Leo è un sedicenne che vive la sua adolescenza come fanno tanti altri: voglia di studiare poca, passione per il calcetto tanta ma soprattutto un amore viscerale per la bella e misteriosa ragazza del quarto, Beatrice. Si confida con la sua migliore amica , Silvia, tenta di conoscerla ma per la sua timidezza ogni tentativo va a vuoto. Quando finalmente, più per caso che per volontà, riesce a conoscerla , scopre il segreto di Beatrice: sta lottando contro una forma gravissima di leucemia. Comincia a frequentare la sua casa, a metterla al corrente dei suoi pensieri coadiuvato dalla sempre presente Silvia, da un rapporto di amicizia un po' sui generis con un giovane professore di italiano che gli elargisce pillole di saggezza tra un cazzotto e l'altro ( dato alla palestra di pugilato che frequentano entrambi) e da due genitori che non capiscono quello che fa il figlio ma si adeguano, cercando sempre di assecondarlo.
La lotta contro la malattia è disperata così come il bisogno di crescere di Leo.
Le prove a cui lo sta sottoponendo la vita sono appena cominciate.
Avevo cominciato a vedere questo film per inerzia, quasi svogliatamente e la prima parte , vagamente mocciana, con una descrizione abbastanza standardizzata degli adolescenti di oggi non invogliava di certo alla prosecuzione della visione. E poi quella voce off, ne ho un po' le tasche piene di voci off che cercano di spiegare tutto , ma proprio tutto di quello che si sta vedendo, come se dovessero prendere per mano uno spettatore scemo per guidarlo attraverso il film senza azionare gli informi ammassi neuronali di cui è dotato.
Poi da Moccia siamo passati al primo Muccino, quello ancora spontaneo e verace di Come te nessuno mai e allora l'occhietto impigrito ha sollevato leggermente la palpebra.
In fondo Scicchitano non ha quell'insopportabile patata in bocca che aveva Muccino jr e funziona nel ruolo di Leo, ragazzetto bello e simpatico che dà retta solo ai suoi ormoni che tracimano letteralmente.
Poi ancora un cambio di tono: la lotta contro la malattia di Beatrice e qui viene fuori la sensibilità di un regista come Campiotti che riesce a curare una componente visiva di tutto rispetto, colorata e squillante nella prima parte e poi progressivamente svuotandola delle tonalità pastello per accondiscendere al pallore provocato dalla malattia di Beatrice.
Le lacrime convivono con i sorrisi senza forzare con prepotenza gli sbocchi dei dotti lacrimali, le parole si fanno più rade perchè in una situazione del genere non c'è nulla che si possa dire ( e neanche fare), una nube nera si addensa sulla crescita di Leo che aveva appena trovato l'amore e quasi se l'era lasciato sfuggire di mano per una crudele beffa del destino.
L'amore è però un sentimento assai misterioso e che arriva attraverso vie inaspettate.
Bianca come il latte, rossa come il sangue, dietro il titolo emo da horror adolescenziale, nasconde una sensibilità inattesa toccando con leggerezza vari temi a prima vista antitetici tra di loro come la difficoltà di crescere, le pene di amore , i fraintendimenti che ci possono essere tra genitori e figli e una malattia che può stroncare una giovane vita che si sta apprestando a vivere la parte più bella di una vita.
Niente retorica fine a se stessa, niente lacrime strappate a forza, solo uno sguardo comprensivo e complice rivolto verso questo gruppetto di giovani alle prese con la difficoltà che la vita frappone bastardamente sulla loro strada.
Campiotti riesce a muoversi equilibratamente attraverso tutte queste tematiche realizzando un prodotto più che dignitoso, convincente e che avrebbe meritato maggior fortuna.
Un po' troppo stile " Attimo fuggente" il prof di italiano recitato da Argentero e qualche perplessità sugli accenti esibiti dai vari attori: alcuni troppo improbabili per essere veri.
Ma son quisquilie per un film che riesce comunque a sorprendere e che riesce a far sopportare anche il fastidioso ronzio prodotto dai Modà nella colonna sonora.
( VOTO : 7 / 10 )
ero curioso di vederlo per massacrarlo. adesso mi incuriosisce anche per scoprire se ti sei bevuto del tutto il cervello, invece del latte ahah :)
RispondiEliminaah ah ah ! che mi sia bavuto il cervello non è evenienza da escludere!!!
EliminaIl libro l'ho odiato col cuore, il film ho visto la prima mezz'ora e poi ho spento lo streaming. Se ne parli così però ora sono curioso...
RispondiEliminail libro non l'ho letto e la prima mezz'ora di film è senz'altro la peggiore....poi può darsi che non ti piaccia lo stesso...
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