipo di cinema che è Inarritu, per essere distribuiti in Italia?
Non so rispondere naturalmente ma c'è da dire che anche in America il film non ha avuto grosso successo tra il pubblico probabilmente perchè gli è stata affibbiata una R e quindi poteva essere visto dagli under 17 solo se accompagnati da un adulto..
Il film di Garcia è diviso in tre sezioni in cui protagoniste sono altrettanti personaggi femminili.Il trait d'union è una suora che si occupa di adozioni. Entrando nel particolare viene narrata la  storia di Elizabeth(N.Watts) brillante e piacente avvocato con la curiosa tendenza a cambiare spesso aria, decisamente ambiziosa e senza scrupoli. A prima vista indossa una corazza di anaffettività, sembra usare gli uomini a suo piacimento (vedi la relazione che instaura col suo capo,intepretato da Samuel L.Jackson) o il capriccio che si toglie intrecciando una relazione sessuale col suo vicino di casa, sposo novello e in attesa del primo figlio, in cui lei domina tutto dall'alto della sua personalità dirompente e del suo corpo da favola.
L'altra storia che viene racontata è quella di Karen, infermiera taciturna e solitaria anche lei con diversi problemi relazionali dovuti a un peso che si porta dal passato e alle cosenguenze che questo ha avuto nel suo rapporto con la madre. A scardinare la sua vita di routine grigia e solitaria arriva il collega Paco (Jimmy Smits) che è tutto il contrario di lei: sereno con una famiglia numerosa e che lo sostiene, desideroso solo di rifarsi una vita, magari con Karen.
E si intuiscono sin da subito le difficoltà di Paco per entrare nel mondo di Karen.
La terza storia è quella di Lucy che aspira a essere madre e non può farlo. La sua diventa quasi un urgenza e assieme al marito si rivolge alla suora di cui sopra per adottare un bimbo o una bimba. Per l'occasione frequenta tramite la suora una giovane ventenne single, in stato di gravidanza avanzata che le dice che affiderà a lei il bambino appena dopo la nascita.
Meglio non raccontare di più: le storie hanno tra loro diversi gradi di intersezione che contribuiscono a rendere ancora più univoco l'argomento del film.
Si parla di maternità dal punto di vista della madre, spesso si parla di maternità negata o di quel legame che si instaura tra madre e neonato che viene reciso forzatamente.
Le tre donne protagoniste hanno tutte un rapporto contrastato con l'idea di maternità: vuoi per una gravidanza indesiderata, vuoi per una maternità non voluta e nascosta ipocritamente per tanti anni, vuoi per un'aspirazione negata a essere madre che si ripercuote inevitabilmente nei rapporti col proprio partner.
L'universo femminile è il centro gravitazionale di questo bel film di Rodrigo Garcia, gli uomini sono satelliti orbitanti attorno alle loro donne ma per una volta sembrano ben lieti di esserlo: la conflttualità nella coppia è praticamente nulla, le relazioni nascono con naturalezza , quasi con candore.
Quando nella seconda parte vengono tirate le fila dei vari racconti non è facile rimanere indifferenti davanti a tale tempesta di emozioni però Garcia riesce sempre a tenere ben saldo il timone della narrazione affidandosi ala stupenda prova delle sue attrici.
E'inevitabile pensare allo stile di Inarritu nel guardare questo film ma a mio parere l'approccio del regista a questo film è meno metafisico di quanto è quello del regista messicano nei cui film il caso disegna traiettorie praticamente perfette e in cui tutte le tessere del mosaico trovano la loro giusta collocazione.
Non avviene così in Mother and Child: anzi spesso il destino si abbatte sui personaggi con conseguenze anche devastanti quasi a testimoniare la casualità e l'imperfezione del disegno a cui siamo sottoposti.
Una visione decisamente laica che allontana Garcia da Inarritu almeno concettualmente mentre stilisticamente ci sono molti punti di contatto.
Pur avvicinandosi come tematiche quasi a una soap opera questa pellicola riesce sempre a mantenere alta la tensione emotiva e a suscitare interrogativi senza per questo ridurre i sentimenti a pura caricatura come succede in quelle interminabili saghe televisive: i personaggi di questo film sono a tutto tondo, ispidi nelle loro imperfezioni, molto spesso prigionieri di vite e di ruoli sociali che non gradiscono.
Mother and Child racconta anche il superamento di questa conflittualità, il raggiungimento di una nuova armonia interiore che permetta di guardare il mondo che ci circonda con occhi decisamente più comprensivi.
A suo modo il film di Garcia è anche un apologo sulla solitudine e sulle sue conseguenze.
Un ultima domanda: ma parlando praticamente in modo esclusivo di maternità e della metà femminile dell'universo perchè il film è stato intitolato Mother and Child  e non Mother and Daughter?

( VOTO : 7 + / 10 ) 


Mother and Child (2009) on IMDb

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